19/12/2014

SBLOCCA MODENA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

A favore del documento Pd, Sel, Ncd, Udc e FI. Contrari M5s e Per me Modena

“Daremo una sferzata al territorio, una ricarica alle batterie della città. Lo sblocca Modena, un provvedimento che serve a dare risposte rapide, concrete e di qualità alle esigenze del territorio, rappresenta un pezzo di una strategia che punta a rilanciare gli investimenti pubblici e privati”. Lo ha affermato il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli intervenendo in Consiglio comunale giovedì 18 dicembre in occasione della discussione sul provvedimento urbanistico (approvato con il voto favorevole di Pd, Sel, Ncd, Udc e FI. Contrari i gruppi consiliari di M5s e Per me Modena) che riduce i tempi, semplificando le procedure, per l’avvio di interventi di riqualificazione e rigenerazione urbana.

Dopo aver delineato un panorama nazionale che ha visto crollare gli investimenti del 25 per cento tra il 2007 e il 2013, il sindaco ha detto: “Ovvio che da soli non possiamo invertire la rotta, ma questa città non è abituata a starsene con le mani in mano. Soprattutto dopo il crollo dell’edilizia (le nuove abitazioni sono passate da 810 nel 2010 a 128 nel 2013), con questo provvedimento, senza deroga sugli standard urbanistici e garantendo ogni controllo, rendiamo concrete le possibilità di realizzare investimenti privati in grado di creare occupazione”.

Aprendo il dibattito per il M5s Marco Bortolotti ha affermato che lo sblocca Modena “ha avuto clamore mediatico eccessivo perché in realtà l’impatto che potrà avere non sarà così diffuso: i piccoli privati faticheranno a servirsene e lo strumento sarà utilizzato solo per la parte commerciale o per svincolare appartamenti invenduti di cooperative. Il provvedimento non garantisce risultati, è solo una possibilità, con alcune criticità tra le quali la decisione sul cambio di destinazione d’uso che ricade sul Consiglio che forse non è abbastanza preparato per giudicare correttamente”. Per Mario Bussetti “se siamo convinti che i servizi burocratici siano inutili, è positivo abbattere i tempi della burocrazia ma non sempre è così. Inoltre è debole la parte sulla riqualificazione energetica perché il documento non specifica quale sia il miglioramento minimo richiesto per poter rientrare nei parametri. Qui non si offre un cambio di paradigma ma solo un piccolo beneficio immediato”. Anche secondo Luca Fantoni lo sblocca Modena è carente dal punto di vista della riqualificazione energetica: “Manca una definizione precisa di cosa si vuole intendere, mentre per noi questo deve essere il punto di partenza”.

Per il Pd Carmelo De Lillo ha affermato che “la delibera recepisce e contestualizza lo sblocca Italia rendendolo fruibile per il nostro territorio, creando spazi di azione e specificando bene in quali limiti si può agire, il tema delle deroghe infatti è delicato e richiede trasparenza. Lo sblocca Modena – ha sottolineato il consigliere – risponde bene all’obiettivo dell’amministrazione di costruire a saldo zero e a consumi zero e può fornire indicazioni utili per la progettazione del prossimo Psc”. Per Francesco Rocco il provvedimento “punta alla riqualificazione del patrimonio esistente, consente di velocizzare i tempi, taglia un po’ di burocrazia, nel caso di immobili per la produzione e il commercio potrebbe diventare un piccolo volano per l’occupazione. Sono elementi sufficienti per approvarlo: stiamo andando incontro alle esigenze e alle richieste dei cittadini”. Fabio Poggi ha messo in evidenza che lo sblocca Modena “è un documento politico perché dà il via a una nuova politica che parte da scelte fatte dall’amministrazione, anche in discontinuità con il passato, e da elementi contingenti che sono le novità normative e il ristagno dell’economia. Come tutte le novità non sappiamo dove ci porterà ma l’accompagnamento dell’amministrazione, nel dare opportunità e agevolare commercio e attività produttive, per quello che le compete e senza costi, va nella direzione giusta”. Per Antonio Carpentieri “il cuore del provvedimento sono i permessi in deroga che saranno valutati dal Consiglio. La nostra responsabilità politica diventa quindi prioritaria: si baserà su un’istruttoria tecnica ma ci lascerà la scelta dell’opportunità politica di riqualificare o meno. Ma il tema centrale per me è che raggiungere l’obiettivo di riqualificazione urbana dell’esistente serve alla città per avere edifici più sicuri, decorosi, vivibili e magari anche più belli. Alla città, e non ai privati portatori di interessi economici”. Secondo Tommaso Fasano, che ha apprezzato la scelta di disegnare un “percorso complessivo con tappe e date pubbliche e verificabili”, i consiglieri comunali hanno “strumenti e aiuti per capire ed esprimere giudizio informato sulle cose e quindi possono esprimere una valutazione sui cambi di destinazione d’uso”. Diego Lenzini ha ribadito che lo sblocca Modena “risponde a necessità di aziende e cittadini che allo stato attuale non possono essere soddisfatte ed è quindi da approvare anche se è perfettibile”. Per Paolo Trande ogni amministratore ha “l’obbligo, morale ancor prima che politico, di creare tutte le condizioni perché nel nostro territorio si possa generare lavoro e far ripartire l’economia. Stiamo cercando di farlo in modo sostenibile, senza consumare territorio e sburocratizzando, cioè eliminando tutto ciò che non è utile per garantire il controllo pubblico”. Dichiarando il voto favorevole, Andrea Bortolamasi ha evidenziato i due indirizzi seguiti dalla delibera: semplificazione normativa da un lato e volano allo sviluppo economico dall’altro: “È un primo strumento – ha detto – per incidere sull’obiettivo prioritario dell’amministrazione che è creare occupazione il più qualificata e stabile possibile”.

Adolfo Morandi, Fi, ha sostenuto che lo sblocca Modena contiene gli stessi provvedimenti che Forza Italia “ha richiesto con forza in molte occasioni negli anni scorsi. Abbiamo sempre detto che le amministrazioni modenesi hanno ingessato la città per decenni e oggi vedo che questa consapevolezza è diventata comune. È una magra soddisfazione però, perché arriviamo tardi. Il provvedimento è comunque un primo passo nella direzione corretta, finalmente un’apertura sulle questioni che abbiamo sollevato. Il percorso è quindi opportuno anche se ci sono delle riserve: non basta allentare la burocrazia, bisogna superare le norme troppo stringenti di Psc e Rue ma il percorso verso questa modifica è troppo lento. C’è anche il problema della soggettività inevitabile delle decisioni che prenderà il Consiglio sulle deroghe: si rischia di sfavorire alcuni e avvantaggiare altri”. Andrea Galli si è detto “d’accordissimo con il discorso del sindaco che però, quando era in Regione, ha bocciato un piano analogo proposto da FI. Quello che oggi sostenete è il contrario di quello che sostenevate quattro anni fa. Ma noi siamo a favore dell’impostazione di oggi: uno in casa sua deve poter fare quello che vuole”.

Adriana Querzè di Per me Modena ha osservato che valutare di volta in volta le singole decisioni di deroga “fa correre il rischio di perdere la visione di insieme e della sostenibilità di quello che facciamo. Ci si chiederà di esprimerci sulle politiche ma vedo complicato fare politica esprimendoci su un edificio alla volta. La riqualificazione dell’esistente va benissimo ma non stiamo approvando un piano di riqualificazione, approviamo delle deroghe rischiando di non capire l’impatto che avranno sul contesto del traffico e dei servizi. Una scossa all’economia ci vuole ma ancora una volta non stiamo andando nella direzione di mettere in campo un modello diverso”.

Per Marco Cugusi di Sel è “indubbio che il Psc vigente contenga rigidità che andavano modificate. Da anni chiediamo cambiamenti e finalmente diamo una risposta a bisogni reali dei cittadini di questa città, poi vedremo come, e come fugare dubbi e paure. Apprezziamo che il provvedimento riguardi solo la riqualificazione dell’esistente escludendo il consumo di nuovo suolo. Ma faccio una sollecitazione fortissima all’assessora: bisogna che si avvii prestissimo il percorso partecipato su nuovo Psc che deve essere pensato nella condivisione più totale del consiglio e della città”.

Per l’Udc Giuseppe Pellacani ha sostenuto che “bisogna essere coerenti: siamo in città e nazione in cui l’emergenza prioritaria è quella economica e siamo tutti d’accordo che uno dei mondi in cui occorre fare qualcosa è quello dell’edilizia. Questo documento va in questa direzione e coglie l’occasione di modifiche normative per andare incontro alle esigenze dei cittadini e delle imprese di avere tempi celeri e meno pastoie burocratiche. Votare contro questo documento sarebbe una scelta non coerente con quello che tutti sosteniamo”.

Luigia Santoro di Ncd ha valutato positivamente la delibera che “punta anche a riportare l’occupazione a livelli dignitosi. Auspico che si consentano permessi alle migliorie dei privati con controllo a posteriori, accorcerebbe ulteriormente i tempi anche rispetto ai sei mesi previsti nel provvedimento: bisogna dare fiducia ai privati che intervengono sui loro beni, nel rispetto delle regole e con il consenso tacito dell’ente”.

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