19/04/2018

SANT’AGOSTINO-ESTENSE/3 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Sono diversi i consiglieri intervenuti nel confronto relativo agli ordini del giorno sul percorso del progetto

Sono diversi i consiglieri intervenuti nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 19 aprile durante il dibattito relativo agli ordini del giorno sul percorso del progetto del Sant’Agostino-Estense.

Marco Bortolotti del M5s ha ricordato che l’odg presentato dal suo gruppo era antecedente alla chiusura della Conferenza dei servizi e aveva l’intento di sollecitare in Consiglio un confronto nell'ambito del percorso “che deve essere partecipato. La soddisfazione espressa dalla maggioranza per la conclusione della prima fase della Conferenza dei Servizi – ha affermato – non rappresenta per noi un grande elemento: si è fatto quello che si sarebbe dovuto fare tanto tempo fa ed è emersa la posizione della Sovrintendenza che chiede di fare verifiche ulteriori che porteranno a un percorso molto più lungo: questo vuol dire ritardi e ricominciare da capo. Per noi – ha concluso – è fondamentale fare in modo che questo progetto vada in porto”. Per Mario Bussetti “il progetto è stato cambiato perché la città ha sbattuto la faccia contro la sentenza del Tar e fa sorridere che venga detto che la politica ha ascoltato. Se emergono problemi con le nuove verifiche – ha proseguito – chissà cosa succederà; ci saranno nuovi blocchi. La mia preoccupazione non è di chiudere in fretta la parte urbanistica, che ritengo subordinata alla parte culturale, ma riguarda l’essere messi a conoscenza dei contenuti e obiettivi che si vogliono portare avanti, perché il Consiglio ha dato indirizzi ma non ha più ricevuto documenti su cui ragionare. Vogliamo avanzare sul progetto culturale senza perdere tempo”.

Paolo Trande, capogruppo di Art.1 – Mdp – Per me Modena, ha ricordato che “dietro la Conferenza dei Servizi c’è un percorso e negli indirizzi che abbiamo approvato hanno trovato accoglimento elementi frutto dell’ascolto di molti pezzi di città che hanno voluto dire la loro. Siamo nella fase in cui si è concluso un pezzo di percorso – ha proseguito – e siamo soddisfatti; ora proviamo a continuare a giocarci un ruolo. Continuiamo con le audizioni e ascoltiamo quello che c’è da ascoltare: la partita vera si giocherà nel futuro e credo e spero che saremo nelle condizioni di avere un ruolo da protagonisti”. Marco Chincarini ha invitato il Consiglio ha trovare un punto d’incontro: “L'intento è arrivare dalla stessa parte mettendoci tutti quanti la testa. C'è chi dice soddisfazione e chi preoccupazione, ma noi oggi non dobbiamo entrare nei dettagli tecnici, dobbiamo far arrivare un buon messaggio alla città facendo vedere la volontà del Consiglio comunale di procedere unito con un progetto. Sarebbe bene – ha proseguito – trovare un documento condiviso da votare tutti insieme. Non creiamo divisioni su una cosa così importante ma cerchiamo di dare un bell'impulso politico sulla questione, non abbiamo tempo da perdere”.

Per il Pd, Chiara Susanna Pacchioni ha parlato di progettazione “difficile” ma “qualificante” evidenziando la difficoltà di conciliare il recupero funzionale del complesso con le necessità relative al progetto culturale: “Gli spazi saranno definiti in modo completo – ha affermato – solo dopo che è stata definita la destinazione culturale”. Per la consigliera si tratta di un progetto “qualificante” anche “per il metodo di lavoro che ha più volte valorizzato il percorso partecipativo incentrato su questo Consiglio comunale. Ora che la Conferenza dei Servizi ha portato a una sintesi – ha aggiunto – chiediamo che il percorso partecipato prosegua con un aggiornamento sulle linee strategiche: non ci accontentiamo di essere partiti, vogliamo concludere bene la tappa che ci compete e che consentirà di partire con i lavori”. Anche il capogruppo Pd Fabio Poggi ha ricordato che “il Consiglio ha dato indirizzi specifici di metodo ai tecnici, ai politici e alla Conferenza dei Servizi attraverso l’ordine del giorno approvato e non si può ripartire dall'inizio ma bisogna andare avanti. Il progetto culturale – ha precisato – non può derivare da quello che dice la Conferenza dei Servizi, che entra negli aspetti edilizi, ma ne viene interessato. Per questo esprimiamo soddisfazione per la conclusione della prima fase, perché sblocca la situazione e consente di proseguire sul progetto culturale”. Il consigliere ha evidenziato la posizione differente “su quanto fatto fino ad ora con la Conferenza dei Servizi” rispetto al M5s per il quale “sembra si debba ripartire da capo”. Grazia Baracchi ha ricordato che sono state “messe in piedi audizioni per ascoltare gli attori coinvolti e tutti i soggetti che potevano dare il loro contributo. Come in tutti i processi partecipativi si arriva a una mediazione per trovare la soluzione migliore e chi vi entra non può pensare che la propria idea sia quella valida. È stata data a tutti i consiglieri la possibilità di avere contezza di cosa si sta parlando – ha aggiunto – e non sottovaluterei la necessità di proseguire nel percorso partecipato per capire a che punto è la progettazione. Piacerebbe a tutti vedere le cose realizzate rapidamente ma la complessità del progetto richiede tempi lunghi e porta ad approfondimenti molto più ampi rispetto a quanto inizialmente ci si potesse aspettare”.

In chiusura di dibattito, anche l’assessore alla Cultura Giampietro Cavazza ha evidenziato che “l’ascolto e la partecipazione non sono state una finta, fini a se stesse, perché qualcosa siamo riusciti a cambiare. C’è il tempo in cui si discute anche con espressioni, parole e modalità forti – ha chiarito – e c'è il tempo in cui una decisione va presa perché altrimenti si perdono occasioni e opportunità. Ciò non vuol dire chiudere la fase di confronto, ma definire il campo sul quale si interviene. Si è passati dal progetto su fattori materiali (il mattone) al progetto su fattori immateriali (eventi, iniziative, progettazione) con un certo equilibrio che si ottiene anche dall'ascolto. Il Consiglio ascolta e dice la sua, poi bisogna chiedere a qualcuno degli esperti di tradurre operativamente quelle linee culturali. È quindi un fattore positivo – ha sottolineato – incontrare insieme l'advisory board per essere aggiornati e conoscere lo stato di avanzamento di quelle linee strategiche, in modo da poter mettere in cantiere anche prima degli interventi edilizi alcuni aspetti immateriali. Questo – ha concluso l’assessore – ha anche un valore simbolico per tutti, perché significa passare dalle parole ai fatti”.

 

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