21/02/2014

QUARTIERI, LE DICHIARAZIONI NELLA PRIMA CONSULTAZIONE

Pd a favore, Sel, FI-Pdl, Msa e Ncd contro: non si raggiungono i 28 voti necessari per l’approvazione. La delibera tornerà in Consiglio lunedì 24 febbraio

La votazione in Consiglio comunale a Modena della delibera per la proposta di modifica dello Statuto per consentire la rinascita dei quartieri cittadini al posto delle Circoscrizioni, nella seduta di giovedì 20 febbraio è stata preceduta dalle dichiarazioni di voto dei gruppi consiliari. La delibera, che per essere approvata in questa prima votazione avrebbe avuto bisogno della maggioranza qualificata dei due terzi dei consiglieri, pari a 28 voti favorevoli, ne ha ottenuti solo 21, quelli dei consiglieri Pd presenti. Hanno espresso contrarietà Sel, FI-Pdl, Msa e Ncd. La proposta ritornerà quindi in Aula per una nuova votazione nella seduta consiliare di lunedì 24 febbraio e, se neanche in questo caso otterrà la maggioranza qualificata, sarà necessario un terzo passaggio in cui basterà la maggioranza assoluta.

Ingrid Caporioni di Sel ha annunciato voto contrario, evidenziando che i nuovi Consigli di quartiere “devono essere regolamentati come istituti di partecipazione; non accettiamo la vecchia logica di rappresentanza politica”, ha detto. “E la partecipazione – ha proseguito – non deve essere solo forma, ma sostanza: quindi chiediamo di sperimentare nuove forme sul modello dei 100 per Modena”.

Per Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it “serve un percorso partecipativo sui quartieri e andrebbe fatto un passo indietro. Con queste modifiche i consiglieri di quartiere non saranno nemmeno più eletti ma verranno nominati dai partiti. È necessario individuare una soluzione diversa – ha aggiunto – e se non c’è il tempo necessario si può recepire la legge per poi ripensare in seguito un sistema diverso, perché questo è superato e non democratico”.

Luigia Santoro del Nuovo centro destra ha anticipato un voto contrario: “La delibera presenta criticità perché fa riferimento a un Regolamento che non esiste. Le quattro Circoscrizioni verranno probabilmente sostituite con sette quartieri quindi si risparmieranno i compensi dei consiglieri ma si moltiplicheranno le sedi, gli uffici e il personale necessario. Mi sembra si voglia fare questa votazione di corsa – ha concluso – e siamo ben lontani dall’idea di partecipazione”.

Adolfo Morandi di FI-Pdl ha denunciato la “mancanza di volontà di recepire le considerazioni emerse in sede di Commissione da parte dell’assessore Poggi. C’era la possibilità di decentrare gli uffici degli assessorati nelle strutture che già sono presenti – ha continuato – senza aggirare la normativa nazionale che abolisce le Circoscrizioni”. Il consigliere ha evidenziato infine che “le spese di struttura di sette quartieri vanno contro l’indicazione nazionale”.

Giandomenico Glorioso del Pd ha difeso “la scelta politica” alla base della delibera: “Non abbiamo condiviso la legge dello Stato che ha deciso di abolire le Circoscrizioni, ma con questo documento – ha precisato – non si aggira alcuna norma, perché è lo stesso Testo unico degli enti locali che sollecita i Comuni, anche su base di quartiere, a promuovere organismi di partecipazione popolare alla gestione locale”.

Gian Carlo Pellacani dell’Udc si è detto “non convinto” da quanto detto e ha annunciato voto contrario. “Mi sembra che l’individuazione di un nuovo sistema sia stata affrettata e che si vadano a sostituire organismi definiti per legge con qualcosa di indefinito”. Pellacani ha espresso la volontà di chiedere una valutazione della Commissione controllo e garanzia per la procedura seguita nella trattazione della delibera, come già annunciato prima delle dichiarazioni di voto dal consigliere Michele Barcaiuolo.

La proposta di modifica allo Statuto comunale è infatti tornata in Consiglio comunale giovedì 20 febbraio dopo essere stata oggetto di ulteriori approfondimenti da parte della Commissione Affari istituzionali in seguito alla sospensione decisa a fine dibattito, in sede di replica dell’assessore, nella seduta del 6 febbraio. La Commissione non ha apportato modifiche alla proposta, pertanto la presidenza del Consiglio e il segretario comunale hanno ritenuto, sulla base dell’articolo 44 del Regolamento del Consiglio comunale e sentiti il presidente di Commissione e l’assessore, di riprendere la trattazione da dove era stata interrotta, cioè dalle dichiarazioni di voto.

“Non sono d’accordo con questa procedura – ha affermato Barcaiolo – e chiedo formalmente una verifica della Commissione controllo e garanzia su questa situazione che non ha precedenti. Sono convinto – ha aggiunto – che il Regolamento del Consiglio comunale, nel definire la sospensione e la ripresa della discussione dal punto di interruzione, si riferisca a trattazioni all’interno della stessa seduta”.

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