07/06/2018

“L’ANTIBARBARIE”, INCONTRO CONCLUSIVO CON PAT PATFOORT

Venerdì 8 giugno, alle 15.30, in Galleria Europa, l’ultimo appuntamento con il ciclo dedicato alla cultura del dialogo e della non violenza sul tema “Prevenire il conflitto”

Sarà Pat Patfoort, antropologa, docente, trainer e mediatrice a livello internazionale nel campo della trasformazione e gestione nonviolenta del conflitto, l’ospite dell’ultimo appuntamento con il ciclo “L’antibarbarie” in programma venerdì 8 giugno, dalle 15.30 alle 19.30 alla Galleria Europa – Centro Europe direct, in piazza Grande 17. L’incontro seminariale, a ingresso libero, avrà come tema “Prevenire il conflitto, costruire relazioni rispettose, trasformare con la nonviolenza i conflitti in opportunità”.

Il ciclo “L’antibarbarie. La via del dialogo per affrontare paure e pregiudizi e rispondere al bisogno di relazioni eque, di sicurezza e di pace”, giunto alla terza edizione e promosso da una partnership consolidata tra l’ufficio Politiche europee e relazioni internazionali del Comune di Modena, il centro territoriale del Movimento Nonviolento, la Casa per la pace, il Punto d’accordo/Centro di mediazione dei conflitti, aveva l’obiettivo di far conoscere e dimostrare la credibilità e l’efficacia di strumenti e strategie nonviolente per affrontare e trasformare costruttivamente i conflitti.

L’antibarbarie è la nonviolenza, con il suo bagaglio teorico e pratico fondato sul dialogo e sull’ascolto, cornice entro la quale costruire relazioni rispettose e giuste, nei diversi contesti sociali in cui si presentano criticità e conflittualità. È la strada maestra per realizzare incontro, inclusione, condivisione in una società attraversata da preoccupanti lacerazioni, frutto in larga misura di pregiudizi. I conflitti sono componente naturale nelle relazioni, sia su scala micro, che macro. Imparare modalità e tecniche per gestirli con mezzi pacifici, è condizione per evitare la loro degenerazione in scontro insanabile, violenze o guerra. In questa “rivoluzione culturale” si colloca anche un radicale ripensamento della concezione dell’alterità e della diversità, non come minaccia, ma come risorsa.

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