22/01/2016

GIORNO MEMORIA/2 - CHARLOTTE DELBO. UNA MEMORIA, MILLE VOCI

Sabato 23 gennaio alle 18.30 al San Filippo Neri in via S. Orsola inaugurazione della mostra in cinque sezioni dedicata alla vita della scrittrice deportata ad Auschwitz

È dedicata a Charlotte Delbo, scrittrice francese deportata ad Auschwitz, la mostra “Charlotte Delbo. Una memoria, mille voci” che inaugura sabato 23 gennaio alle 18.30 alla Residenza Universitaria San Filippo Neri, in via Sant'Orsola 48, su iniziativa di Istituto storico di Modena, Fondazione Collegio San Carlo e Fondazione Ex Campo Fossoli, nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria 2016, a cura del Comune di Modena - Comitato permanente per la memoria e le celebrazioni e Provincia di Modena.

La mostra, curata da Elisabetta Ruffini e prodotta da Isrec di Bergamo e Centre de la Résistance et de la Déportation di Lione, evoca la figura e l’opera della scrittrice francese di origini italiane, partigiana e deportata ad Auschwitz e Ravensbrück, autrice di uno dei primi libri europei di memoria della deportazione, “Le convoi du 24 janvier”, solo da un decennio disponibile nella traduzione italiana.

“Se il nostro convoglio ha avuto un così alto numero di sopravvissute (sì, per Birkenau, 57 su 229 dopo sei mesi nel 1943 è un dato eccezionale, unico nella storia del campo) è perché ci conoscevamo già – scrive Delbo - è perché noi formavamo, dentro un grande gruppo compatto, piccoli gruppi strettamente legati, è perché ci aiutavamo in tutte le maniere: darsi il braccio per camminare, sorreggersi, curarsi, anche il solo parlarsi. La parola era difesa, riconforto, speranza. Parlando di ciò che eravamo prima, continuavamo questo prima, conservavamo la nostra realtà. Ciascuna delle sopravvissute sa che senza le altre non sarebbe ritornata”.

Costruita a partire dagli archivi della scrittrice, depositati alla Bibliothèque nationale de France dalla sua erede universale Claudine Riera-Collet, la mostra si snoda tra esperienza vissuta e immaginario: venti scatole di cartone si aprono per creare altrettanti spazi dove meditare gli scritti e i documenti della vita di Delbo. Cinque sezioni circoscrivono nella mostra il cuore del delicato intreccio tra biografia e scrittura nata per testimoniare. Le prime due – “Una donna del XX secolo” e “Alle prese con la storia” - mettono in luce le radici biografiche della scrittura di Delbo. Da un lato, i rapporti importanti della sua vita come quello con Georges Dudach, l'amato marito fucilato nel 1942 per attività partigiana. Dall’altra parte, la sua esperienza di Resistenza e di deportazione, straordinaria non solo perché la Delbo sopravvisse al campo, ma anche perché con le compagne finì ad Auschwitz-Birkenau e la sua memoria non appartiene né agli ebrei, che nel campo di sterminio in terra polacca patirono condizioni assai peggiori, né ai politici che, salvo questa eccezione, non vi furono mai internati.

La terza e la quarta sezione – “La letteratura come memoria” e “Memoria e vigilanza” – si concentrano invece sul lavoro di scrittura di Delbo, indagata nella sua sfida di raccontare agli altri l’esperienza vissuta in campo ma anche in quella di fare di questa memoria un principio di vigilanza sul presente, la sua violenza, le sue contraddizioni.

Infine, l’ultima sezione – “L’eredità di una donna del XX secolo” – si interroga sull’eredità che Delbo lascia al XXI secolo. Completano la mostra i ritratti fotografici della scrittrice realizzati da Eric Schwab.

All'inaugurazione partecipano la curatrice Elisabetta Ruffini, direttrice dell'Istituto storico di Bergamo, Gianpietro Cavazza, vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Modena, e Metella Montanari, vicedirettore dell'Istituto storico di Modena. Rosanna Sfragara leggerà brani dall'opera letteraria di Charlotte Delbo.

La mostra è visitabile gratuitamente dal 24 gennaio al 7 febbraio da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.

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