08/05/2018

PERCORSI PER L’INTEGRAZIONE DEGLI ALUNNI CON DISABILITÀ

Il Consiglio comunale, con un odg approvato all’unanimità, chiede che il tema dell’adeguatezza dei servizi sia trattato dalla Conferenza sociale e sanitaria

Nelle scuole modenesi è cresciuto, nel corso degli anni, il numero degli allievi con disabilità (erano 749 nell’anno scolastico 2016/2017) ma all’incremento degli alunni che proseguono nel corso di studi fino al diploma non è corrisposto un adeguato aumento del personale del servizio di Neuropsichiatria infantile. Per questo motivo, il Consiglio comunale di Modena chiede che il tema del rapporto tra gli utenti e il personale della Neuropsichiatria infantile e delle modalità di presa in carico integrata con la scuola e i servizi sociali sia trattato in una seduta della Conferenza territoriale sociale e sanitaria. La richiesta è contenuta in un ordine del giorno illustrato in aula dalla consigliera Pd Grazia Baracchi e approvato all’unanimità dall’Assemblea nella seduta consiliare di giovedì 3 maggio. Il documento chiede inoltre di approfondire il tema anche in una commissione consiliare dedicata.

Presentando l’ordine del giorno, Grazia Baracchi ha evidenziato come nel Comune di Modena esista una lunga e consolidata esperienza di intese tra istituzioni finalizzate a una corretta integrazione e inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità che è confluita nell’Accordo di programma provinciale che ha precisato e valorizzato le specifiche competenze dei diversi soggetti coinvolti, la scuola, i servizi di Neuropsichiatria infantile e gli enti locali, consentendo di armonizzare e integrare gli interventi. “Soltanto una gestione condivisa e integrata dei casi nelle diverse competenze coinvolte, comprese le famiglie e le associazioni – ha specificato Baracchi – rende infatti possibile la progettazione del Piano educativo individuale e del Progetto di vita degli alunni con disabilità. La relazione tra la scuola e i servizi di Neuropsichiatria è fondamentale per arrivare a una reale inclusione, ma c’è bisogno di tempo e di disponibilità mentre il personale medico, a causa dell’alto numero di pazienti, non ha la possibilità di seguire nel loro percorso, come sarebbe necessario, i ragazzi e le famiglie”.

Aprendo il dibattito, Vincenzo Walter Stella, Art.1-Mdp-Per me Modena, ha definito “preoccupante il fatto che all’aumento dei ragazzi segnalati non corrisponda un’adeguata copertura da parte del personale specializzato. È opportuno quindi promuovere un approfondimento”. Domenico Campana ha manifestato “qualche perplessità sulla iper-certificazione a cui si assiste negli ultimi anni e sulla quale serve una riflessione molto seria: dobbiamo capire se siamo più sensibili e quindi intercettiamo maggiormente il disagio o se, a volte, può esserci un eccesso di preoccupazione che svia l’attenzione e porta alla tentazione di delegare situazioni complesse a chi può fornire un aiuto, ma bisogna chiarire che aiuto, a che livello e chi se ne deve occupare”. 

Per il Pd, Chiara Susanna Pacchioni ha ricordato che “il tema è largamente sentito dalla cittadinanza che può essere coinvolta in diversi modi. Le esigenze sono cresciute sia perché si perfezionano gli strumenti di indagine e di diagnosi sia perché c’è maggiore attenzione da parte delle famiglie. Trattare tempestivamente e bene il disturbo in età evolutiva consente di prevenirlo in età adulta, è necessario quindi che continuiamo a chiedere un adeguamento e un rafforzamento del servizio di Neuropsichiatria”. Giulia Morini ha evidenziato due “nodi particolarmente critici del percorso sui quali c’è ancora molto da lavorare: il momento della diagnosi che è delicatissimo e per il quale la famiglia avrebbe bisogno di un accompagnamento psicologico, e quello del raggiungimento della maggiore età, momento in cui il mondo che accompagna e tutela il ragazzo di colpo scompare”. Simona Arletti ha giudicato possibile che l’aumento delle diagnosi “sia un segno della fragilità complessiva della famiglia, non più in grado di gestire anche una semplice difficoltà scolastica. Ma è comunque opportuno fare il punto per capire se i servizi sono ancora adeguati alle esigenze o se, come riteniamo, sia possibile trovare un modo per accrescerli e migliorarli”.

Adolfo Morandi, FI, ha affermato che l’ordine del giorno “mette in evidenza un problema che dai dati riportati sembra essere rilevante, giusto quindi che anche noi come consiglieri possiamo esserne adeguatamente informati in una commissione apposita con l’intervento di esperti”.

Per Elisabetta Scardozzi, M5s, “rafforzare la rete delle comunità educanti, attraverso il confronto costante tra operatori che agiscono da punti di vista diversi, per creare una visione complessiva, è l’unico modo per avere cura della singola persona”.

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