01/12/2014

TERRAMARE/4 – PERCHÉ LA MOSTRA S’INTITOLA “LE URNE DEI FORTI”

Gli scavi a Casinalbo e le ricerche hanno permesso di far riemergere dall’oblio uniforme a cui pareva destinata, la storia di una comunità. Di qui il richiamo ai versi di Ugo Foscolo

La mostra “Le urne dei forti”, che inaugura a Palazzo dei Musei di Modena domenica 14 dicembre alle 17, metterà in scena l’essenzialità di ciò che ci rimane di uomini e donne di oltre 3mila anni fa, facendoli uscire dall’anonimato e restituendoci, se non la storia dei singoli individui, l’organizzazione della comunità.

Viene da qui l’idea di intitolare la mostra richiamando un verso dei “Sepolcri” di Ugo Foscolo, il quale - contrario all’editto napoleonico che imponeva di seppellire i morti al di fuori delle mura delle città e stabiliva che le lapidi dovessero essere tutte uguali per evitare discriminazioni fra i defunti - meditava sul concetto che i valori e gli ideali degli individui potessero sopravvivere alla loro morte rimanendo nella memoria di chi resta. Ma il ricordo potrebbe svanire se le sepolture sono impersonali e lontane dai luoghi dei vivi. “La necropoli della terramara di Casinalbo, a pochi chilometri da Modena – spiega Andrea Cardarelli, che ha diretto gli scavi e con Cristiana Zanasi ha progettato la mostra - pare proprio incarnare i timori del Foscolo: collocata fuori dell’abitato, sembrerebbe voler cancellare nell’uniformità minimalista ogni individualità, condannando quella comunità all’oblio. Invece – conclude Cardarelli - oggi gli studi archeologici dispongono di metodologie di ricerca molto sofisticate che hanno ridato voce a quelle lontane vite, restituendo, se non ogni singola individualità, la storia di un’intera comunità”. “Ribaltare i rapporti di forza fra la straordinarietà del reperto e la straordinarietà delle informazioni che da esso scaturiscono – spiega Cristiana Zanasi, curatrice del Museo civico archeologico - è il forte elemento innovatore di questa mostra, dove all’apparente uniformità dei materiali esposti fa da contraltare la sorprendente ricchezza dei risultati scaturiti in anni di studio”.

La necropoli sarà presentata al pubblico attraverso una ricostruzione che conduce il visitatore a percorrere virtualmente un sentiero dell’area sepolcrale e ad assistere alle cerimonie che vi si svolgevano. Le ricostruzioni, i filmati, le voci che nell’oscurità richiamano un celebre rito funebre dell’antichità, il funerale di Patroclo narrato da Omero, mirano a creare una dimensione fortemente evocativa. Intorno, un percorso espositivo ricco di reperti, immagini, testi e strumenti multimediali racconta i risultati di una ricerca archeologica che rappresenta una nuova svolta nello studio delle Terramare.

Il progetto della mostra, a cura di Andrea Cardarelli, docente di Preistoria e Protostoria all’Università Sapienza di Roma, e Cristiana Zanasi, curatrice del Museo civico archeologico, è stato sostenuto dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena.

Alla mostra si affianca una pubblicazione scientifica della ricerca diretta da Andrea Cardarelli con la collaborazione di Gianluca Pellacani, del Museo civico archeologico di Modena, e il contributo di vari autori dell’Università Sapienza di Roma, del Museo Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma e delle Università di Modena e Reggio Emilia e del Salento.

La qualità della ricerca scientifica che ha portato alla realizzazione della mostra ha permesso di ottenere il patrocinio dell’Istituto italiano di preistoria e protostoria,  polo di eccellenza per lo studio della preistoria e protostoria italiana.

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