04/07/2020

RETE DEI CONSULTORI / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione dell’ordine del giorno del Pd

Sono intervenuti consiglieri comunali di diversi gruppi nel dibattito che ha accompagnato l’ordine del giorno sulla situazione dei consultori cittadini. La mozione, presentata nella seduta del Consiglio di giovedì 2 luglio da Federica Venturelli per il Pd e sottoscritta anche da Sinistra per Modena, Modena civica e Verdi, è stata approvata con i voti della maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Modena civica e Verdi) e del Movimento 5 stelle; Lega Modena si è astenuta, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia hanno espresso voto contrario.

Aprendo il dibattito, Federico Trianni (Sinistra per Modena) ha detto che occorre sostenere il ruolo dei consultori “ma chiarendone le funzioni”, in modo che non si riducano a “sopperire alle carenze del sistema sanitario”. Trianni ha indicato alcune funzioni specifiche delle strutture: “È opportuno concentrarsi sugli screening sanitari, sul supporto ai temi della sessualità, sulla formazione nelle scuole anche attraverso i docenti e sul sostegno alle coppie che hanno difficoltà nel procreare. Inoltre, bisogna incentivare il servizio di assistenza domiciliare ostetrica”. La capogruppo Camilla Scarpa ha aggiunto che i consultori assicurano la prima risposta per tante situazioni, “dalle informazioni sulla sessualità al sostegno per le coppie, passando per il contrasto alla violenza di genere e la genitorialità. Queste strutture rappresentano uno strumento all’avanguardia, da rilanciare, anche potenziando la collaborazione con le scuole, perché oltre all’educazione sessuale offrono educazione alla sessualità”. Scarpa ha detto di “opporsi a chi critica la legge 194 del 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza, è un diritto di emancipazione delle donne conquistato dopo tante battaglie”.

Per il Pd, Venturelli ha sottolineato che “i consultori ricoprono un ruolo fondamentale per l’equità sociale; tuttavia, oggi sono caratterizzati da una situazione di impoverimento a causa della scarsità di risorse e della limitata integrazione tra servizi sociali e sanitari”. La consigliera ha poi sollecitato “maggiore interdisciplinarità con gli ospedali, anche grazie al supporto di personale formato continuamente, oltre alla necessità di figure necessarie come i mediatori culturali e gli esperti di violenza di genere”. Irene Guadagnini ha ribadito l’importanza dei consultori che, assolvendo a “compiti di prossimità, informazione e sostegno alle persone nelle diverse fasi della vita sessuale e riproduttiva”, garantiscono “una serie di servizi, anche ambulatoriali, ai quali poter accedere come, per esempio, lo screening gratuito per la prevenzione del tumore del collo dell’utero”. La consigliera ha ricordato “i dati dell’anno scorso sul monitoraggio dei programmi di screening oncologico, che vedono la provincia di Modena in seconda posizione per l’adesione a questo programma: il 69% di donne. È un buon risultato, al quale si aggiunge la percentuale di donne che scelgono di eseguire il test anche senza l’adesione al programma. Le stime parlano del 90%”. Per Ilaria Franchini la rete dei consultori “dovrebbe essere più capillare. Nei mesi del lockdown abbiamo realizzato l’importanza di un sistema sanitario che sia a servizio di tutti e anche per questo è importante che i consultori siano aperti all’intera società, compresi gli uomini come in effetti è, e che i servizi resi restino gratuiti” Franchini ha messo l’accento sulla necessità di “strutturare programmi di sostegno per le persone che hanno difficoltà a relazionarsi con gli altri, con l’obiettivo di aiutarli nel percorso di crescita, quindi con un’azione sia sociale sia psico-fisica”. Vittorio Reggiani ha detto che “l’importanza dei consultori va al di là del tema dell’interruzione volontaria di gravidanza, che è emerso nel dibattito. L’obiettivo della mozione è ragionare sulla necessità di rafforzare il sistema dei consultori e, in particolare, mettere in evidenza il raccordo tra i consultori, che sono una competenza soprattutto del Sistema sanitario regionale, e la sanità locale. Ovvero la capacità di un consultorio di interfacciarsi con i servizi sanitari locali per seguire a vario titolo la richiesta o il problema di una persona. Non sempre questo percorso è pienamente operativo a causa del numero delle strutture e dei professionisti che vi lavorano”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia), autrice di sette emendamenti, uno dei quali approvato all’unanimità, ha richiamato “il ruolo dei consultori per il sostegno alla maternità, riconoscendone il volare sociale e tutelando la vita umana dal suo inizio: questo è quanto si propone di fare innanzi tutto la legge 194 e l’aspetto va potenziato”. Rossini ha citato “le 78 interruzioni volontarie di gravidanza avvenute all’8 marzo al 23 marzo: questo numero davvero elevato testimonia che il sostegno alle donne che si presentano al consultorio è stato carente, perché la maggioranza delle ivg ha il suo avvio proprio nei colloqui. Inoltre, i progetti nelle scuole non dovrebbero essere finalizzati unicamente al discorso sulla prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili: altre iniziative hanno differente sensibilità perché le situazioni negli istituti possono essere molto diversificate tra loro”.

Infine Paola Aime (Verdi), autrice di uno degli emendamenti approvati, ha spiegato che “i consultori costituiscono una conquista sociale: prima della legge istitutiva, gli interlocutori per le giovani donne erano i medici di base e le famiglie, con poca assistenza e il rischio di pregiudizi. Oggi invece questi luoghi, oltre a fornire assistenza sanitaria e psicologica, rappresentano spazi insostituibili di libertà e di espressione”. Per il futuro ha consigliera ha suggerito “maggiore coordinamento con la rete degli ospedali, è opportuno rafforzare il ‘ponte’ che esiste tra la sanità pubblica e i consultori. Il passaggio da un sistema all’altro deve essere accompagnato”.

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