25/09/2020

CONFERIMENTI NEL TERMOVALORIZZATORE, RESPINTO ODG

No del Consiglio alla mozione della Lega sui rifiuti provenienti da fuori provincia. Una legge regionale ne regola la distribuzione negli impianti emiliano-romagnoli

Il Consiglio comunale di Modena ha respinto l’ordine del giorno, presentato dal capogruppo di Lega Modena Alberto Bosi e sottoscritto anche da Fratelli d’Italia - Popolo della famiglia e Forza Italia, che chiedeva di escludere dal conferimento nel termovalorizzatore di via Cavazza i rifiuti provenienti da fuori provincia. La mozione, discussa nella seduta di giovedì 24 settembre, ha ottenuto il voto a favore di Lega Modena, Movimento 5 stelle, Fratelli d’Italia - Popolo della famiglia e Forza Italia; e quello contrario di Pd, Sinistra per Modena, Modena civica e Verdi.

Nella presentazione, il consigliere Bosi ha spiegato che l’impianto di via Cavazza opera a piena capacità bruciando rifiuti urbani e speciali anche da fuori provincia e regione, aggiungendo che nel 2019 si è registrato un aumento notevole nello smaltimento dei rifiuti speciali, trattati in parallelo ai rifiuti solidi urbani. La mozione, rilevando “la nocività dell’impianto per la salute dei modenesi”, chiede che il Comune “intervenga per indirizzarne l’utilizzo”, in particolare riducendo la quantità di rifiuti da bruciare, passando da 238mila a 120mila tonnellate all’anno. Con queste azioni, in particolare ripristinando il limite di 50.400 tonnellate all’anno di rifiuti speciali, secondo il capogruppo di Lega Modena si otterrebbe un miglioramento della qualità dell’aria in città.

Motivando il voto contrario dei gruppi di maggioranza, il capogruppo Pd Antonio Carpentieri ha ricordato che non esiste più da tempo un ambito provinciale per lo smaltimento dei rifiuti nel termovalorizzatore. Già da una decina d’anni, infatti, ciascuno dei quattro impianti presenti in Emilia-Romagna, quello di Modena compreso, ha come bacino di riferimento per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani l’intero territorio regionale. Nonostante questo, i rifiuti urbani trattati nell’impianto di via Cavazza provengono principalmente dalla provincia di Modena. Oltre ai rifiuti urbani, l’impianto tratta anche rifiuti speciali prodotti dalle aziende: “Non bisogna dimenticare - ha specificato - che una legge nazionale dispone che i rifiuti speciali possano essere trattati sul libero mercato, ma anche in questo caso a Modena si trattano materiali che arrivano per lo più dal bacino regionale”.

Gli interventi dei consiglieri Pd (oltre al capogruppo, Alberto Cirelli, Diego Lenzini e Marco Forghieri) hanno anche ribadito che, affrontando il tema dei rifiuti, l’obiettivo è individuare soluzione alternative alla termovalorizzazione “che potrà e dovrà essere superata, come è nelle previsioni anche della Regione, man mano che si svilupperanno e saranno applicate soluzioni diverse, come per esempio un incremento della raccolta differenziata”. E a partire, hanno sottolineato i consiglieri Paola Aime (Verdi) e Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena), dall’impegno “a ridurre il più possibile la produzione di rifiuti”. Nel frattempo, “l’impianto non può lavorare con una quantità di materiali inferiore a 120mila tonnellate all’anno, quindi finché è attivo occorre rispettare questa soglia minima” affinché operi efficacemente.

Il consigliere Bosi, nel dibattito, ha proposto anche di includere l’impianto nei piani anti-smog per non vanificare gli interventi sul traffico urbano. Intervenendo a sostegno dell’ordine del giorno Giovanni Bertoldi ha sollecitato un impegno per una “graduale riduzione della produzione dei rifiuti” anche con “politiche più incisive sulla raccolta differenziata e maggiori controlli”; Elisa Rossini di Fratelli d’Italia - Popolo della famiglia ha messo l’accento sulle carenze del sistema di raccolta differenziata a Modena, con la finalità di ridurre la quantità di rifiuti conferiti nell’impianto di via Cavazza e di limitarne gli effetti; mentre Giovanni Silingardi (Movimento 5 stelle) ha sostenuto che la politica dovrebbe promuovere l’economia circolare, includendo la tariffazione puntuale, la raccolta porta a porta della differenziata e il sistema di riuso e riutilizzo dei rifiuti.

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