01/02/2018

POLVERI SOTTILI, VALORE MEDIO ANNUO AL DI SOTTO DEI LIMITI

L’assessore Guerzoni ha risposto in Consiglio comunale a un’interrogazione di Giuseppe Pellacani (Energie per l’Italia) sul termovalorizzatore di via Cavazza

Nonostante gli episodi acuti registrati nel 2017, con 83 giorni di superamento del valore limite giornaliero fissato per le Pm10, il dato della media annua a Modena rimane positivo: anche nel 2017 infatti, come accade con continuità dal 2012, non è stato superato il valore limite dei 40 microgrammi per metro cubo. Lo ha detto l’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Giulio Guerzoni che, rispondendo oggi, giovedì 1 febbraio, in Consiglio comunale all’interrogazione proposta da Giuseppe Pellacani sul termovalorizzatore di via Cavazza, ha fatto il punto sui dati che riguardano l’inquinamento dell’aria.

Anche per quanto riguarda le Pm2,5, ha spiegato Guerzoni, il dato della media annua è rimasto al di sotto del valore limite previsto di 25 microgrammi per metro cubo. Sempre nel 2017 si è superato (di 2 e 5 microgrammi nelle due centraline provinciali) il valore di media annuale per il biossido d’azoto ma la serie storica di questo inquinante rileva comunque una situazione in leggero miglioramento, il livello di superamento nel 2017, infatti, è stato più basso che nel 2016. Questi i dati, e “su temi come questo – ha commentato Guerzoni – dovremmo essere molto legati alla scienza e pragmatici soprattutto a livello nazionale. è necessario che nella prossima legislatura le forze politiche si uniscano in un patto trasversale per la Pianura padana che destini un miliardo di euro per le politiche ambientali dei Comuni”.

L’interrogazione del consigliere Pellacani prendeva il via dal possibile arrivo dei “rifiuti romani” per chiedere quanti siano stati gli sforamenti dei limiti di legge per le polveri sottili e altri inquinanti nel 2016 e nel 2017 e se, in relazione a questo, si pensi di adottare qualche misura, oltre a quelle sul traffico, che coinvolga anche il termovalorizzatore; a quanto ammonti il ricavato del gestore Hera per ogni tonnellata di rifiuti bruciati nel termovalorizzatore di Modena e a quanto il risarcimento al Comune per l’impatto ambientale dell’incenerimento dei rifiuti stessi.

I dati raccolti da Arpae (disponibili sul sito www.liberiamolaria.it), ha spiegato l’assessore, indicano che l’incidenza del termovalorizzatore sul livello delle PM10 e dell’azoto è ultraresiduale, essendo pari rispettivamente allo 0,3 e allo 0,6 per cento, in calo nella serie storica 2013-2016. “Per questo motivo il Piano aria integrato regionale non prevede tra le azioni emergenziali prescritte lo spegnimento dei termovalorizzatori presenti nelle diverse province, rivolgendosi invece alle fonti che concorrono maggiormente alla formazione delle polveri sottili e cioè il traffico stradale e il riscaldamento degli edifici.

La tariffa di smaltimento dei rifiuti urbani al termovalorizzatore è definita dall’Agenzia territoriale dell’Emilia Romagna per i Servizi idrici e rifiuti (Atersir) sulla base del principio della copertura dei costi di gestione stabilito dalla Regione e per il 2017 è stata di 119 euro per tonnellata. I rifiuti speciali sono invece soggetti a libero mercato e quindi le tariffe sono oggetto di accordi tra i privati. In caso di emergenza smaltimento di rifiuti urbani indifferenziati, ha spiegato l’assessore Guerzoni, il prezzo, come stabilisce l’accordo di programma tra la Regione e i gestori (il cui riferimento normativo è il decreto Sblocca Italia), è oggetto di specifico accordo tra i soggetti gestori. Una delibera regionale stabilisce poi un ulteriore contributo pari a un massimo di 20 euro a tonnellata a titolo di ristoro ambientale a beneficio del Comune che ospita l’impianto. Nel bilancio assestato 2017 del Comune di Modena questa cifra è stata di 1 milione 700 mila euro. La quota a ristoro del disagio ambientale, ha specificato l’assessore, viene classificata dai Comuni come spesa corrente e contribuisce a finanziare le diverse politiche per la tutela e il miglioramento dell’ambiente urbano come incentivi alla mobilità sostenibile, la costruzione di piste ciclabili, interventi di mitigazione ambientale.

Nell’interrogazione il consigliere Pellacani chiedeva infine a che punto sia il progetto di utilizzare il calore emesso dal termovalorizzatore per il teleriscaldamento e, infine, se “a fronte del crescente impegno dei cittadini modenesi per la raccolta differenziata si preveda una riduzione delle tariffe e della quantità di rifiuti destinati all’impianto”.

Guerzoni ha quindi risposto che il progetto di teleriscaldamento per il comparto dell’ex Mercato bestiame, che si sarebbe aggiunto a quello storico, e in funzione, del Villaggio Giardino, è stato sospeso già nella precedente consigliatura in seguito alla mancata realizzazione della cosiddetta “terza linea” del termovalorizzatore di via Cavazza, dove oggi è in funzione un’unica linea.

Sulla raccolta differenziata l’assessore ha ricordato che gli incentivi economici sono già attivi a Modena, incidono sulla riduzione della Tari e saranno rafforzati anche nel 2018 attraverso modifiche al Regolamento. Nel 2017 circa 25 mila utenze domestiche e oltre 1.200 non domestiche hanno ottenuto incentivi o riduzioni sulla Tari per un totale di oltre un milione di euro: oltre 225 mila ottenuti tramite il sistema di tessere elettroniche dei centri di raccolta e circa 800 mila attraverso le riduzioni previste dal Regolamento.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Simona Arletti (Pd) ha affermato che sul tema dei rifiuti la Regione ha effettuato precise scelte politiche e si è dotata di strumenti per raggiungere gli obiettivi. Del quadro, ha detto la consigliera, “fanno parte anche gli inceneritori che non hanno più valenza provinciale ma rispondono a esigenze regionali. Siamo quindi parte di un sistema che punta ad aumentare il più possibile la differenziata ma che ha ancora bisogno degli inceneritori per la parte residuale”.

Nella replica il consigliere Pellacani ha ribattuto che “se è vero che l’orizzonte non può più essere solo locale non dobbiamo ignorare che l’inceneritore resta comunque a Modena e quindi la nostra città richiede un’attenzione maggiore perché non c’è dubbio che dia il suo contributo a una situazione locale che è già difficile”. Il consigliere ha quindi annunciato una proposta “riferita sia alla quantità che alla qualità dei rifiuti che vengono inceneriti in via Cavazza perché al comportamento virtuoso dei modenesi sulla differenziata possa corrispondere, in prospettiva, un beneficio che non sia solo economico”.

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