25/11/2015

SABATO “SEDUTA TASSONIANA” DELLA DEPUTAZIONE STORIA PATRIA

Il 28 novembre alle 15.30 a Palazzo Comunale in piazza Grande, studiosi discutono di Alessandro Tassoni nel 450° della nascita, in un incontro aperto liberamente al pubblico

Un incontro sulla storia e la fortuna di Alessandro Tassoni a cura della Delegazione di Storia patria è in programma sabato 28 novembre alle 15.30 nella Sala di Rappresentanza di Palazzo Comunale in piazza Grande. Con questa iniziativa prosegue il calendario di iniziative promossi dal Comune sulla figura di Alessandro Tassoni a 450 anni dalla nascita, avvenuta a Modena nel settembre 1565. Nella seduta straordinaria della Deputazione, aperta liberamente al pubblico, saranno presentate nuove ricerche dedicate sia al poeta, erudito e diplomatico modenese, sia al contesto culturale in cui egli visse e operò in una scala di respiro italiano ed europeo.

Prendendo spunto da alcune opere tassoniane conservate a Dresda, Fabio Marri dimostrerà come la diffusione manoscritta delle opere di Tassoni sia più ampia di quanto gli studi esistenti abbiamo rilevato, mentre Matteo Al Kalak seguirà la fortuna dell’edizione della “Secchia rapita” pubblicata a Modena nel 1744 dall’editore Soliani in collaborazione con Lodovico Antonio Muratori e altri intellettuali estensi, motivata anche da precisi intenti politici sottostanti.

La fama accumulata nel tempo da personaggi e luoghi citati nel testo di Tassoni verrà esaminata da Clementina Santi in merito a tradizioni e vicende legate al territorio reggiano per verificare quanto di storia e quanto di invenzione sia stato sapientemente mescolato dall’autore, e in modo non sempre lusinghiero per i soggetti che vi si trovano nominati.

Infine, sulle tracce dell’attività diplomatica svolta da Tassoni fra Roma, Torino e la Spagna Sonia Cavicchioli approfondirà la figura di Fulvio Testi, segretario di Francesco I dal 1620 il quale, durante le sue missioni a Roma, si prodiga per procurare al duca opere e oggetti di pregio: un virtuoso sulla scena romana che incarna ancora in pieno Seicento l’ideale umanistico del letterato.

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