10/07/2015

NOMINE / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Diversi consiglieri sono intervenuti prima dell’approvazione della mozione del Pd

L’approvazione dell’ordine del giorno del Pd di integrazione alle linee guida che regolano gli indirizzi per la nomina di rappresentanti del Comune presso enti, aziende, istituzioni e società partecipate (a favore Pd, Sel, Per me Modena e M5s, contro FI, astenuto CambiaModena) è stata preceduta dall’intervento di diversi consiglieri.

Per il Pd Giulia Morini ha espresso perplessità sulla gratuità delle cariche e sul sorteggio voluti da FI, così come sul limite generale di due mandati voluto dal M5s: “questi elementi rischiano di tenere le competenze lontane dalle nomine”, ha affermato. “Attraverso l’ordine del giorno del Pd viene proposto un rapporto più stretto tra i consiglieri, che rappresentano i cittadini, e l’agire delle persone che accedono alle cariche – ha aggiunto – ciò significa non lasciare scuse alla politica, che si assumerà davanti ai cittadini in modo molto più stringente di prima le responsabilità di quello che verrà fatto e di chi lo farà”. Grazia Baracchi ha ricordato il percorso fatto nella consigliatura precedente in termini di pubblicità e trasparenza sulle nomine. “E’ fondamentale che ci sia la pubblicazione sul sito del Comune dei curriculum e delle esperienze professionali dei candidati – ha aggiunto – in modo che tutti possano accedervi e vedere chi sono le persone che si candidano: l’obiettivo è avere il miglior candidato possibile”. Antonio Carpentieri ha evidenziato che “i dettagli di come si procederà e di quali saranno i criteri dell’audizione possono essere definiti solo nella delibera che tornerà in Aula integrata, non con un ordine del giorno che dà indirizzi politici”. Il consigliere ha poi ricordato che “ci sono città che non prevedono nemmeno la pubblicazione continuativa dei curriculum”. Fabio Poggi ha precisato che, “con l’emendamento, il Pd non ha cercato di prendere tempo ma ha semplicemente rimesso la palla al posto giusto, cioè al centro. Sui criteri – ha proseguito – non sarà semplice trovare un accordo, ma chiediamo alla Giunta di farci una proposta di modifica delle linee guida e su quella ci confronteremo”.

Per Giuseppe Pellacani di FI “da vari decenni a Modena esiste un sistema chiuso in cui attraverso una serie di porte girevoli si passa da una poltrona all’altra, con un requisito fondamentale: la vicinanza o appartenenza politica. Attraverso la proposta del nostro odg vorremmo evitare per il futuro questo giro tra cooperative, Comune, Pd, politica, fondazioni, enti, partecipate, ma sappiamo che non ce la faremo mai”. Il consigliere ha precisato che, “anche con il sorteggio, se si parte da un elenco di persone che presentano determinati requisiti, si ha una verifica dell’idoneità”.

Mario Bussetti del M5s ha evidenziato che “il tema dei due mandati non cancella la competenza: forzare il ricambio non vuol dire perdere completamente la competenza”. Il consigliere si è detto d’accordo sul fatto che “nella politica bisogna metterci la faccia, a maggior ragione di fronte a un’audizione di tutti i candidati, che non va nella direzione di togliere al sindaco il ruolo di compiere la scelta”. Marco Bortolotti si è detto convinto del dispositivo della mozione del Pd, “ma ci rimane l’amaro in bocca perché è un peccato perdere l’occasione per fare un passo in più nella collaborazione tra parti politiche. Al nostro ordine del giorno – ha aggiunto – abbiamo dato l’impostazione della partecipazione non ripresa nel documento che verrà con ogni probabilità approvato. Ci riserviamo di fare attenzione a quello che avverrà e applicheremo quel requisito in quelle che saranno le nostre candidature”.

Anche Marco Chincarini di Per me Modena si è detto perplesso rispetto al meccanismo dell’estrazione e al limite generale di due mandati, “ma siamo d’accordo con la proposta che tutti i candidati possano presentarsi in Commissione. Sarebbe un indirizzo di trasparenza assoluta nei confronti dei cittadini, anche se la scelta finale rimane una scelta politica che deve fare il sindaco”. Il capogruppo Domenico Campana ha espresso interesse per l’emendamento presentato dal Pd evidenziando come permetta “di spostare l’asse e mettere in condizioni tutti i consiglieri di riflettere e riprendere la materia in un secondo momento per darne una veste definitiva”. Il consigliere ha riconosciuto che “la legge che regola le autonomie locali lascia al sindaco un notevole potere discrezionale, ma secondo noi – ha aggiunto – questa discrezionalità va regolata”.

Marco Cugusi di Sel ha ricordato che “da poco è stata approvata la carta di Avviso pubblico, che all’articolo 19 parla di nomine di rappresentanti in enti terzi, precisando che non possono essere nominati soggetti rinviati a giudizio, che abbiano commessi reati. Non basta quindi essere competente – ha detto il consigliere – e se come base avessimo utilizzato questo articolo, su cui eravamo tutti d’accordo, avremmo evitato di lavorare su tanti documenti”.

Per Antonio Montanini di CambiaModena “l’approccio è sbagliato, in quanto non possiamo continuare a cercare di voler regolare qualcosa che non è regolabile: è normale che il meccanismo delle nomine sia legato alla politica e il sindaco ha il diritto e il dovere di fare determinate nomine assumendo gli oneri e gli onori che ne derivano. L’unica strada per risolvere la questione – ha concluso – è smettere di ostinarsi a fornire i servizi oltre che regolarli”.

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