18/05/2017

FONDERIE, DECISI INTERVENTI PER ABBATTERE GLI ODORI

Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente Guerzoni rispondendo in Consiglio comunale a due interrogazioni di Idea-PeL e Art.1-Mdp

Fonderie cooperative realizzerà nello stabilimento di via Zarlati interventi strutturali e impiantistici che garantiscano effetti significativi sia sul contenimento degli odori trasportati nelle emissioni diffuse durante le diverse fasi dell’attività di fusione, sia su un ulteriore contenimento delle polveri. Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente Giulio Guerzoni rispondendo in Consiglio comunale, oggi, giovedì 18 maggio, a due interrogazioni sulle Fonderie cooperative di Modena presentate da Luigia Santoro (Idea-PeL) e Marco Malferrari di Art.1-Mdp.

La decisione, ha spiegato Guerzoni, dopo aver ribadito che la delocalizzazione dello stabilimento è prevista per il 2022, è stata presa nell’ambito dei due tavoli tecnici, che si sono svolti il 12 aprile e il 9 maggio, convocati dal Comune di Modena e ai quali hanno partecipato rappresentanti dell’azienda e degli enti competenti (Arpae Sac, Arpae-Sp, Ausl) con l’obiettivo di valutare e individuare le soluzioni più idonee per mitigare i disagi causati dalle emissioni odorigene proprie di una fonderia. L’azienda si è inoltre impegnata a procedere, entro la fine del 2017, con la sistemazione complessiva della struttura del fabbricato che ospita l’attività produttiva. Gli interventi sono stati definiti in collaborazione con i tecnici di Arpae, Arpae Sac, Ausl e Comune che partecipano al tavolo e che controlleranno la tempistica delle realizzazioni.

Entrambe le interrogazioni prendevano il via dalle preoccupazioni espresse dai residenti del quartiere Madonnina sulla possibile presenza nell’aria di sostanze nocive per la salute chiedendo conto dei controlli effettuati nel corso degli anni e, nel caso di Art.1-Mdp, anche dei dati epidemiologici di morbilità e mortalità della zona di territorio teoricamente interessata dalle emissioni ambientali dell’impianto.

Proseguendo nella risposta, l’assessore ha comunicato che Arpae Modena intensificherà i controlli in azienda portando ad annuale la visita ispettiva obbligatoria ai sensi dell’Aia, solitamente biennale, che prevede un’indagine completa con campionamenti alle emissioni e campionamenti odorigeni effettuati autonomamente da parte dell’Agenzia.

Sempre Arpae Modena, in accordo con l’Amministrazione comunale, effettuerà inoltre nell’area intorno alla fonderia un monitoraggio specifico sulla ricaduta di polveri sottili in ambiente esterno, tramite un campionatore sequenziale di PM10 posto nella zona di via Uccelliera, nei mesi di luglio, agosto (mese in cui la fonderia è chiusa) e novembre.

Infine, a seguito delle segnalazioni sui cattivi odori arrivate dalle scuole della zona Madonnina, effettuerà anche, nei prossimi giorni, misurazioni con il “naso elettronico” all’Istituto comprensivo Modena 1 di Via Amundsen, maggiormente esposta rispetto all’asilo nido “Barchetta” poiché collocata in campo aperto. Il naso elettronico prevede non solo l’attività della “macchina”, ma anche il coinvolgimento di residenti della zona che dovranno contribuire a evidenziare e circostanziare i fenomeni di disagio odorigeno, in maniera tale da poter poi intervenire sulla fonte dell’odore con la massima certezza. Il “naso” opererà anche sull’attività dell’azienda Safim di via Livingstone, sempre con l’intento di aggredire e verificare qualunque opzione odorigena derivante da attività industriali presente alla Madonnina.

Come ha sottolineato Guerzoni, “le attività di monitoraggio con il campionatore sequenziale di PM10 e con il naso elettronico sono in aggiunta a tutto ciò che è già previsto dall’Autorizzazione Integrata Ambientale delle fonderie stesse e sulla base degli esiti saranno presi i provvedimenti necessari”.

Rispetto alla rilevazione specifica di dati sulla morbilità e mortalità dell’area, l’Ausl ha specificato che il servizio di Epidemiologia e comunicazione del rischio analizza correntemente dati relativi a diverse malattie croniche ma l’area minima di studio considerata, per evitare il rischio di distorsioni ed errori, è il territorio comunale. Inoltre, i soli tassi di mortalità e morbosità non sono sufficienti a fornire indicazioni sulla relazione tra ambiente e salute in quanto occorrerebbe valutare anche l’apporto fornito da cause e fattori di rischio diversi.

Nella replica il consigliere Malferrari ha sottolineato che, con i dati di cui disponiamo non siamo in grado di avere un quadro specifico della situazione. “Prendo comunque atto della volontà degli enti di tenere monitorata la situazione, spero che sia fatto nel modo più approfondito possibile e mi auguro che dai risultati emerga che le emissioni non comportino rischi per la salute”.  

Dubbi sul fatto che l’azienda abbia davvero ottemperato a tutte le prescrizioni sono stati espressi da Luigia Santoro che si è detta “non convinta che i dati siano fedeli a quanto rilevato: bisognerebbe che le parti in causa potessero far partecipare un loro tecnico ai tavoli costituiti”.

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