08/03/2021

CON IL CENTRO FAMIGLIE INTERVENTI EDUCATIVI E DI PREVENZIONE

L’assessora Pinelli ha risposto a un’interrogazione di Reggiani (Pd) sul progetto per un welfare rigenerativo “Minori e famiglie: recuperare diseguaglianze e disparità”

“La riorganizzazione del Servizio Sociale Territoriale ha riordinato le competenze del Centro per le Famiglie facendovi confluire una serie di attività che saranno ulteriormente implementate riguardanti anche azioni di prevenzione in stretto collegamento con la scuola e il territorio. Intanto in via Del Gambero ha preso il via il cantiere dei lavori di riqualificazione della nuova sede che si prevede saranno ultimati in alcuni mesi”.

Lo ha detto l’assessora alle Politiche sociali Roberta Pinelli rispondendo a un’interrogazione di Vittorio Reggiani del Partito democratico, sul “Bando Personae 2020” della Fondazione di Modena a cui il Comune ha partecipato col progetto “Minori e famiglie: recuperare le diseguaglianze e le disparità sociali ed educative per un welfare generativo”. L’istanza chiedeva informazioni sul progetto di rifondazione del Centro per le famiglie; azioni e tipologie d’intervento; individuazione dei partners; criteri per la distribuzione delle risorse e se fossero stati adottati criteri di coprogettazione nel coinvolgimento del terzo settore.

Pinelli ha spiegato che le azioni principali inserite nel progetto finanziato anche con un contributo della Fondazione di Modena nell’ambito del “Bando Personae” riguardano: attività educative professionali intensive rivolte ai minori e alle loro famiglie con forti problematicità; attività di mediazione intrafamigliare e di mediazione del conflitto tra genitori e figli svolte nell’ambito della comunità laddove insistono maggiori conflittualità; attività di educazione non formale come affidi culturali, educativi, accompagnamenti scolastici e del tempo libero che possono essere svolte nei centri aggregativi o con affiancamento come accade nel progetto “Un bambino per amico”; interventi economici di sostegno all'affido extrafamiliare e per garantire attività ludico-sportive ricreative.  

“Tutte le attività relative alle quattro tipologie di intervento – ha sottolineato l’assessora - sono state avviate e sono tuttora in corso e la gran parte proseguirà con risorse del Comune o attraverso ulteriori finanziamenti”. Con ognuno dei partners che compongono la rete il Settore ha in essere un contratto di appalto di servizio o una convenzione, tranne con la Consulta comunale delle Politiche Familiari, in quanto organismo associativo previsto da un Regolamento comunale.

“Per sostenere i minori e le loro famiglie, recuperare o almeno ridurre le disuguaglianze e disparità sociali – ha precisato l’assessora - nel progetto si è puntato principalmente all'ampliamento di attività e servizi regolati con rapporti di tipo diversificato. E considerati i tempi ristretti previsti dalla procedura pubblica del bando, si è preferito muoversi intervenendo sulle forme di collaborazione già in essere, pertanto non si è fatto ricorso al procedimento di co-progettazione”.

La distribuzione delle risorse economiche fra le varie tipologie d’intervento è avvenuta sulla base delle necessità rilevate sul territorio. Il valore complessivo del progetto ammonta a circa un milione di euro di cui 436mila sono risorse destinate per attività educative professionali intensive; 300mila per interventi economici di sostegno ai minori; circa 85mila per costi del personale comunale e collaborazioni; 77mila per attività di mediazione intrafamigliare e 142mila per attività di educazione non formale e i restanti 30mila euro per la ristrutturazione della sede.

Dopo la trasformazione in interpellanza, Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) ha segnalato la necessità di “un salto di qualità, da parte delle Politiche sociali, per mettere davvero in atto il welfare generativo”, con l’obiettivo di “affrontare l’aumento delle necessità e delle fragilità espresse dalle famiglie, senza limitarci a sostenere i bisogni che emergono nella quotidianità”. Per raggiungere questo obiettivo “gli operatori dei Servizi sociali devono essere formati per lavorare nel rispetto della nuova logica di welfare, ma bisogna anche coinvolgere nelle attività le realtà del terzo settore e gli stessi cittadini”, ha detto.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia) ha chiesto che venga assicurata maggiore visibilità al progetto presentato dal Comune per accedere al bando Personae della Fondazione di Modena. “La documentazione dell’Ente deve essere fruibile e verificabile per tutti, anche con l’obiettivo di rendere partecipe la comunità dei progetti e dei percorsi avviati”; inoltre, in questo modo, ha aggiunto, “sarà anche possibile responsabilizzare maggiormente i cittadini, compresi quelli coinvolti nei progetti di welfare”.

“La nuova concezione del welfare supera la logica della semplice risposta dei bisogni manifestati, dettati dall’emergenza, e si deve concentrare ad ampio raggio sul benessere dei cittadini in difficoltà – ha detto Paola Aime (Verdi) – facendo sintesi in maniera intelligente di tante attività dedicate al cittadino, dallo sport alla cultura”. In quest’ottica, ha osservato la consigliera, il Comune deve ragionare termini di “processo di welfare, mettendo le persone al centro delle attività, e non di progetto”. Necessaria, quindi, è la presenza di operatori “preparati, attraverso adeguata formazione, per lavorare in maniera nuova e diversa”.

In replica, Reggiani ha spiegato che le azioni illustrate dall’assessora Pinelli “sono l’espressione di una visione innovativa delle attività a sostegno di famiglie e minori fragili”. Reggiani ha parlato di “lavoro di rete” che non passa solo attraverso il coinvolgimento del personale dei servizi sociali, “che certo dovrà essere formato” per affrontare nuove modalità operative che vanno oltre i bisogni che emergono dalla quotidianità, ma anche con la collaborazione delle associazioni del terzo settore e dei cittadini che potranno dare spunti importanti agli operatori. La città intera – ha precisato il consigliere – deve saper rispondere alle esigenze dei cittadini più fragili”.

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