27/03/2014

INCENERITORE, “IL COMUNE DIFENDE LA LEGITTIMITÀ DEI SUOI ATTI”

L’assessore Arletti risponde all’interrogazione della consigliera Poppi (Msa) sulla decisione dell’Amministrazione di resistere in giudizio al ricorso contro l’autorizzazione

“Nel resistere in giudizio al ricorso contro l’autorizzazione all’inceneritore, come Amministrazione, non solo difendiamo la legittimità dei nostri atti, ma anche la priorità al trattamento dei rifiuti dell’ambito provinciale modenese rispetto ad altri”.

Lo ha affermato l’assessore all’Ambiente Simona Arletti rispondendo nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 27 marzo, all’interrogazione trasformata in interpellanza di Sandra Poppi (Modenasaluteambiente.it). L’istanza era relativa alla decisione di Comune e Provincia di resistere in giudizio presso il Tar di Bologna al ricorso “contro l’autorizzazione all’inceneritore, che allarga l’ambito di trattamento dei rifiuti da quello provinciale a quello regionale”. Il ricorso è stato presentato dalle aziende Grs, Saima e Usco per il timore di effetti negativi delle emissioni sulla salute degli addetti impiegati nelle medesime, collocate nelle immediate vicinanze dell’inceneritore.

Alla richiesta della consigliera di quali motivazioni, in particolare sanitarie, stanno alla base della scelta, l’assessore ha quindi precisato che “sono prevalentemente di tipo giuridico e non contemplano particolari argomentazioni sanitarie. Il parere sull’inceneritore oggetto di ricorso è quello con il quale il settore Ambiente e protezione civile del Comune, da un lato, prende atto che l’efficienza energetica dell’impianto gestito da Hera è superiore al valore di 0.60, con la conseguente classificazione delle operazioni di incenerimento come ‘recupero energetico’ anziché ‘smaltimento dei rifiuti’, dall’altro introduce la priorità al trattamento dei rifiuti dell’ambito provinciale modenese rispetto ad altri. Anche alla luce di questo ultimo aspetto – ha aggiunto – l’Amministrazione è tenuta a difendere la legittimità dei suoi atti”.

Poppi ha inoltre chiesto se prima della decisione sono state interpellate le organizzazioni sindacali rappresentanti dei lavoratori, quali costi legali e di consulenze la scelta comporti e quanto negli anni 2006-2007 è stato speso per la resistenza in giudizio sul ricorso presentato sempre sull'Aia dell'inceneritore di Modena, da Wwf, Italia nostra, Comitato Modena salute e ambiente, e privati cittadini. La consigliera ha ricordato che “il sindaco è per legge il responsabile della salute pubblica dei cittadini del Comune di Modena” e che “è in corso una seconda indagine dell’Ausl su circa mille residenti nelle vicinanze dell’inceneritore, di cui si sono prelevati campioni biologici per valutare l’esposizione individuale e l'associazione tra esposizione alle emissioni da inceneritore ed eventi sanitari, dopo che già una prima indagine aveva dato indicazioni in tal senso”.

Arletti ha spiegato che, per legge, agli impianti di incenerimento di rifiuti urbani può essere riconosciuta l’operazione di recupero anziché smaltimento dei rifiuti solo se la loro efficienza energetica supera determinate soglie e, per impianti come quello di via Cavazza, deve essere uguale o superiore a 0,60. “Il calcolo di tale parametro – ha precisato l’assessore – è stato effettuato dal gestore per il periodo di esercizio dell’impianto da giugno 2012 a maggio 2013 ed è stato successivamente verificato anche da Arpa Modena”. Arletti ha aggiunto che le organizzazioni sindacali non sono state interpellate perché non è previsto in caso di resistenza in giudizio. “La difesa del Comune – ha proseguito – è affidata all’Avvocatura civica, come ogni altra vertenza che coinvolga l’Amministrazione. Non vi sono quindi maggiori spese in merito diverse da quelle del funzionamento dell’Avvocatura civica, istituzionalmente al servizio del Comune al pari ogni altro settore amministrativo”. Arletti ha infine spiegato che il pregresso contenzioso promosso da associazioni ambientaliste, Comitato salute ambiente e cittadini del 2007 non ha comportato costi aggiuntivi per il Comune, in quanto il giudice del Tribunale di Bologna, alla fine del giudizio, ha ritenuto meritevole la vertenza della compensazione delle spese.

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