01/12/2014

TERRAMARE/3 – NEI VILLAGGI FORTIFICATI CAPANNE SOPRAELEVATE

Una civiltà che nell’Età del Bronzo, dal 1650 a.C., prosperò 5 secoli nella grande pianura del Po, con una economia basata su agricoltura e allevamento con un raffinato artigianato

Il nome “terramare” deriva dalla denominazione (terra marna) che veniva data al terriccio da concime estratto da alcune collinette che si ergevano per pochi metri nell’area centrale della pianura padana. Quando all’inizio degli anni ’60 del XIX secolo ci si rese conto che queste collinette altro non erano che i resti di abitati dell’età del bronzo la ricerca ebbe un enorme sviluppo e in pochi anni le terramare divennero note in tutta l’archeologia europea.

La nascita del sistema economico e sociale delle terramare è in gran parte l’esito di una colonizzazione che a partire dal 1650 a.C. interessò la pianura padana centrale. I villaggi, che nel periodo più tardo raggiungevano anche 20 ettari di estensione, erano generalmente di forma quadrangolare, circondati da un fossato e fortificati con un argine. Le abitazioni erano spesso sopraelevate su assiti lignei per isolarle dall’umidità del terreno. L’economia si basava su un’agricoltura intensiva, resa più produttiva da sistemi irrigui ottenuti con reti di canali artificiali, principalmente indirizzata verso la cerealicoltura. L’allevamento di ovini, bovini e suini era molto sviluppato, al contrario della caccia che aveva un ruolo marginale. Produzioni artigianali estremamente raffinate, come quella di manufatti in bronzo, evidenziano la presenza di figure specializzate. La società prevedeva probabilmente una differenziazione basata sul rango, dato che non vi sono evidenze di particolari concentrazioni di ricchezza: al vertice della comunità erano i guerrieri e le consorti. Verso la fine del Bronzo Recente (1200-1150 a.C.), probabilmente a seguito di una crisi ambientale determinata da un periodo di siccità e da un eccessivo sfruttamento del territorio, il sistema produttivo delle terramare entra in crisi, innescando un processo di crescente criticità che in alcuni decenni provoca il collasso di una civiltà che aveva per cinque secoli dominato la grande pianura del Po.

Per favorire una conoscenza di questa civiltà che non fosse veicolata solo dai reperti conservati nei musei, il Museo civico archeologico etnologico di Modena ha dato vita, sul modello dei parchi archeologici nord europei, al Parco archeologico e Museo all’aperto della Terramara di Montale, dove è possibile immergersi nel mondo delle terramare. Vi sono riuniti l’area archeologica musealizzata, nella quale è possibile vedere i resti delle abitazioni, e il museo all’aperto che propone la ricostruzione a grandezza naturale di una parte del villaggio realizzata a partire dai risultati degli scavi. Fossato, terrapieno e due case arredate con vasellame, utensili, armi e vestiti che riproducono fedelmente gli originali di 3.500 anni fa sono inseriti in una cornice che ripropone efficacemente l’habitat dell’età del bronzo e consente di aver un’esperienza diretta della vita che si svolgeva in questi villaggi. A rendere interattiva e partecipata l’esperienza uno staff di archeologi propone dimostrazioni di archeologia sperimentale, animazioni e laboratori per bambini e famiglie.

Per informazioni: tel. 059 2033101 o 059 532020 (www.parcomontale.it).

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