05/05/2017

LEGGE URBANISTICA REGIONALE / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Numerosi gli interventi dei consiglieri. Tutti i gruppi hanno sottolineato l’opportunità di un approfondimento e di un confronto nell’Assemblea consiliare

Il Consiglio comunale di Modena ha approvato un ordine del giorno, presentato congiuntamente da Art.1-Mdp, Per me Modena e Pd, che prevede l’organizzazione di momenti di approfondimento e confronto sulla nuova legge urbanistica regionale, con tecnici istituzionali ed esperti esterni, oltre a una seduta dedicata al tema. Il documento è stato approvato con il voto a favore di Art.1-Mdp, Per me Modena, Pd e CambiaModena (astenuti Forza Italia e Movimento 5 stelle). Nella stessa seduta consiliare è stato respinto l’ordine del giorno sullo stesso tema presentato dal M5s (voto contrario di Pd, Art.1-Mdp e CambiaModena, a favore del M5s e astensione di FI e Per me Modena) che invitava l’Amministrazione comunale a chiedere alla Regione “un concreto e radicale ripensamento della proposta di legge prima della sua formalizzazione in un atto della Giunta regionale”.

Aprendo il dibattito per il Pd, Antonio Carpentieri ha ribadito gli obiettivi dell’ordine del giorno congiunto: il coinvolgimento degli enti locali e che la Regione attenda “eventuali nostre osservazioni frutto di un approfondimento serio”, e ha condiviso i punti cardine della nuova legge come “la semplificazione e la rigenerazione”. Il consigliere ha poi contestato al Movimento 5 stelle “un giudizio negativo a priori sull’impianto della legge” e una lettura “distorta e sbagliata, non del tutto corrispondente al vero, in base alla quale chiedete di fermare tutto”. Fabio Poggi ha definito “perfettibile” la proposta di legge regionale “che ha alcuni caratteri innovativi ma anche dei limiti, soprattutto di fattibilità, per esempio nel ‘tentativo’ di risparmio del territorio”. Centrando la discussione sul metodo (“non ci si oppone nel merito con gli ordini del giorno, è un’ingerenza”), Poggi ha ricordato che la discussione è appena all’inizio e che il percorso è normato: noi, come altri soggetti, possiamo dire la nostra e dobbiamo farlo nel modo e con gli strumenti giusti”.

Marco Chincarini, Per me Modena, ha sottolineato che l’ordine del giorno congiunto “chiede gli strumenti perchè possiamo capire bene quali saranno le ricadute della legge regionale sul nostro territorio. Questa norma darà le indicazioni su come sarà la nostra città nei prossimi venti o trenta anni e noi abbiamo la fortuna e la responsabilità di partecipare a questa decisione fondamentale. Chiediamo quindi tempo e spazi per chiarire delle perplessità che abbiamo e per produrre osservazioni sulla legge, cosa che fa parte del nostro compito politico, soprattutto perché Modena, visto che siamo in fase di elaborazione del Piano urbanistico, sarà una delle prime città a doverla applicare”.

Secondo Antonio Montanini (CambiaModena) la pianificazione come impostata fino a oggi “è al tramonto: le persone si spostano per motivi economici e in tempi brevissimi ed è quindi opportuni concentrare attenzione e risorse sul concetto di spazio pubblico: non più lo spazio circoscritto che l’urbanistica definisce ambito ma un sistema città aperto e variabile”. Secondo il consigliere sarebbe importante “far riflettere il Consiglio sul fatto che per la comunità non è importante stabilire l’uso di un edificio ma quali compensazioni in termini di modificazione ambientale si garantiscono ai cittadini a fronte di una nuova costruzione”.  

Spiegando le motivazioni del proprio ordine del giorno, Marco Rabboni (M5s) ha affermato che “molte cose nella legge regionale lasciano perplessi e, dopo un confronto senza pregiudizi, abbiamo valutato che la proposta presenta molti limiti e su questi abbiamo invitato il Consiglio a esprimersi”. Il consigliere, d’accordo sulla necessità di un approfondimento, ha chiesto “esempi concreti per capire meglio la strategia per la qualità urbana; fino a dove si potrà derogare e come sarà l’applicazione pratica”. Ha chiesto anche che ai momenti di approfondimento intervengano esperti che apertamente hanno manifestato le loro critiche alla proposta per avere un reale confronto tra esperti”. Anche Mario Bussetti ha ribadito che l’ordine del giorno “non esprime un pre-giudizio ma un giudizio frutto di approfondimenti con esperti sulla base del quale abbiamo chiesto alla Regione di ripensarci. Secondo la maggioranza – ha proseguito – l’impianto invece è condivisibile ma se non possiamo fare critiche di merito a cosa serve approfondire? Temiamo si risolva tutto in un trattamento cosmetico”. E Luca Fantoni ha sottolineato l’opportunità di portare in Consiglio l’ordine del giorno “perché la legge avrà un effetto sulla nostra città e rischiavamo che passasse a Bologna a opera della maggioranza e basta. Non volevamo lezioni di democrazia ma portare la nostra voce e la nostra idea al Consiglio”.

Per Paolo Trande (Art.1-Mdp) una nuova legge urbanistica regionale è “necessaria per rispondere alle dinamiche attuali ma non c’è dubbio che presenti punti critici e controversi”. Sottolineando che “esprimersi sulla legge rimane tra le prerogative del Comune anche perché la materia è tipicamente di competenza comunale”, il consigliere ha ricordato che non esiste uno strumento specifico e quindi con l’ordine del giorno abbiamo provato a immaginare una forma diversa, chiedendo di spostare in avanti il termine”.

Per Adolfo Morandi la legge regionale può essere positiva se “rende più agevole la possibilità per Modena, che oggi è una città bloccata, di costruire in modo dinamico il proprio futuro”. Anche per il consigliere di Forza Italia però finora le spiegazioni avute non sono state sufficienti e sarebbe quindi opportuno avere gli strumenti per capire meglio: bisognerebbe affrontare il discorso in commissione con esperti, di parte o meno, che ci possano spiegare e dove è possibile una discussione vera tra favorevoli e contrari. Poi la regione farà sintesi ma la discussione con esperti è necessaria”.

Intervenendo nella fase conclusiva del dibattito, l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli ha messo in evidenza che “ci sono moltissimi elementi che, senza essere esplicitati, concorrono alla formazione di una legge come quella urbanistica” e occorre quindi “calibrare bene il taglio e gli obiettivi dell’attività di formazione”. L’assessora ha poi ricordato che finora la Regione ha aperto moltissimo la fase di consultazione e non si è mai sottratta a richieste di incontro e confronto e che “una fase di confronto e di crescita della consapevolezza è fondamentale per affrontare uno strumento urbanistico che cambia completamente l’approccio alla pianificazione”.  

Azioni sul documento