03/05/2018

RICHIEDENTI ASILO, “INTERVENIRE ANCHE DOPO L’ACCOGLIENZA”

L’assessora Urbelli ha risposto all’interrogazione della consigliera Di Padova sulle condizioni dei profughi presso le cooperative che gestiscono l’accoglienza

I 22 migranti richiedenti asilo che erano accolti nella struttura al civico 1204 di via Emilia ovest, gestita dalla cooperativa l’Angolo, sono attualmente ospiti alla residenza Costellazioni e rientreranno nella precedente struttura una volta terminati i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria che interessano l’immobile.

Lo ha riferito in Consiglio comunale giovedì 4 maggio l’assessora al Welfare del Comune di Modena Giuliana Urbelli rispondendo all’interrogazione illustrata da Federica Di Padova del Pd. La consigliera, facendo riferimento agli articoli apparsi su un quotidiano locale a dicembre dello scorso anno circa le condizioni di vita nella struttura, aveva in particolare ricordato come la stessa cooperativa avesse in precedenza gestito anche un gruppo di profughi accolto nell’ex convento di San Cataldo, al centro di una analoga polemica. E ha chiesto “se fossero state accertate responsabilità in merito; se siano stati presi provvedimenti dopo questo nuovo episodio; dove siano attualmente i 22 profughi; quali le attività svolte dalla cooperativa, quanti i migranti accolti e in quali edifici; se sia possibile verificare le condizioni in cui si trovano i profughi nei Cas di Modena; a che punto sia l’applicazione del decreto Minniti; quale sia il protocollo istituzionale con cui Comune collabora con Prefettura e le attività svolte o programmate dal Comune”.

L’assessora ha ricordato che l’aggiudicazione dei servizi di accoglienza, organizzazione e gestione delle strutture per migranti richiedenti asilo è competenza della Prefettura che esercita anche la titolarità delle funzioni di vigilanza e controllo dell’idoneità delle strutture. Attraverso il Dipartimento di Sanità Pubblica, l’Azienda Usl garantisce la propria collaborazione e il necessario supporto tecnico alla Prefettura.

In particolare, la struttura gestita dalla Cooperativa L’Angolo in via Emilia ovest è stata oggetto di diverse ispezioni disposte dalla Prefettura a seguito della pubblicazione di articoli che riferivano di pessime condizioni igieniche e sanitarie. Al momento del primo sopralluogo, risalente a dicembre, erano già in corso lavori di manutenzione straordinaria e la Prefettura riferisce che “non si evidenziarono significative problematiche igienico-sanitarie, ma la necessità di migliorare l’ordine e la pulizia dei locali”.

Per accelerare i lavori, la cooperativa L’Angolo trasferì gli ospiti in altre strutture. L’ultimo sopralluogo effettuato l’11 aprile da Prefettura, Ausl e Vigili del Fuoco era finalizzato alla verifica dello stato di avanzamento dei lavori. La Prefettura ha avviato un procedimento sanzionatorio “per la presenza di qualche persistente traccia di muffa alle pareti e ha chiesto una relazione dei lavori eseguiti e in fase di attuazione”. Inoltre, ha fatto obbligo al gestore di non reintrodurre gli ospiti prima dell'assenso che verrà dato a seguito di un’ispezione congiunta con l’Ausl.

L’assessore Urbelli ha fatto anche sapere che la cooperativa gestisce circa 320 richiedenti asilo in dieci strutture dislocate nella provincia. Sul territorio comunale sono 213 i richiedenti asilo che accoglie: 41 in piccoli appartamenti, 17 in una struttura di medie dimensioni e 155 alle Costellazioni. Le attività svolte sono previste dal capitolato con la Prefettura: servizi educativi e materiali, attivazione di percorsi sanitari, di orientamento e accompagnamento legale, attività di volontariato.

Queste ultime si inseriscono nel “Protocollo per la realizzazione di percorsi di socializzazione attraverso attività di volontariato sociale, ambientale e sportivo”  del 2015, integrato nel 2017 e consolidato negli ultimi mesi che hanno visto i richiedenti asilo tinteggiare plessi scolastici, pulire aree verdi, partecipare ad eventi.

Per quanto riguarda l'applicazione del decreto Minniti rispetto alle tempistiche per il riconoscimento dello status di rifugiati “non abbiamo dagli organi preposti – ha continuato l’assessora - informazioni dettagliate. Viene però riferito che, in media, i tempi di attesa per la richiesta di protezione sono inferiori a 30 giorni dall'arrivo in città; per l'audizione in Commissione occorre circa un anno e sono inferiori a 30 giorni i tempi per la notifica della decisione della Commissione”.

Nell'ambito del Protocollo attivo dal 2006 tra Comune, Questura e Prefettura, è istituito un tavolo tecnico (Tavolo Modena) che fa anche il punto rispetto a pratiche amministrative, andamento e criticità. Il Centro stranieri garantisce la prenotazione di rinnovi e ritiri dei permessi di soggiorno e il personale distaccato in Questura supporta nella gestione delle pratiche. È, infine, in corso di approvazione un terzo protocollo tra Prefettura, Enti gestori e Comune per l’Emersione e la presa in carico di vittime di tratta e grave sfruttamento.

“Questo assessorato – ha concluso Urbelli - è impegnato nella promozione di attività socialmente utili al fine di renderle strutturate e non frutto di iniziative estemporanee, nella qualificazione del sistema di accoglienza attraverso i protocolli ricordati e lavorando sulle situazioni più complesse presenti nei Cas”.

“Il sistema dell’accoglienza modenese – ha continuato - pur estremamente sollecitato in questi anni, ha tenuto; il problema vero resta però la prospettiva, ovvero il post accoglienza, su cui si chiede di affrontare a livello nazionale almeno alcuni temi urgenti: come ridurre i tempi e i costi per la definizione dello status di rifugiato e cosa accade alle persone diniegate che diventano irregolari sul nostro territorio, senza dimenticare la presa in carico di numerosissimi soggetti fragili, che fanno uso di sostanze o sono vittime di tratta”.

Chiedendo la trasformazione in interpellanza, Marco Cugusi di Art.1-Mdp-Per me Modena ha sottolineato che “spesso, oltre a carenze igieniche, manca anche il rispetto dei protocolli relativamente ad attività educative. Credo dovremmo prestare maggiore attenzione a percorsi che consentano una migliore integrazione di queste persone”, ha detto affrontando anche “le criticità create dall’alta percentuale di dinieghi: un tema rilevante dal punto di vista dell’allarme sociale che può comportare in tema di sicurezza”.

In sede di replica la consigliera Di Padova ha invitato la Prefettura “a vigilare sulla situazione generale” e, in particolare, sul caso da cui è partita l’interrogazione ha espresso “perplessità che la struttura in questione necessitasse solo di migliorie, mentre le foto descrivevano una situazione molto più complessa”.

L’assessora Urbelli, concludendo, ha anche evidenziato la necessità di “educare a come si arieggiano e si tengono puliti le abitazioni; ha ricordato il complesso lavoro di gestione che spetta della Prefettura e l’importanza di ascoltare anche i problemi degli enti gestori: “Il tavolo che abbiamo voluto condividere serve anche a questo”.

 

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