01/10/2021

MANOVRA FINANZIARIA, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

Diversi consiglieri sono intervenuti ponendo l’attenzione sull’attività delle società partecipate del Comune e sul raggiungimento o meno degli obiettivi

Sono diversi i consiglieri intervenuti nell’ambito della manovra finanziaria proposta dall’assessore al Bilancio Gianpietro Cavazza che, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 30 settembre, ha visto l’approvazione della Variazione di bilancio (con il voto a favore di maggioranza e Movimento 5 stelle, e con l’astensione di Lega Modena, Forza Italia, Modena sociale e Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) e del Bilancio consolidato 2020 del gruppo Comune di Modena (a favore maggioranza e contro le opposizioni).

In particolare, Elisa Rossini di Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia ha colto l’occasione per fare il punto sull’attività delle partecipate, evidenziando, tra l’altro, il calo della domanda nelle scuole della Fondazione Cresciamo registrato nel 2020-2021 rispetto all’anno precedente (“dovuto sicuramente alla denatalità, ma ci chiediamo se abbia influito anche il gradimento della cittadinanza rispetto a questa gestione”), il mancato obiettivo delle Farmacie comunali rispetto all’iniziativa del pacco dono dei nuovi nati, oltre all’“aumento dell’11 per cento rispetto al passato dei crediti insoluti da canoni di locazione Erp nel bilancio di Acer”.

In linea con il punto di vista di Rossini anche Giovanni Silingardi del M5s, che ha posto l’attenzione, tra le altre, su Formodena che, ha registrato una “mancata realizzazione di corsi, una perdita significativa di bilancio ed è rimasta senza governance in un momento di necessità”, sulle Farmacie comunali “per le quali l’obiettivo di qualità è stato raggiunto solo al 50 per cento”, su Cresciamo “che ha centrato al 100 per cento solo 3 obiettivi su 8 e ha mancato il tema della formazione del personale” e su Amo, per la quale “gli obiettivi risultano tutti realizzati al 100 per 100 ma, rispetto alla mission, risultano non sfidanti”.

Per il Pd, Vittorio Reggiani ha sottolineato che “il Bilancio consolidato deve essere strumento che aiuta l’indirizzo e la pianificazione generale e di ogni società, individuando gli obiettivi ritenuti più rilevanti e le modalità per raggiungerli. Tutte le società partecipate hanno finalità fondamentali per la vita della città ed esercitano attività pubbliche che, diversamente, non si potrebbero realizzare. Approvare la delibera – ha aggiunto – significa, quindi, prendere atto che il Comune vigila sull’andamento di ciascuna di queste e rileva che ci sono conti in parte buoni in parte da verificare”. Marco Forghieri ha espresso soddisfazione “per la scelta di fare un bilancio comparabile con quello passato. Al di là dei singoli risultati – ha proseguito – non si può che concordare sulla trasparenza con cui sono stati forniti questi dati: dietro al mancato raggiungimento di alcuni obiettivi c’è una analisi onesta. Rispetto ai criteri del testo unico nazionale – ha aggiunto – va ricordato che alcune attività sono al confine con quelle di libero mercato e necessiterebbero di obiettivi differenziati rispetto alle società tipicamente pubbliche, in grado di consentirne il confronto con i competitor privati”.

In dichiarazione di voto, Giovanni Bertoldi ha annunciato la posizione contraria di Lega Modena “pur comprendendo le difficoltà contingenti del periodo che hanno reso la gestione di queste società estremamente difficile”. Il consigliere ha inoltre detto di “raccogliere con grande interesse” la proposta dell’assessore al Bilancio Gianpietro Cavazza di incontri con le singole partecipate in occasione del rinnovo delle rispettive convenzioni per fare approfondimenti. “Credo che le proposte del Consiglio – ha concluso Bertoldi – potrebbero meglio indirizzare le linee future”.

L’assessore, intervenuto a fine dibattito, ha sottolineato come il Consuntivo sia uno strumento “che ci dice in modo trasparente qual è la situazione: vengono fatti controlli e non si dice che va tutto bene. Se non è stato possibile realizzare alcune cose – ha proseguito – è perché queste società si sono trovate in oggettive situazioni di difficoltà, che hanno riguardato tutti in questo periodo”. L’assessore ha inoltre aggiunto che “non tutti i Comuni italiani hanno la stessa offerta e le leggi nazionali spesso non tengono conto di questa diversificazione: è necessario un maggior rispetto dell’autonomia dei Comuni – ha concluso – che non possono essere trattati tutti nel medesimo modo”.

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