01/07/2015

MAFIE, IN SALA DEL CONSIGLIO LA STORIA DI BARBARA RIZZO ASTA

Venerdì 3 luglio alle 21 secondo appuntamento del percorso “Sorelle & fratelli d’Italia". L’iniziativa è promossa da Consiglio comunale, Libera e Libera informazione

Barbara Rizzo Asta è morta il 2 aprile 1985, insieme ai suoi due figli gemelli di sei anni, Giuseppe e Salvatore. Ad uccidere lei e i suoi bambini è stata un’autobomba destinata al magistrato Carlo Palermo, rimasto miracolosamente vivo proprio per il transito del veicolo della donna, che gli ha fatto scudo nella strage di Pizzolungo (Trapani).

A raccontare la sua storia, venerdì 3 luglio alle 21 nella sala del Consiglio comunale nel Palazzo municipale (piazza Grande), sarà l’altra figlia, Margherita Asta, durante il secondo appuntamento del percorso di conoscenza “Sorelle & fratelli d’Italia” promosso dal Consiglio comunale di Modena, da Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, e Libera informazione. Barbara Rizzo Asta, in quel lontano 2 aprile 1985, stava accompagnando a scuola i due figli al momento dell’attentato e su quell’auto avrebbe dovuto esserci anche Margherita Asta, che al tempo aveva 11 anni, e da quel momento è a sua volta una sopravvissuta. Nella serata Asta presenterà insieme a Michela Gargiuolo il volume scritto a quattro mani “Sola con te in un futuro aprile”, che racconta appunto della madre. A introdurre l’incontro sarà la presidente del Consiglio Francesca Maletti, presente anche il sostituto procuratore della Procura di Trapani. Modererà la serata il giornalista e coordinatore di Libera informazione Lorenzo Frigerio. Nei prossimi mesi seguiranno ulteriori incontri.

“Questa e altre storie di resistenza civile contro le mafie – commenta la presidente Maletti – sono l’oggetto del ciclo di presentazioni di volumi sulle tante piccole e grandi battaglie per l’affermazione della legalità democratica contro la violenza delle mafie e il potere della corruzione, ospitato nella sala di maggior rappresentatività a Modena. Il Consiglio comunale prosegue così nel suo impegno a favore della legalità – aggiunge – dopo aver conferito, lo scorso 2 marzo, la cittadinanza al giudice Antonino di Matteo, minacciato per le sue indagini sulla mafia, alla presenza del presidente di Libera Don Luigi Ciotti, e aver deliberato l’intitolazione della Tenda alle vittime di mafia. L’iniziativa ‘Sorelle & fratelli d’Italia è inoltre in linea con l’approvazione all’unanimità, lo scorso 8 maggio, di due ordini del giorno che chiedono all’Amministrazione una serie di azioni di rafforzamento delle politiche per la legalità e la sicurezza e di contrasto alle mafie e alla corruzione”.

Il primo appuntamento del ciclo “Sorelle & fratelli d’Italia”, che si è svolto lo scorso 15 maggio, ha visto ospite della serata Franco La Torre con la presentazione del volume “Sulle ginocchia” sul padre Pio La Torre, ucciso il 30 aprile 1982 insieme a Rosario Di Salvo, a colpi d’arma da fuoco, mentre raggiungeva in auto la sede del partito.

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