25/07/2015

SANITÀ A MODENA, LE POSIZIONI IN CONSIGLIO COMUNALE

Aperto il dibattito dopo la comunicazione del sindaco Muzzarelli nella scorsa seduta

“Apprezziamo l’impegno preso dalla Regione nel sostenere il percorso di unificazione dei nostri due ospedali, che credo debba passare attraverso una legge regionale. A settembre la Conferenza territoriale socio sanitaria si riunirà nuovamente e valuterà l’ampliamento della cabina di regia che ne è alla guida”.

Lo ha detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli chiudendo il dibattito sulla sanità a Modena che si è svolto in Consiglio comunale giovedì 23 luglio dopo la comunicazione da lui fatta nella precedente seduta.

“Abbiamo una sanità di eccellenza – ha aggiunto – ma non dobbiamo mai fermarci, perché le esigenze cambiano ed è necessario rafforzare la strategia di attacco della sanità. Come istituzione dobbiamo assumere la responsabilità politica di fare un salto in avanti per continuare ad essere all’avanguardia, anche sulla ricerca, e per fornire risposte valide in tempi brevi”.

Ad aprire il dibattito è stato il consigliere Marco Bortolotti del M5s che ha sottolineato come “oggi stia partendo quasi con entusiasmo un percorso per cercare di risolvere una situazione che è il frutto di scelte fatte nel passato. Probabilmente le scelte possibili in quel momento, ma non le più giuste. Chiediamo di avere più informazioni e di parlarne in questa sede – ha aggiunto – per capire quali sono gli obiettivi futuri”.

Per il Pd, Simona Arletti ha evidenziato che “la tutela della sanità pubblica passa attraverso l'evidenza dei dati, l'attuazione di buone pratiche, l’incontro e la collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti. Per esercitare questa funzione – ha proseguito – occorre mettere in campo competenze ma anche creatività e nuove abilità (mediazione, resilienza, enpowerment). In questo senso, rimane centrale l’investimento verso l’educazione alla salute”. Tommaso Fasano ha sottolineato che “la sanità modenese ed emiliano-romagnola è già oggi su livelli di eccellenza nazionale ed europea, ma è in corso una riorganizzazione per rilanciare qualità, sostenibilità e universalità della sanità pubblica. È una sfida che dobbiamo cercare di gestire al meglio – ha affermato – rafforzando la competitività anche in prospettiva di area vasta, attraverso la fusione dei due ospedali, la riorganizzazione della medicina territoriale con le Case della salute, e la difesa della qualità della nostra università”. Per Fabio Poggi “al centro delle scelte riorganizzative è fondamentale porre il tema della riduzione dei tempi di attesa e far sentire i cittadini parte di percorsi di assistenza a vari livelli (ricovero, domiciliarità) e non oggetti di prestazioni. Nell’integrazione dei due ospedali – ha aggiunto – si deve evitare di creare doppioni o buchi, individuando le giuste sinergie, anche se non è semplice vista la diversità delle due realtà”. Anche il capogruppo Paolo Trande ha ribadito che “si tratta di un sistema sanitario di qualità, pubblico e universale. Se oggi siamo qui a riorganizzarlo – ha proseguito – non è perché si è sbagliato in passato o per arrivare a un risparmio, ma perché è cambiata la domanda (negli ultimi 25 anni la prospettiva di vita è cresciuta di 6 anni) e va rimodulato il sistema per fornire risposte più moderne e appropriate”.

Anche Marco Cugusi di Sel ha sottolineato che “il territorio ha già un altissimo livello di sanità pubblica, che va difeso e migliorato. Il percorso verso un ospedale unico mi vede pienamente d’accordo – ha continuato – ma per raggiungere gli obiettivi sono necessarie le risorse e qui siamo di fronte a tagli alla sanità significativi. Penso quindi che il Comune si debba battere in sede Anci affinché nel rapporto tra Stato e Regioni ci siano accordi tali da non costringere gli Enti locali ad aumentare le tasse per mantenere i servizi”.

Marco Chincarini di Per me Modena  ha detto di “non voler sentir parlare di spendine review: nella sanità bisogna continuare a spendere e bene. Quali effetti ci saranno sulla qualità e sui tempi di attesa? Abbiamo bisogno di un ampliamento delle strutture? E quali sono i tempi previsti?”, ha chiesto. “Bisogna porsi l’obiettivo di mantenere alti i livelli di servizio ai cittadini. La fusione prospettata è sensata – ha concluso – ma non ci sono motivi per pensare che porti a risparmi importanti”.

Anche Luigia Santoro del Ncd ha evidenziato che “a Modena e in Regione l’assistenza sanitaria è a livelli di eccellenza e a farne la forza è la qualità dei singoli professionisti. Il cruccio sono le liste di attesa notevoli – ha aggiunto – dovute però anche all’aumento della domanda. Garantire un’organizzazione integrata può portare a una riduzione dei tempi di risposta e anche a benefici in termini di costi e di sostenibilità del sistema”.

Per Adolfo Morandi di FI “a Modena sono state fatte scelte sbagliate sul sistema sanitario, come la costruzione dell’ospedale di Baggiovara o di Sassuolo. Le risorse sono state gestite come se fossero infinite, ma finalmente ora il sindaco arriva a dire che serve integrazione tra gli ospedali; non so però se i tempi di questo percorso siano adeguati alle esigenze della collettività”. Il consigliere ha infine contestato “l’eccellenza modenese: i tempi di attesa per le prestazioni sono biblici; evidentemente il sistema non funziona e bisogna fare molto di più”.

Anche l’assessora a Welfare e Sanità Giuliana Urbelli è intervenuta nel dibattito evidenziando come siano state tagliate “risorse ingenti per la provincia di Modena, per un ammontare complessivo di oltre 10 milioni di euro. I fondi destinati al settore sociale e sanitario non sono solo spese – ha affermato – ma investimenti su cui bisogna insistere”.

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