21/08/2015

“FUEROS” / 2 - GUERZONI NE PARLA CON PIER GIOVANNI CASTAGNOLI

Sabato 19 alle 21 nel chiostro di Palazzo S. Margherita conversazione pubblica tra l’artista modenese e il critico, curatore, docente e direttore di gallerie e musei

Appuntamento con il tempo – con le sue sfumature, i suoi interrogativi –  e con la coltre, impalpabile dell'oblio. Sullo sfondo, vivida e indelebile, oppure sfuggente e fumosa, la memoria, compagna irrinunciabile di ragionamenti “a quattro mani” fra un artista e un critico d'arte.

Sabato 19 settembre alle 21 il chiostro di Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103, ospita una conversazione pubblica con Franco Guerzoni e Pier Giovanni Castagnoli dal titolo “Fueros e relitti”.

L'iniziativa, che fa parte del calendario eventi del festivalfilosofia 2015, prende spunto dalla mostra-lampo allestita nelle sale superiori del Palazzo dal 18 al 20 settembre intitolata "Fueros".

Da sempre interprete del lavoro del tempo Franco Guerzoni coglie l'occasione per tornare sui temi a lui cari, si legge nella scheda di presentazione dell’incontro. Come appeso alla coda di una immaginaria cometa che illumina e spegne costruzioni e cancellazioni, quel che resta e quel che torna a essere lacuna, l'artista ci guida in un viaggio “sui generis” accompagnato da Pier Giovanni Castagnoli.

La mostra, allestita nei tre giorni del festivalfilosofia a Palazzo Santa Margherita, in corso Canalgrande 103 a Modena, sarà visibile a ingresso gratuito venerdì 18 settembre dalle 9 alle 23, sabato 19 dalle 9 all'una, domenica 20 dalle 9 alle 21.

 

Franco Guerzoni nasce nel 1948 a Modena, dove vive e lavora. Esordisce nel clima concettuale dei primi anni ’70, con una personale ricerca sui sistemi di rappresentazione dell’immagine e la restituzione fotografica del mondo archeologico. Dai primi anni ’80 realizza grandi opere parietali gessose, Carte di viaggio e Grotte, dove indecifrabili memorie di stili lontani convivono con le loro lacune, scavate dall’azione del tempo. La successiva ricerca sulla profondità della superficie dà luogo a grandi cicli di opere come Decorazioni e Rovine (presentate alla Biennale di Venezia del ’90) e Restauri provvisori (1994), che fanno affiorare nella materia infiniti strati di memoria e di esperienza pittorica.  In una direzione più intensamente cromatica, Orienti (1999) e Pompei-Bombay (2001), proseguono l’esplorazione sull’apparire dell’immagine all’interno della tensione tra costruzione e cancellazione. Con Antichi Tracciati (2007), Powder Landscapes (2008), Impossibili restauri (2010 e alla Biennale di Venezia 2011), Museo ideale (2012) e La parete dimenticata (Firenze, Palazzo Pitti, 2013), memorie invisibili e sembianze di reperti si fondono sulla parete suggerendo l’idea del bassorilievo. Più di recente, dopo la riscoperta di un fondo di immagini dei suoi esordi sperimentali, ne rielabora i motivi e le visioni in mostre come Nessun luogo. Da nessuna parte. Viaggi randagi con Luigi Ghirri (a Milano, Triennale, 2014) e Archeologie senza restauro (a Bologna, MAMbo, 2014).

Pier Giovanni Castagnoli, nato a Parma nel 1946, ha insegnato nelle Università di Bologna, Venezia, Padova e parallelamente si è dedicato all’ordinamento e alla conduzione di musei, dirigendo tra il 1982 e il 2008: la Galleria Civica di Modena, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Nel 2002 è stato insignito dal Ministero della Cultura e Comunicazione di Francia del titolo di Chevalier de l’Ordre des Artes e des Lettres.

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