10/10/2018

MODENA CHIEDE IL RITIRO DEL DISEGNO DI LEGGE PILLON

Approvati due ordini del giorno presentati da Caterina Liotti (Pd) e Vincenzo Walter Stella (Art.1 – Mdp – Per me Modena)

Ritirare dalla discussione parlamentare il disegno di legge sull’affidamento condiviso, di cui il senatore Simone Pillon è primo firmatario, in quanto sancisce una regressione dannosa del diritto di famiglia e si concretizza in un attacco ai diritti dei bambini e delle madri separate in condizioni di fragilità per motivi economici o per violenze familiari. È quanto chiedono due ordini del giorno sul disegno di legge 735, “Norme in materia di affido condiviso, mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità”, presentati rispettivamente da Caterina Liotti, Pd, e Vincenzo Walter Stella, Art.1-Mdp-Per me Modena, e approvati dal Consiglio comunale di Modena con il voto a favore, per entrambi, di Pd, Art.1-Mdp-Per me Modena. Contrari Energie per l’Italia, Forza Italia e Lega nord. Astenuto il Movimento 5 stelle.

Nella presentazione del documento del Pd, Caterina Liotti ha ricordato che le preoccupazioni maggiori riguardano l’introduzione del doppio domicilio del minore; la cancellazione dell’assegno di mantenimento e l’introduzione del mantenimento diretto da parte di ogni genitore, che “subordina le condizioni di vita dei minori alle condizioni economiche del singolo genitore”; la cancellazione del diritto del minore di vivere con entrambi i genitori quando uno dei due non ha spazi adeguati per accoglierlo; la collocazione del minore in una casa-famiglia in attesa che il mediatore familiare ricostruisca il suo rapporto con il genitore, nel caso si accerti la cosiddetta “alienazione genitoriale”, cioè il rifiuto dello stesso a vivere con uno dei genitori; il riconoscimento in una legge dello stato della PAS, ovvero la sindrome di alienazione parentale, di cui è stata decretata l’infondatezza scientifica a livello internazionale. Il documento sottolinea inoltre che “la mediazione familiare obbligatoria peggiora la situazione delle donne che si separano per ragioni di violenza psicologica, economica, fisica o sessuale” e che imponendo che i maltrattamenti in famiglia siano sistematici per essere riconosciuti come tali, ne riduce di fatto le pene”.

Anche il documento illustrato dal consigliere Stella mette l’accento sulle violenze “subite da mogli e figli all’interno delle mura domestiche, che risulta come terza tra le cause di separazione ma che il disegno di legge non tiene in considerazione”. L’ordine del giorno afferma inoltre che “l’istituzione obbligatoria del mediatore familiare farà sicuramente lievitare i costi del divorzio, perfettamente in linea con l’impianto antidivorzista della norma”, e mette in evidenza come, “poiché le donne sono quelle che maggiormente sacrificano la carriera per la famiglia, la previsione del mantenimento diretto dei figli renda le mogli il soggetto più vulnerabile sia psicologicamente che economicamente nell’affrontare una separazione o un divorzio”.

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