10/06/2016

PIANO SANGUE, “COINVOLGERE ENTI LOCALI E VOLONTARIATO”

Sì unanime del Consiglio comunale a due odg, di Fas e Pd, che invitano la Regione a un dialogo con le associazioni dei donatori “parte integrante della rete trasfusionale”

Sollecitare la Regione ad aprire un dialogo con gli enti locali e le associazioni dei donatori di sangue per coinvolgerli a pieno titolo nella riorganizzazione del settore trasfusionale decisa con il Piano regionale sangue del 2011 che prevede l’accentramento dei centri trasfusionali per aree vaste e, in particolare, il trasferimento a Bologna delle attività di esami e lavorazione delle sacche di sangue raccolte in provincia di Modena. È quanto chiedono, in sintesi, i due ordini del giorno sulle ricadute per Modena del Piano regionale sangue, presentati da Fas-Sinistra italiana e dal Pd e approvati all’unanimità dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 9 giugno.

Entrambi gli ordini del giorno, illustrati da Francesco Rocco per Fas e da Simona Arletti per il Pd, mettono in evidenza che le associazioni dei donatori di sangue sono una parte integrante della rete trasfusionale modenese e auspicano l’apertura di un confronto tra chi opera nei processi di accreditamento e le associazioni dei volontari, “per non snaturare i principi di sussidiarietà ed etica sociale e professionale di cui il volontariato è interprete”.

“La Regione dovrebbe inoltre – ha chiesto Rocco nel dispositivo – aprire un dialogo con le amministrazioni locali per comprendere le ricadute economiche e organizzative del modello regionale rispetto all’attuale sistema che, come dimostrano i dati e l’esperienza, è sempre stato funzionale al territorio modenese garantendo le risposte richieste alla sanità pubblica locale e provinciale”.

“Le associazioni dei donatori volontari rappresentano un capitale sociale, professionale ed economico da non disperdere”, ribadisce il documento del Pd che chiede all’Amministrazione di Modena “di farsi parte attiva presso la Ctss di Modena affinché le istanze del volontariato siano valutate in sede provinciale e regionale”.

Punto di partenza per entrambi gli ordini del giorno è il Piano regionale sangue del 2011 che, nell’ottica di una riorganizzazione complessiva, prevede l’accentramento dei centri trasfusionali per aree vaste e il trasferimento delle attività di esami e lavorazione delle sacche di sangue raccolte in provincia di Modena al Polo trasfusionale di lavorazione e qualificazione biologica di area vasta nella sede di Bologna, unica per l’Emilia centrale. Trasferimento motivato, specificano i documenti, con l’obiettivo di incrementare i livelli di efficienza e sostenibilità del centro bolognese e con la contiguità territoriale di Modena con l’area metropolitana di Bologna. Il piano prevede inoltre che, per garantire la sicurezza del donatore e del ricevente, l’accreditamento delle associazioni di volontariato avvenga sulla base di stringenti requisiti strutturali e tecnologici per ogni punto di raccolta. Queste proposte, evidenziano gli ordini del giorno, “hanno suscitato preoccupazione nelle associazioni di volontariato e messo in luce criticità segnalate dalle associazioni stesse, come le possibili ricadute dei dettati dell’accreditamento sull’attività gestionale e di raccolta delle varie sedi, a fronte di un risparmio economico e di un incremento di efficienza che non sono stati ancora quantificati”. 

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