27/09/2019

QUARTIERI / 3 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Nella discussione che ha preceduto l’approvazione delle delibere e dell’ordine del giorno, in evidenza il ruolo dei Quartieri come tramite tra cittadini e amministrazione

La costituzione dei nuovi Consigli di Quartiere e la nomina dei 56 consiglieri sono stati approvati all’unanimità dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 26 settembre. Insieme alle due delibere, presentate dall’assessora ai Quartieri e alla Partecipazione Debora Ferrari, è stato approvato anche un ordine del giorno, sottoscritto da tutti i gruppi di maggioranza, che sostiene il ruolo dei Quartieri “come luogo cardine della democrazia diretta e partecipata”. L’ordine del giorno ha ottenuto il voto positivo della maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Modena solidale, Verdi). Astenuti i gruppi di Lega, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia, Forza Italia e Movimento 5 stelle.

Il documento è stato presentato dal primo firmatario, il capogruppo Pd Antonio Carpentieri che ha ricordato in premessa la lunga storia dei Quartieri modenesi, nati nel 1967 e la legge per la spending review del 2010, “non completamente condivisibile”, che ha abolito le circoscrizioni per i Comuni con meno di 250 mila abitanti “senza però tener conto che il risparmio sarebbe stato quasi insignificante mentre per una società come quella modenese il rischio di ricadute sociali e democratiche pesanti era fortissimo”. Per questo motivo, ha proseguito il consigliere, il Consiglio comunale, nel 2014, ha approvato un nuovo regolamento e istituito i Consigli di Quartiere come nuovi organismi di partecipazione territoriale facendoli coincidere con le quattro circoscrizioni soppresse: “Grazie a questa iniziativa, i nuovi Quartieri, pur con tutte le limitazioni amministrative ed economiche vigenti, hanno potuto proseguire nel loro storico ruolo sociale e politico”.

L’ordine del giorno chiede di arrivare entro 12 mesi a una revisione del Regolamento che definisca un sistema di scelta dei consiglieri “che risponda a criteri democratici e di trasparenza in grado di garantire la rappresentatività di tutti i territori”; aumenti il numero dei Quartieri “per avvicinare territorialmente i Consigli di Quartiere ai cittadini”; individui con maggior precisione competenze e ruoli operativi e decisionali.

Aprendo gli interventi per il Pd, Mara Bergonzoni ha ricordato la propria esperienza come presidente di Quartiere sottolineando come “per i cittadini, i Quartieri sono un ponte importantissimo con l’amministrazione”. Evidenziando, quindi, l’importanza della partecipazione, ha ricordato l’istituzione dell’Albo dei cittadini attivi, che fanno capo, appunto, ai Quartieri, che oggi conta su cinquecento iscritti. Anche Stefano Manicardi che, come gli altri consiglieri intervenuti per il Pd, è stato consigliere di Quartiere, ha definito quel ruolo come “una delle più belle esperienze di attivismo e partecipazione”, sottolineando la scelta dell’Amministrazione “che dimostra fiducia nel decentramento e negli istituti di partecipazione”. Ilaria Franchini ha aggiunto che il ruolo dei Quartieri “deve essere regolamentato ma è necessario che possano essere in grado di fare sintesi. È importante che la relazione tra politica, quartieri e città sia forte, perché se no c’è il rischio di non riuscire a raccogliere i bisogni della città. E per questo – ha concluso – credo sia giusto aumentare il numero dei Quartieri”. Per Alberto Cirelli il Quartiere è il tramite con “uno dei patrimoni maggiori di Modena: il volontariato”; è il luogo “dell’ascolto delle persone che chiedono risposte alla politica” ed è il soggetto che “deve essere capace di relazionarsi con l’Amministrazione. È, in sostanza, un pezzo di democrazia”.

Annunciando il voto a favore della Lega sulle delibere, il capogruppo Antonio Baldini ha concordato che i Quartieri “sono uno strumento di partecipazione e di flusso importante di informazioni dai cittadini ai politici”. Affermando che l’esperimento die Quartieri va continuato, si è detto, però, perplesso su alcuni punti dell’ordine del giorno, in particolare sulla richiesta di un nuovo sistema di scelta dei consiglieri: “La scelta di eliminare le circoscrizioni è stata sbagliata, non di meno c’è una legge che non prevede i Consigli, quindi non è chiaro cosa si intende con sistema di scelta dei consiglieri più trasparente”.

Vincenzo Walter Stella, Sinistra per Modena, ha ribadito che i Quartieri “non sono solo un’istituzione valida ed efficace di riferimento per i cittadini ma anche un’ottima palestra di democrazia”. Per Stella, l’abolizione delle circoscrizioni ha avuto solo l’effetto di “allontanare i cittadini dall’amministrazione. Mi auguro quindi che quartieri possano continuare ad esistere. L’Amministrazione deve però dimostrare, con i fatti, di credere davvero nei Quartieri, se no sarebbe meglio abolirli ma sarebbe un errore che pagheremmo pesantemente”.

Per il M5s Andrea Giordani ha proposto di allargare i Quartieri a un esperimento sociale “facendo entrare le associazioni e lasciando che propongano mozioni dal basso: vorremmo eliminare quanto più possibile la politica dai quartieri e lasciarli ai cittadini”. Il consigliere sì è detto anche perplesso sui 12 mesi di tempo per il rinnovo del regolamento: “Sono troppi”.

Dopo aver ringraziato le persone che hanno dato la loro disponibilità come consiglieri di Quartiere, Paola Aime ne ha ribadito l’importanza per i cittadini”. Replicando al M5s, ha osservato che “spiace quando si crea un’equivalenza tra politica e corruzione dell’anima: ridiamole dignità con comportamenti onesti”.

Elisa Rossini, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia, ha motivato il voto di astensione sull’ordine del giorno sollevando una questione di metodo e cioè “l’impegno preso in capigruppo di non presentare mozioni in corso di seduta”.

 

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