15/03/2014

SCUOLE CHIUSE AL SABATO O RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA?

L’assessore Adriana Querzè ha risposto all’interrogazione di Sandra Poppi (Msa)

Studenti a casa il sabato? E’ un’opzione, che nel rispetto delle autonomie scolastiche e delle decisioni del Consiglio dei genitori, l’assessore all’Istruzione del Comune di Modena Adriana Querzè non esclude a priori, “soprattutto per quelle secondarie di primo grado dove il prolungamento dell’orario era in vigore prima che la riforma Gelmini lo cancellasse”, anche se è “sulla riqualificazione energetica degli edifici scolastici che bisogna innanzitutto investire”.

È quanto ha detto l’assessore nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 13 marzo quando ha risposto all’interrogazione consiliare di Sandra Poppi di Modenasaluteambiente che ha proposto “di spalmare l’orario scolastico su cinque giorni nelle scuole del Comune di Modena per ridurre le spese di luce, riscaldamento e inquinamento atmosferico dovuto alle centrali termiche degli istituti scolastici e al numero di auto e mezzi pubblici circolanti al sabato”.

Adriana Querzè ha detto di condividere le motivazioni di tipo ambientale all’origine della proposta, “anche se l’organizzazione del tempo scuola non è neutra dal punto di vista didattico”, e introducendo alcune differenziazioni a seconda del grado di scuola: studenti d’infanzia e della maggior parte delle primarie (solo due scuole elementari sono aperte il sabato) funzionano già su cinque giorni; per le medie inferiori il prolungamento pomeridiano era in funzione fino a quattro anni fa; discorso diverso per le superiori, frequentate da molti studenti residenti in altri comuni che quindi dovrebbero prolungare la loro permanenza fuori casa.

D’altro canto per l’assessore occorre puntare soprattutto su interventi sugli edifici scolastici in grado di ottimizzazione la resa energetica, oltre che a cambiare abitudini e stili di vita. “Dallo scorso anno – ha detto Querzè - abbiamo abbassato il riscaldamento nelle scuole con un guadagno in risparmio energetico e in salute; sono state inoltre compartimentate le segreterie di diversi istituti scolastici per consentire di lasciare acceso il riscaldamento solo laddove e quando serve e abbiamo fatto anche un accordo con le scuole per uniformare i ponti festivi. Tanto si può fare. Si dovrebbero per esempio utilizzare solo mezzi ecologici nei collegamenti tra comuni limitrofi e città; occorre incentivare percorsi casa scuola a piedi perché elementari e medie sono vicino alle abitazioni degli studenti e occorre soprattutto investire in riqualificazione energetica”. Un esempio? “Alle scuole Saliceto Panaro – ha continuato - si è costituita una cooperativa di genitori che ha operato una riqualificazione energetica dell’edificio scolastico e nel giro di pochi anni si è arrivati a un risparmio energetico del 30 per cento. Il tavolo di confronto con genitori e dirigenze scolastiche su tutte queste questioni – ha concluso – è tutt’altro che chiuso”.

Rispondendo, infine a una domanda contenuta nell’interrogazione, l’assessore ha detto che se le scuole medie della città restassero chiuse il sabato (i costi per le superiori sono a carico della Provincia), si realizzerebbe un risparmio per il riscaldamento di circa 105 mila euro.

Dopo la trasformazione in interpellanza è intervenuto William Garagnani del Pd: “Immenso rispetto per i genitori che hanno sollecitato l’interrogazione e per le motivazioni della consigliera – ha esordito - ma se la pedagogia non fosse morta, si ricorderebbe che la riduzione dell’orario da 6 a 5 giorni fu una rivoluzione nata proprio nelle nostre zone per fornire maggiore offerta didattica attraverso non solo il prolungamento dell’orario scolastico, ma anche una forte rivoluzione pedagogica. Mai nessuno ha pensato di ridurre l’orario scolastico per risparmiare, perché il tempo scuola è primario nello sviluppo della nazione. Piuttosto – ha continuato - per educare la gente facciamo la battaglia per i Pedibus non con i volontari, ma assumendo personale”.

In sede di replica la consigliera Poppi, ha precisato come non fosse nelle sue intenzioni “togliere ancora qualcosa alla scuola, ma piuttosto di considerare la possibilità di distribuire diversamente l’orario scolastico, laddove possibile, come è stato fatto per esempio in certi istituti di Bologna. La vedo – ha rimarcato - come una possibilità, ma sostengo comunque e sempre anche altri interventi”.

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