05/12/2015

CONVENZIONE SCUOLE FISM, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Diversi consiglieri sono intervenuti in Aula prima dell’approvazione della delibera

Prima dell’approvazione della delibera che dà il via libera al Protocollo d’intesa tra il Comune di Modena e la Federazione italiana scuole materne Fism per il triennio 2015-2018 (a favore Pd, Sel, Futuro a sinistra e CambiaModena, contro M5s, astenuti Per me Modena e FI), nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 3 dicembre sono intervenuti diversi consiglieri.

Per il M5s, Mario Bussetti ha evidenziato che “la delibera descrive e regola una situazione statica, cioè gli scambi tra il Comune e le Fism. Come si regola l’evoluzione anche numerica di questo rapporto?”, ha chiesto il consigliere. “Se un anno il numero di bambini aumenta rispetto ai posti, cosa succede e su quell’anno come si regola il sistema?”. Elisabetta Scardozzi ha sottolineato che “l’accesso all’istruzione scolastica deve essere libero per tutti ma a Modena ci sono zone in cui non ci sono scuole dell’infanzia pubblica e quelle paritarie sono l’unico servizio disponibile. Questa è una mancanza del sistema scolastico – ha proseguito – che non garantisce libertà di scelta alle famiglie: se non sono convinte del tipo di educazione delle scuole Fism, l’alternativa è lasciare i propri figli a casa”.

Per il Pd, Susanna Pacchioni ha definito il protocollo come la “dimostrazione dell’impegno della città e dell’Amministrazione sulla scuola, a partire da quella dell’infanzia, che attraverso il connubio pubblico-privato convenzionato, offre un sistema di servizi di notevole qualità, come risulta anche dalle valutazioni dei genitori. Gli investimenti sulla scuola – ha concluso la consigliera – sono i più importanti per il futuro”. Tommaso Fasano ha parlato di “continuità rispetto al passato sia dal punto di vista educativo pedagogico sia di impegno economico, ma si cerca di inserire elementi di progettualità collegando finanziamenti ad alcuni progetti specifici. Il consigliere ha evidenziato come “nel sistema a mix pubblico-privato qualcosa potrebbe cambiare, ma abbiamo tutti gli strumenti per monitorare e gestire al meglio eventuali cambiamenti”. Per il capogruppo Paolo Trande “le scuole dell’infanzia sono tutte uguali, e devono avere la stessa governance pubblica e le stesse garanzie per i lavoratori: l’obbiettivo è infatti dare scuola di infanzia di qualità a tutti i modenesi. Siamo riusciti a raggiungere livelli di qualità e di offerta uniforme perché si è raggiunto un punto di equilibrio che va mantenuto con tutte le risorse possibili”. Caterina Liotti ha evidenziato “l’importanza della convenzione e di questo investimento che non deve passare per scontato. È frutto di scelte e ricordo che, quando per la prima volta venne affrontata questa convenzione, in città il dibattito fu ampio perché si temeva che l’investimento su scuole private significasse un calo della qualità dei servizi di quelle pubbliche. Dall’ascolto di genitori, operatrici e politici dell’epoca si trovarono garanzie e modalità che ci consentono oggi di dire che la sfida è stata vinta”. Fabio Poggi ha sottolineato il fatto che “con la convenzione si conferma non un tassello, ma un sistema globale: si dice che il sistema delle scuole d’infanzia modenesi è un sistema unico anche se fatto di diverse componenti. Alle scuole Fism – ha aggiunto – va riconosciuto il percorso fatto, in cui si sono messe in gioco per contribuire a creare tale sistema”.

Per Marco Cugusi di Sel “il sistema scolastico integrato modenese è un valore, che si fonda su un equilibrio tra le varie offerte e che rende quella di Modena una buona scuola. Ma bisogna fare attenzione perché tale sistema si regge su un equilibrio fragile: non vorremmo che subisse ulteriori scossoni, come il trasferimento di altre scuole sotto Cresciamo o la chiusura di realtà, e qualsiasi scelta deve essere ampiamente condivisa con le persone interessate. Non si deve andare a limare il patrimonio minimo, che non è solo di governance ma anche di gestione diretta del Comune”, ha concluso.

Antonio Montanini di CambiaModena ha portato la propria testimonianza come genitore: “I miei figli vanno in una scuola materna cattolica in un’area di Modena in cui non c’è un’altra scuola materna – ha affermato – e questa accoglie ogni tipo di bambino, anche di culture e religioni diverse”. Il consigliere ha evidenziato che “non vanno considerate come scuole differenti o di benestanti. La scuola dei miei figli da anni chiude il bilancio sempre in passivo e finora si è retta attraverso donazioni della parrocchia”.

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