19/10/2019

“INZIATIVE A SOSTEGNO DELLA MATERNITÀ E DELLA NATALITÀ”

Ok del Consiglio comunale a un ordine del giorno che chiede anche un’analisi sull’evoluzione demografica modenese per impostare politiche adeguate ai bisogni

La grave crisi demografica che, innescata dalla crisi economica del 2008, sembra aver assunto un carattere strutturale è alla base dell’ordine del giorno per il sostegno alla maternità e alla natalità approvato dal Consiglio comunale di Modena, nella seduta di giovedì 17 ottobre. Il documento è stato presentato da Elisa Rossini, capogruppo di Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia, che ha sottolineato di averlo modificato, dopo aver trovato una mediazione con il gruppo del Pd, “per arrivare a un’ampia convergenza e portare il tema all’attenzione dell’Amministrazione”. L’ordine del giorno è stato approvato con il voto a favore anche di Pd, Modena solidale, Movimento 5 stelle, Lega e Forza Italia. Contraria Sinistra per Modena e astenuto il gruppo dei Verdi.

Il documento invita l’Amministrazione a effettuare un’analisi dell’evoluzione demografica della popolazione e delle famiglie per conoscere la situazione modenese, monitorare i cambiamenti in atto e individuare possibili ulteriori interventi a sostegno della maternità che si aggiungano alle misure previste dal Governo, nella legge di bilancio 2019 e negli anni precedenti, come buono per gli asili nido, congedo di maternità e paternità, lavoro agile, fondi e mutui agevolati per famiglie numerose, carta famiglia, assegno di natalità con aiuti maggiorati dal secondo figlio, premio alla nascita, credito agevolato alle famiglie. Inoltre, chiede al Governo la ripresa immediata dei lavori del Tavolo istituzionale di confronto e dialogo con il mondo delle imprese, istituito alla fine del 2018, per la promozione della conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di cura della famiglia.

Come ha ricordato Rossini nella presentazione, il Tavolo ha l’obiettivo di favorire “l’adozione di iniziative sperimentali a sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori con particolare attenzione alle famiglie numerose e a quelle vulnerabili, la predisposizione di nuovi modelli gestionali e organizzativi e lo scambio di conoscenze e buone prassi”.

Il contrasto al cosiddetto “inverno demografico” deve diventare “una priorità a tutti i livelli amministrativi” per Luigia Santoro che ha aperto il dibattito per la Lega: “Servono scelte coraggiose e lungimiranti – ha detto la consigliera – da parte del Governo, come erogazioni progressive alle famiglie a partire dal secondo figlio, ma anche i Comuni possono contribuire, per esempio attivando il fattore famiglia comunale o avviando una campagna istituzionale di valorizzazione della natalità”.

Federico Trianni, Sinistra per Modena, ha condiviso l’urgenza di favorire la maternità (“ma usare genitorialità sarebbe stato meglio”) e dato atto a Rossini di aver consentito alle modifiche. “Ma la nostra visione rimane diversa: è censurabile che le agevolazioni considerino solo le imprese con oltre cinquanta dipendenti e non vediamo altre proposte pratiche”. Camilla Scarpa ha contestato la visione politica alla base del documento, “genitori si è in due e non è possibile che il lavoro di cura continui a essere posto solo sulle spalle delle donne”, e la mancanza di qualunque riferimento al lavoro e in particolare al precariato “e non si può parlare di maternità se non si affronta questo tema”.

Vittorio Reggiani, Pd, ha ricordato che sono lo Stato e le Regioni che possono applicare la maggior parte delle misure necessarie, ma il Comune “può intervenire nelle misure di secondo livello a sostegno delle famiglie con più figli, maggiormente a rischio di povertà, e può farsi mediatore nei tavoli per farsi portavoce di istanze più ampie”. Per Alberto Cirelli “il lavoro fatto è una mediazione alta per un obiettivo alto: la famiglia è la risorsa più preziosa che abbiamo e deve quindi entrare in tutte le politiche perché è dalla famiglia che uscirà il patrimonio umano che farà crescere il nostro paese”. Condividiamo la necessitò di “sostenere tutte le famiglie, le donne e gli uomini nella scelta e nella quotidianità della genitorialità”, ha detto Irene Guadagnini che ha ricordato le azioni concrete realizzate a questo scopo dall’Amministrazione comunale come lo sportello famiglie, l’ampliamento nei tempi e nei modi dell’offerta educativa e i sostegni anche economici al lavoro delle donne. “Con questo ordine del giorno ribadiamo l’impegno all’aiuto e al sostegno dei genitori”.

Anche per Giovanni Silingardi, M5s, “l’emergenza è sotto gli occhi di tutti, ma il problema vero non è il sostegno alle donne, è che la nostra società costruisce politiche del lavoro all’insegna del precariato e non si fanno figli quando non si può avere una proiezione nel futuro. Per cui – ha concluso – finché non si interverrà sulle politiche del lavoro, non risolveremo il problema”.

D’accordo su tutte le misure di sostegno, Katia Parisi, Modena solidale, ha osservato che però “devono entrare in quadro più ampio se si vogliono effetti sul lungo termine”. Vanno quindi affrontati problemi come un “percorso di studi troppo lungo, la precarietà che genera insicurezza, il problema della casa, e una gestione della genitorialità che lo Stato scarica completamente scaricato sulle aziende”.

Paola Aime, Verdi, ha riconosciuto nella mozione un “pensiero onesto” ma non convincente: “Abbiamo bisogno di giustizia sociale, non di carità, di lavoro, di solidarietà e anche di nuove vite ma non di modelli familiari che mettono al centro le donne italiane e di problemi di coppie italiane, di problemi di conciliazione solo di grandi aziende, quando questo non è la nostra realtà”.

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