26/11/2019

CITTADINANZA / 2 - IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Numerosi i consiglieri intervenuti in occasione della trattazione di due ordini del giorno sulla riforma della cittadinanza e sull’adesione alla campagna ‘Io Accolgo’

Sono numerosi i consiglieri che nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 21 novembre sono intervenuti nel dibattito sugli ordini del giorno approvati relativi alla riforma della cittadinanza e all’adesione alla campagna ‘Io Accolgo’.

Secondo Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) “legare la riforma della cittadinanza alla lotta al razzismo taccia di razzismo tutti quelli che non sono d’accordo e questo riduce il dibattito politico alla lotta tra bande. Essere contrari allo ius soli e agli sbarchi non vuol dire essere razzisti: i minori stranieri nati in Italia hanno lo stesso trattamento degli altri e possono chiedere la cittadinanza italiana alla maggiore età e la continua residenza viene valutata con elasticità”.

Per il Pd, Vittorio Reggiani ha precisato che “l’accoglienza è un’azione culturale ed educativa. La cittadinanza non è una scelta ma un diritto per chi vive nel nostro Paese in un certo modo, significa condividere dei valori e portare chiunque sia accolto ad accogliere i nostri valori. Quello che può fare l’Amministrazione è evitare di creare quartieri ghetto, classi scolastiche monocolore e anche i servizi sanitari e il welfare devono avere lo stesso approccio. Non credo che chi è contrario sia razzista – ha concluso – ma sicuramente abbiamo un pensiero diverso”. Federica Venturelli ha espresso soddisfazione per il fatto che “la riforma della cittadinanza torna nell’agenda del Parlamento sotto forma di Ius culturae: è un progetto di legge giusto, doveroso ma anche funzionale perché l’esclusione non è mai un vantaggio per la collettività, ma rappresenta un errore politico e culturale. Non introduce automatismi di concessione di cittadinanza ma riconosce una realtà esistente di persone che fanno già parte del nostro Paese: è compito della politica non lasciarle nell’incertezza ma riconoscere che si sentono parte dell’Italia e che vogliono adempiere a tutti i doveri, oltre a godere dei diritti di cittadini”. Alberto Cirelli ha affermato che le mozioni sono “un piccolo passo rispetto a quanto potremo fare in futuro: non risolveremo il problema con le leggi, le leggi verranno dopo. Il problema dell’integrazione non si risolve muscolarmente, noi abbiamo il compito di immaginare una società che non sia né governata dalla paura né per l’accoglienza indiscriminata: la società si deve basare su alcuni pilastri che possiamo costruire insieme”. Marco Forghieri ha sottolineato: “Non possiamo più permetterci di affrontare dibattiti su questi temi solo in termini valoriali o di vicinanza a un comune sentire, di qualunque provenienza”. Per il consigliere, anche per affrontare immigrazioni future e diverse, “dovremo avere una comunità educata che reagisca in modo diverso da come è accaduto nelle banlieu parigine. Dobbiamo avere il maggior numero di nuovi cittadini italiani alleati a difendere gli interessi italiani ed europei. È strategia non buonista ma della sopravvivenza”. Per Ilaria Franchini, “il problema concreto dei ragazzi nati qui è che non si sentono né italiani né del Paese di origine; sono ragazzi in difficoltà perché cresciuti in due culture diverse. Noi investiamo risorse nella formazione culturale di queste persone e decidere di farli restare nel nostro Paese sarebbe un riconoscimento importante, invece non permettergli di essere italiani non è produttivo: ai bambini cui è stata data cittadinanza onoraria è stato detto che sono uguali ai loro compagni e amici. Credo sia un diritto assoluto nei confronti di bambini che saranno il futuro anche per la nostra economia”. Mara Bergonzoni ha sottolineato che “la quotidianità dell’integrazione è difficile. I bimbi nati in Italia si sentono italiani, e quindi devono avere la cittadinanza; senza questi ragazzi non possiamo andare avanti. Il problema ci tocca tutti e dobbiamo tutti metterci la buona volontà per risolverlo, dobbiamo ragionarci insieme”.

Antonio Baldini, capogruppo di Lega Modena, ha evidenziato che “Io Accolgo si prefigge l’abolizione dei decreti sicurezza che è stata rimessa all’ordine del giorno oggi per distrarre il Paese da questioni più importanti. Sui decreti sicurezza, che sono costituzionali, c’era già stato un dibattito in Consiglio. Quello della cittadinanza è un percorso consapevole da parte di chi ne fa richiesta e secondo me rimane una concessione da parte dello Stato, non un diritto”. Il consigliere ha annunciato voto contrario “agli ordini del giorno che sono demagogici e senza costrutto dal punto di vista pratico”.

Enrica Manenti del M5s si è detta d’accordo “sul fatto che il Parlamento debba riprendere la discussione sulla cittadinanza, rispetto alla quale ci sono tre disegni di legge. Noi sollecitiamo il Parlamento a prendere in mano il tema – ha precisato – e non ce la sentiamo di sposare già un esito”. Relativamente a ‘Io Accolgo’, la consigliera ha aggiunto che la campagna “ha le sue giustificazioni simboliche ma la connotazione ideologica ci sembra eccessiva”.

Paola Aime ha affermato di non essere “mai stata d’accordo sullo Ius soli, perché la cittadinanza riconosciuta solo per nascita per me è un eccesso senza la conoscenza della lingua e la residenza per alcuni anni nel nostro Paese. Ed è questo che fa la differenza e che mi rende favorevole allo Ius culturae. Questa differenza relativamente ai bambini viene meno, quindi perché non favorirli nell’integrazione tra pari? Io vedo un plusvalore nell’accogliere e nel riconoscere e non capisco perché per altri non sia così quali siano i timori”.

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