Istituire nei tempi più rapidi possibili il “Fondo Perequativo ERS (FPE)”; individuare risorse e personale necessari all’istituzione del “Database: Registro Edilizia Residenziale Sociale (REERS)” per rendere pubblici, conosciuti e verificabili gli effetti delle azioni assunte; valutare se, dopo una prima fase di sperimentazione, alcuni degli elementi del Regolamento, come il Repair home, siano applicabili a casi diversi e in particolare ad alloggi di edilizia privata opportunamente individuati. Ma anche dare massima diffusione al Regolamento per la promozione dell'abitare sociale e porlo come elemento rilevante del documento di indirizzi e degli obiettivi del nuovo PUG; procedere a una ricognizione di eventuali situazioni di sofferenza pregressa che possano trovare soluzione dall'applicazione del Regolamento; predisporre, entro la fine della consiliatura, una prima verifica per valutare la reale applicabilità delle norme e apportare eventuali modifiche o miglioramenti.
È quanto chiede l’ordine del giorno del Pd, illustrato dal consigliere Tommaso Fasano e approvato dall’Aula nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 17 maggio (a favore Pd, Art.1 – Mdp – Per me Modena, M5s e CambiaModena, contro FI e Idea popolo e libertà) in occasione della discussione sul Regolamento di edilizia convenzionata e agevolata (a favore Pd, Art.1 – Mdp – Per me Modena, M5s e CambiaModena, contro FI e astensione di Idea popolo e libertà).
Le votazioni sono state precedute dall’intervento di diversi consiglieri. Adolfo Morandi di FI ha parlato di “delibera complessa e importante perché mette le mani della Giunta su importanti pezzi della città e della vita dei cittadini. Già nel passato il Comune ha portato avanti una politica di controllo del territorio feroce e imbrigliata e questo Regolamento pone molte regole precise e stringenti, con un’intromissione del pubblico pesante, che tendono a ingabbiare l'attività del privato cittadino che voglia intraprendere il percorso verso la costruzione di nuove soluzioni”.
Per Paolo Trande, capogruppo di Art.1 – Mdp – Per me Modena, si tratta di un “Regolamento di qualità, che centra gli obiettivi che ci eravamo posti con il Piano abitativo sociale. Per noi – ha proseguito – la casa è un diritto, ma non necessariamente da acquistare. La risposta classica tradizionale dei decenni passati non è più adeguata e si deve provare a diversificare; tutto questo in un quadro di politiche pubbliche centrali assolutamente inesistente. Oggi ci stiamo dotando di strumenti introducendo elementi di trasparenza e provando a limitare al massimo fenomeni censurabili che si sono verificati in passato”. Vincenzo Walter Stella ha espresso la valutazione positiva del gruppo rispetto alla delibera del Comune, “che anche su questo versante si dimostra precursore e attento alle esigenze di introdurre regole eque e trasparenti per politiche abitative e, di conseguenza, sociali e di sviluppo del territorio. Il Piano abitativo sociale – ha proseguito – ha origini nella scorsa legislatura: nel 2012 viene approvato e già in quell’anno nasce la volontà di regolamentare oltre a Peep, Erp e a politiche di sostegno per l’affitto, anche strumenti come il social housing e l’affitto a canoni calmierati”. Il consigliere ha poi annunciato il voto a favore su quattro dei dodici emendamenti presentati dal M5s.
Luca Fantoni del M5s ha definito il Regolamento come “uno tra i più importanti che andremo a deliberare in questa consiliatura. Introduce strumenti che rappresentano bellissimi esperimenti – ha proseguito – sono cose nuove per tutti e in questa fase non ci sentiamo di andare a modificare con emendamenti gli articoli che li riguardano. Molti cittadini là fuori hanno bisogno di questo Regolamento, che definisce come agire”. Il consigliere ha poi espresso dissenso rispetto all’obiettivo, nel Regolamento, di favorire la proprietà indivisa: “Non è più uno strumento attuale per la nostra città”.
Per il Pd, anche Simona Arletti ha parlato di “uno degli atti più importanti che questo Consiglio si trova a votare rispetto alle politiche pubbliche: da tempo – ha aggiunto –il Comune ha scelto di agire per dare alloggio alle famiglie, prima attraverso le aree Peep e ora individuando nuove modalità”. La consigliera ha poi evidenziato i punti chiave del Regolamento: diritto alla casa orientato alla rigenerazione del patrimonio, contrasto al vuoto, definizione del social housing, fondo perequativo e governance incentrata sul potenziamento dell'Agenzia casa. Secondo Tommaso Fasano “il Regolamento deriva da una continuità amministrativa e rappresenta un pezzo di programma su cui abbiamo fatto quello che avevamo promesso. Per 50 anni i Peep sono stati uno strumento formidabile per dare un’opportunità di casa e questo Regolamento dà risposta ai nuovi bisogni abitativi delle persone. È una cassetta degli attrezzi in cui prendere lo strumento giusto al momento giusto: stiamo facendo una cosa buona per Modena e per i modenesi”. Federica Venturelli ha evidenziato che “il Regolamento si pone obiettivi ambiziosi e consente di dare risposte e di reinventarsi in base ai nuovi bisogni”. In particolare, la consigliera ha ricordato “i nuovi strumenti volti ad agevolare l’accesso agli studenti, come il patto di collaborazione e la locazione parziale. La città si deve aprire a questo mondo – ha aggiunto – e diversi concetti nel Regolamento dimostrano che sono state recepite le richieste delle organizzazioni studentesche. Si tratta del primo passo per trasformare Modena in una vera e propria città universitaria”. Il capogruppo Fabio Poggi ha affermato: “La situazione che si è verificata oggi è grave nel metodo e nel merito: ha costretto il nostro confronto e non ci ha permesso di dare una spennellata di buona politica urbanistica al dibattito. Dopo tre Commissioni sul Regolamento, rispetto al quale il M5s aveva espresso l’esigenza di avere più tempo, non è stata presentata nessuna modifica e non sono stati nemmeno quantificati i tempi necessari per farlo, in modo da poter svolgere questa attività in Commissione. Arrivati alla trattazione in Consiglio comunale vengono presentati 12 emendamenti: per questa ragione mi verrebbe spontaneo respingerli tutti, ma adeguerò il mio voto alle posizioni espresse dalla maggioranza”.
Luigia Santoro di Idea popolo e libertà ha annunciato il proprio voto di astensione: “Il Regolamento mira a concedere l’accesso alla casa ai meno abbienti ed è un giusto diritto, così come l'obiettivo di evitare speculazioni. Ma non condivido – ha affermato – alcune logiche che ne stanno alla base: ci sono scelte che penalizzano i privati e agevolano sempre le solite persone. Ritengo, inoltre, faticosi – ha aggiunto – alcuni passaggi relativi alla coabitazione, ad esempio lo strumento del full home: trovo difficile che qualcuno sia disposto a ospitare altri in casa propria facendogli pagare solo i consumi”.
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