21/08/2020

ANCHE IL MUSEO È “MACCHINA” E CELEBRA I 150 ANNI

Un’istallazione artistica di Alice Padovani, che verrà realizzata in occasione del Festivalfilosofia di settembre, avvia la riflessione sulle origini dell’istituzione culturale

“Archival impulse or the museum-machine”. È questo il titolo dell’installazione artistica “site specific”, cioè realizzata appositamente per uno spazio dedicato e in una occasione specifica, che l’artista modenese Alice Padovani realizzerà per i Musei civici di Modena nei giorni del Festivalfilosofia 2020 sul tema “Macchine”. L’opera, che sarà compiuta “live” negli spazi del Lapidario a piano terra di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino, si ispira al 150° anniversario di fondazione del Museo civico modenese che cadrà nel 2021. Si tratta di un’occasione per l’Istituto culturale cittadino di riflettere sulle sue origini, rievocando la natura positivista e classificatoria che ne rappresenta l'impronta iniziale nel 1871, rendendolo una sorta di macchina i cui ingranaggi, serialmente organizzati in vetrine, restituiscono la visione di un progresso che l'uomo al centro della natura può comprendere e dominare.

Nei tre giorni del festival, una simile “pulsione archivistica” muoverà Alice Padovani in un'azione performativa volta a creare una grande opera a pavimento, concepita come aggregato di circa 300 oggetti provenienti dai depositi, rappresentativi delle raccolte d’archeologia, arte, etnologia, artigianato e Risorgimento. Tra questi, rare curiosità come il fermacarte col ritratto di Pio IX appartenuto all'erudito Celestino Cavedoni, un minuscolo “necessaire” da cucito nel guscio di una noce, un cappello da garibaldino, un reliquairio di carta e tessuto, la macchina fotografica tascabile di Salvatore Andreola, lucerne e vasetti da Pompei, ossa e denti di animali, ornamenti dalla Nuova Guinea, ceramiche dalla Cina, gioielli dal Giappone e dall'Africa.

Le opere e i reperti che andranno a costituire l'installazione saranno documentati attraverso un disegno creando così una sorta di “compendio affettivo” che resterà anche dopo la rimozione dell'opera. L’artista interpreta così, con la propria cifra stilistica, l'eterogeneità delle collezioni del Museo, rileggendo in chiave contemporanea l'approccio classificatorio del XIX secolo. Padovani sarà presente tutti e tre i giorni, venerdì 18 e sabato 19 settembre dalle 10 alle 23; domenica 20 dalle 9 alle 21.

Il progetto è a cura di Serena Goldoni, Cristina Stefani e Cristiana Zanasi. Questo work in progress, spiegano le curatrici, rappresenterà anche il punto di partenza per un viaggio fra le sale dei Musei dedicato a bambini e famiglie, dal titolo “Il museo in scatola”, a cura di Dida, laboratorio didattico. Il pubblico, con l’aiuto di guide esperte, potrà raccogliere e inserire in una scatola classificatoria fotografie e frammenti evocativi dei reperti e delle opere esposte, creando la propria piccola raccolta portatile. Il laboratorio si terrà venerdì 18 settembre dalle 17 alle 23, sabato 19 dalle 10 alle 23 e domenica 20 dalle 10 alle 21. È necessario prenotare telefonando al numero 059 2033121 dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, a partire da lunedì 14 settembre.

Alice Padovani si forma e lavora come attrice e regista nell’ambito del teatro contemporaneo e parallelamente sviluppa il proprio percorso di artista visiva che la porta a esporre in mostre personali, collettive e fiere d’arte e a ricevere numerosi riconoscimenti a carattere nazionale e internazionale. I suoi lavori fanno parte di alcune importanti collezioni a Roma, Parigi e Londra. Utilizzando differenti tecniche, materiali e linguaggi espressivi, la sua ricerca unisce alla spontaneità dell’impulso creativo il rigore del metodo scientifico.

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