23/07/2015

ARRIVANO A MODENA GLI ORTI URBANI APERTI A TUTTI I CITTADINI

Il nuovo progetto, che integra la tradizione degli orti per anziani, partirà dopo l’estate su aree messe a disposizione dall’Amministrazione. Il primo orto a San Cataldo

Partirà subito dopo l’estate a San Cataldo la prima esperienza di orti urbani sul territorio comunale di Modena, che affiancherà, integrandola, la grande tradizione cittadina degli orti per anziani e alcune sperimentazioni associative sviluppate su terreni privati.

Nell’area compresa tra il cimitero, la residenza di via Belli e via Capuana troveranno spazio una sessantina di piazzole, di circa 20 metri quadrati ciascuna, destinate alla coltivazione di ortaggi, fiori e piante non da fusto, che saranno assegnate a cittadini singoli, famiglie o associazioni. Accanto alle piazzole più piccole sono previste anche alcune aree più grandi, di circa 700 metri quadrati, da destinare a orti condivisi.

A illustrare nel corso di una conferenza stampa il progetto degli orti urbani e il Regolamento che li disciplina, che sarà discusso nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 23 luglio, sono gli assessori al Welfare Giuliana Urbelli e all’Ambiente Giulio Guerzoni, che evidenziano come con questo progetto venga estesa “a nuovi soggetti anche a Modena la grande esperienza degli orti per anziani andando incontro alle nuove esigenze della città, come la sostenibilità, la qualità dei luoghi pubblici e un’alimentazione più sana. La novità importante di questo Regolamento – proseguono – è che l’Amministrazione per ora ha dedicato al progetto un’area e ne individuerà altre ma, in una logica di cittadinanza attiva, i cittadini potranno proporre loro stessi le aree da destinare a orto o giardino urbano e di cui prendersi cura”. 

Il progetto degli orti urbani, messo a punto congiuntamente dagli assessorati al Welfare e all’Ambiente del Comune di Modena, intende valorizzare gli spazi inutilizzati del tessuto urbano migliorando la qualità urbanistica dei luoghi e sostenendo, allo stesso tempo, la produzione alimentare biologica, a chilometro zero e stagionale, per il consumo familiare o collettivo, in una prospettiva di miglioramento della qualità della vita, da praticare a partire dall’alimentazione, e anche di supporto alle famiglie in difficoltà per la spesa alimentare. Il progetto, per il quale il Comune ha predisposto un apposito Regolamento mutuato dalle best practice di diverse città italiane, si propone inoltre di favorire la coesione e il presidio sociale valorizzando le potenzialità di iniziativa e di auto-organizzazione dei cittadini, oltre a incrementare le attività didattiche (prevenzione ed educazione ambientale) nei confronti dei giovani e di coloro che desiderano avvicinarsi a questo tipo di attività.

Azioni sul documento