10/11/2018

RICORDARE FORMIGGINI E CONDANNARE OGNI RAZZISMO

Lo ha chiesto il Consiglio comunale con tre odg. Proposte “pietre d’inciampo” per i deportati e intitolazione per l’intellettuale che si suicidò dalla Ghirlandina

Intitolare ad Angelo Fortunato Formiggini lo spazio pubblico di fronte alla lapide che ricorda il suo suicidio, avvenuto il 29 novembre 1938 come forma estrema di protesta per la promulgazione delle cosiddette Leggi razziali, e promuovere l’installazione di “pietre d’inciampo” per ricordare gli ebrei deportati dalla città di Modena. A chiederlo alla Giunta è il Consiglio comunale di Modena che, nella seduta di giovedì 8 novembre, ha approvato all’unanimità due ordini del giorno proposti dal Pd e illustrati da Antonio Carpentieri e Federica Di Padova.

Nella stessa seduta è stato approvato anche un terzo ordine del giorno, proposto da Simona Arletti, Pd, e Domenico Campana, Art.1-Mdp-Per me Modena, per ribadire “la condanna a ogni forma di razzismo e la solidarietà a tutte le vittime di odio razziale”. Il documento è stato approvato con il voto a favore di Pd, Art.1-Mdp-Per me Modena (eccetto Francesco Rocco, che si è astenuto, e Paolo Trande che non ha partecipato al voto), M5s, Modena bene comune, Energie per l’Italia. Contrari Forza Italia e Lega Nord.

Tutti gli ordini del giorno sono stati presentati per ricordare l’80° anniversario della promulgazione, il 17 novembre 1938, dei “Provvedimenti per la difesa della razza”, le cosiddette “leggi razziali”, firmate da Mussolini e promulgate da re Vittorio Emanuele III.

Nel documento dedicato ad Angelo Fortunato Formiggini si ricorda che “nulla nella toponomastica di Modena ricorda l’illustre concittadino”. È invece importante, prosegue il documento, “poter fare memoria di questo concittadino ebreo che decise di lanciare un preciso monito a tutti i modenesi e agli italiani con l’estremo sacrificio della sua vita”. Senza contare ha ricordato il consigliere Carpentieri nella presentazione, che il suo contributo alla cultura italiana e non solo, è enorme: basti pensare ai suoi numerosi scritti, alla produzione della casa editrice da lui fondata e anche alle relazioni con uomini di cultura del calibro di Joyce, Bontempelli, De Carolis e Majani “che posero anche la città di Modena al centro della vita culturale del tempo”. La relazione tra le leggi razziali e il suicidio di Formiggini, prosegue il documento, rende “doveroso un approfondimento sui temi della libertà religiosa, di espressione, di pensiero e sull’uguaglianza dei diritti formalmente tutelati dalla Carta costituzionale ma che sempre più spesso oggi vengono messi in discussione o adattati alle esigenze politiche del momento”.

L’ordine del giorno che promuove l’installazione delle “pietre d’inciampo” ricorda che la discriminazione antiebraica ebbe gravi conseguenze anche a Modena e che il settore più colpito fu quello dell’istruzione. Ricorda inoltre che, nella provincia, furono arrestati una settantina di ebrei, la maggior parte dei quali stranieri e che molti arresti furono compiuti nella retata del 30 novembre 1943, solo in parte sventata probabilmente anche grazie all’intervento del questore Francesco Vecchione, mentre quasi tremila furono quelli deportati dal campo di Fossoli. Il documento, presentato da Federica Di Padova chiede quindi che per ricordare gli ebrei deportati da Modena si installino le pietre d’inciampo, “piccoli monumenti opera di un artista tedesco e apparsi per la prima volta a Colonia nel 1996, e ormai diffusi in Europa e in decine di città italiane: sono 56 mila quelle posate finora, una per ogni deportato, un sanpietrino con la superficie in ottone che ricorda il nome del deportato, interrato davanti alla sua ultima abitazione. Uno strumento contro l’oblio, il negazionismo e il revisionismo storico”.

L’ordine del giorno che condanna ogni forma di razzismo, illustrato dalla consigliera Arletti, ricorda in premessa che negli ultimi mesi si sono susseguiti diversi episodi di aggressione ai danni di persone di origine straniera “che testimoniano l’affermarsi di nuovo nel nostro paese di posizioni culturali di stampo razzista”. Il documento chiede, dunque, al Comune di promuovere il dialogo interculturale e di sensibilizzare sulla prevenzione e il contrasto a fenomeni di razzismo e di discriminazione”, e lo invita ad aderire al programma delle Città interculturali del Consiglio d’Europa, con cui le città si impegnano ad appoggiare un modello di integrazione basato sulla convivenza e sull’integrazione tra persone di diverso retroterra etnico, religioso e linguistico. Invita inoltre il governo “a proseguire l’attività di pubblica sicurezza per il contrasto dei fenomeni di razzismo affinché i responsabili siano identificati e perseguiti a norma di legge” e a “soppesare le modifiche in corso alle normative sul permesso di soggiorno temporaneo per esigenze di carattere umanitario”.

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