21/06/2021

“MODENA E LO SPORT”, I CAMBIAMENTI TRA PRESENTE E FUTURO

Mercoledì 23 giugno, alle 18.30, al parco Ferrari, si presenta la ricerca sui bisogni dell’associazionismo sportivo e il piano degli investimenti: bene gli impianti, calano i tesserati

Sono 78, in rappresentanza di un ampio numero di discipline sportive (dal calcio alla pallavolo fino al baseball alla danza e a tutte le arti marziali) le società e le associazioni sportive modenesi che hanno partecipato alla ricerca “Lo sport come strumento di realizzo di politiche sociali”, proposta dal Comune di Modena con l’obiettivo di valutare l’impatto della pandemia sul mondo dello sport, identificare bisogni specifici delle società, rilevare la rete già esistente o potenziale di collaborazioni territoriali e a raccogliere proposte.

I risultati della ricerca, partita a febbraio e realizzata in collaborazione con la società SG Plus, saranno presentati mercoledì 23 giugno, in un incontro pubblico in presenza che si svolgerà alle 18.30 al parco Ferrari, nella zona spettacoli (ingresso da via San Faustino).

L’incontro sarà l’occasione per ritrovarsi di nuovo, di persona, con associazioni, istituzioni ed enti sportivi, scolastici ed educativi, e per confrontarsi sui bisogni dello sport modenese, in un momento, come sottolinea l’assessora allo Sport Grazia Baracchi, “di ripartenza, con la consapevolezza che le attività motorie, ludiche e sportive sono un tassello importante del welfare di questa città”.

Alla serata intervengono il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, l’assessora Baracchi, l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Bosi; Giammaria Manghi, capo della segreteria politica della Presidenza della Regione Emilia Romagna; Roberto Lamborghini, responsabile del Centro studi e ricerche di SG Plus.

La ricerca si è sviluppata secondo quattro linee: la profilazione dei partecipanti e delle società, i rapporti delle società con il territorio, il futuro delle società sportive, la pratica sportiva a Modena. Hanno partecipato società e associazioni sportive appartenenti a molte discipline sportive e di diverse dimensioni, da quelle con una ventina di tesserati a realtà che contano oltre 2.400 iscritti, operanti sia in ambito dell’offerta pubblica che sul mercato privato.

Uno dei dati principali emersi dalla ricerca è che la pandemia ha portato a un importante calo dei tesserati (dal 30 al 60 per cento) che ha coinvolto soprattutto la fascia giovanile: in particolare, under 14 e under 18 coprono oltre la metà del totale.

Tra i punti di forza rilevati dal questionario ci sono il senso di appartenenza, gli impianti a disposizione in regola con le norme nazionali, il livello di inclusione e la qualità tecnica, la storia delle società e il legame con il territorio. Tra i punti di debolezza, la carenza di spazi, la difficoltà nel trovare finanziamenti, un calo dei volontari e l’età media piuttosto alta dei soggetti attivi nelle società.

E i temi emersi dalla ricerca, a partire dalla ripartenza dallo sport di base, per i ragazzi saranno, quindi, al centro della discussione e della programmazione con l’obiettivo ambizioso di fare dello sport un vettore di sviluppo sociale e comunitario, di integrazione e inclusione, ma anche economico e di potenziamento dell’attrattività del territorio.

 

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