“Apprezziamo l’impegno preso dalla Regione nel sostenere il percorso di unificazione dei nostri due ospedali, che credo debba passare attraverso una legge regionale. A settembre la Conferenza territoriale socio sanitaria si riunirà nuovamente e valuterà l’ampliamento della cabina di regia che ne è alla guida”.
Lo ha detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli chiudendo il dibattito sulla sanità a Modena che si è svolto in Consiglio comunale giovedì 23 luglio dopo la comunicazione da lui fatta nella precedente seduta.
“Abbiamo una sanità di eccellenza – ha aggiunto – ma non dobbiamo mai fermarci, perché le esigenze cambiano ed è necessario rafforzare la strategia di attacco della sanità. Come istituzione dobbiamo assumere la responsabilità politica di fare un salto in avanti per continuare ad essere all’avanguardia, anche sulla ricerca, e per fornire risposte valide in tempi brevi”.
Ad aprire il dibattito è stato il consigliere Marco Bortolotti del M5s che ha sottolineato come “oggi stia partendo quasi con entusiasmo un percorso per cercare di risolvere una situazione che è il frutto di scelte fatte nel passato. Probabilmente le scelte possibili in quel momento, ma non le più giuste. Chiediamo di avere più informazioni e di parlarne in questa sede – ha aggiunto – per capire quali sono gli obiettivi futuri”.
Per il Pd, Simona Arletti ha evidenziato che “la tutela della sanità pubblica passa attraverso l'evidenza dei dati, l'attuazione di buone pratiche, l’incontro e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti. Per esercitare questa funzione – ha proseguito – occorre mettere in campo competenze ma anche creatività e nuove abilità (mediazione, resilienza, enpowerment). In questo senso, rimane centrale l’investimento verso l’educazione alla salute”. Tommaso Fasano ha sottolineato che “la sanità modenese ed emiliano-romagnola è già oggi su livelli di eccellenza nazionale ed europea, ma è in corso una riorganizzazione per rilanciare qualità, sostenibilità e universalità della sanità pubblica. È una sfida che dobbiamo cercare di gestire al meglio – ha affermato – rafforzando la competitività anche in prospettiva di area vasta, attraverso la fusione dei due ospedali, la riorganizzazione della medicina territoriale con le Case della salute, e la difesa della qualità della nostra università”. Per Fabio Poggi “al centro delle scelte riorganizzative è fondamentale porre il tema della riduzione dei tempi di attesa e far sentire i cittadini parte di percorsi di assistenza a vari livelli (ricovero, domiciliarità) e non oggetti di prestazioni. Nell’integrazione dei due ospedali – ha aggiunto – si deve evitare di creare doppioni o buchi, individuando le giuste sinergie, anche se non è semplice vista la diversità delle due realtà”. Anche il capogruppo Paolo Trande ha ribadito che “si tratta di un sistema sanitario di qualità, pubblico e universale. Se oggi siamo qui a riorganizzarlo – ha proseguito – non è perché si è sbagliato in passato o per arrivare a un risparmio, ma perché è cambiata la domanda (negli ultimi 25 anni la prospettiva di vita è cresciuta di 6 anni) e va rimodulato il sistema per fornire risposte più moderne e appropriate”.
Anche Marco Cugusi di Sel ha sottolineato che “il territorio ha già un altissimo livello di sanità pubblica, che va difeso e migliorato. Il percorso verso un ospedale unico mi vede pienamente d’accordo – ha continuato – ma per raggiungere gli obiettivi sono necessarie le risorse e qui siamo di fronte a tagli alla sanità significativi. Penso quindi che il Comune si debba battere in sede Anci affinché nel rapporto tra Stato e Regioni ci siano accordi tali da non costringere gli Enti locali ad aumentare le tasse per mantenere i servizi”.
Marco Chincarini di Per me Modena ha detto di “non voler sentir parlare di spendine review: nella sanità bisogna continuare a spendere e bene. Quali effetti ci saranno sulla qualità e sui tempi di attesa? Abbiamo bisogno di un ampliamento delle strutture? E quali sono i tempi previsti?”, ha chiesto. “Bisogna porsi l’obiettivo di mantenere alti i livelli di servizio ai cittadini. La fusione prospettata è sensata – ha concluso – ma non ci sono motivi per pensare che porti a risparmi importanti”.
Anche Luigia Santoro del Ncd ha evidenziato che “a Modena e in Regione l’assistenza sanitaria è a livelli di eccellenza e a farne la forza è la qualità dei singoli professionisti. Il cruccio sono le liste di attesa notevoli – ha aggiunto – dovute però anche all’aumento della domanda. Garantire un’organizzazione integrata può portare a una riduzione dei tempi di risposta e anche a benefici in termini di costi e di sostenibilità del sistema”.
Per Adolfo Morandi di FI “a Modena sono state fatte scelte sbagliate sul sistema sanitario, come la costruzione dell’ospedale di Baggiovara o di Sassuolo. Le risorse sono state gestite come se fossero infinite, ma finalmente ora il sindaco arriva a dire che serve integrazione tra gli ospedali; non so però se i tempi di questo percorso siano adeguati alle esigenze della collettività”. Il consigliere ha infine contestato “l’eccellenza modenese: i tempi di attesa per le prestazioni sono biblici; evidentemente il sistema non funziona e bisogna fare molto di più”.
Anche l’assessora a Welfare e Sanità Giuliana Urbelli è intervenuta nel dibattito evidenziando come siano state tagliate “risorse ingenti per la provincia di Modena, per un ammontare complessivo di oltre 10 milioni di euro. I fondi destinati al settore sociale e sanitario non sono solo spese – ha affermato – ma investimenti su cui bisogna insistere”.
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