20/06/2015

LINGUAGGIO DI GENERE / 1 – LA LEZIONE DI CECILIA ROBUSTELLI

L’intervento in Consiglio comunale a conclusione del percorso che ha coinvolto i dipendenti e portato a linee guida per l’uso del genere negli atti amministrativi

“Il sindaco di Cosenza: aspetto un figlio. Il segretario Ds: il padre sono io”. È una delle frasi, comparsa sui quotidiani qualche anno fa, che la professoressa Cecilia Robustelli ha utilizzato per far comprendere, in modo immediato, quanto l’uso di un linguaggio che rispetti i generi maschile e femminile possa eliminare ambiguità e dubbi, e facilitare la comprensione di quanto viene detto e scritto. L’esempio è stato usato dalla professoressa Robustelli durante la lezione magistrale tenuta davanti al Consiglio comunale di Modena giovedì 18 giugno. Presenti anche autorità civili e militari e numerosi cittadini.

Nell’accogliere la docente, la presidente del Consiglio Francesca Maletti ha spiegato che l’obiettivo della lezione era “condividere con i consiglieri e i cittadini modenesi il senso delle modifiche rispetto al linguaggio di genere, che non sono solo forma ma anche sostanza. La lezione - ha proseguito la presidente - arriva al termine di un apprezzato corso rivolto a dirigenti e dipendenti del Comune di Modena sulle modalità per applicare al meglio il linguaggio di genere nei diversi atti amministrativi. L’iniziativa rientra in un percorso di revisione del linguaggio usato nella modulistica del Comune che metta in evidenza entrambi i generi, avviato lo scorso febbraio con l’approvazione da parte del Consiglio comunale dell’Atto di indirizzo per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo sviluppato dall’assessorato alle Pari opportunità”. Il percorso ha portato inoltre all’adozione, da parte dell’Amministrazione, di un opuscolo contenente le linee guida per le l’uso del genere nel linguaggio amministrativo con istruzioni ed esempi lessicali, grammaticali e sintattici.

Robustelli, docente di Linguistica italiana all’Università di Modena e Reggio Emilia, collaboratrice dell’Accademia della Crusca e componente del gruppo di esperti sul linguaggio di genere della Presidenza del Consiglio dei ministri, ha inquadrato lo sviluppo dell’adozione del linguaggio di genere nel contesto delle istituzioni europee e italiane per poi spiegare che “quando si acquisiscono le competenze culturali e linguistiche necessarie e si conosce la strategia per intervenire, anche attraverso il linguaggio di genere, il testo migliora e si chiarisce, non si complica. Nessuno ha dubbi sull’utilizzo del genere maschile – ha proseguito la professoressa – quando ci si riferisce a un ruolo ricoperto da un uomo. I dubbi ci sono solo sui termini riferiti a donne, soprattutto se ricoprono ruoli istituzionali, ma è solo una mancanza di abitudine, perché non ci sono divieti o obblighi linguistici e grammaticali che ci impediscano di usarli. Il senso di una frase può cambiare a seconda del genere del pronome che si usa, per questo il genere ha funzione di disambiguazione, di riconoscimento e di attribuzione di identità”.

Nel ringraziare la professoressa Robustelli, l’assessora alle Pari opportunità Ingrid Caporioni ha sottolineato che “il percorso appena concluso è solo un tassello, ma importante, per l’affermazione delle pari opportunità e dei diritti degli uomini e delle donne. Il linguaggio non è solo uno strumento per trasmettere informazioni e idee. Le parole che si usano riflettono la società che le utilizza e a loro volta la influenzano. Per questo credo che il nostro compito istituzionale e politico sia agire sulla scuola, sulle nuove generazioni, anche sostenendo l’adozione di libri sulla grammatica di genere che già esistono”.

Al termine della lezione, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha ringraziato Cecilia Robustelli regalandole una riproduzione della Bonissima.

 

 

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