15/06/2021

PINELLI: IL VIRUS HA SVELATO ANCHE LA DEBOLEZZA EDUCATIVA

Allergia a vita comunitaria: l’assessora spiega la tesi della relatrice dell’incontro “Troppa famiglia fa male” in risposta a un’istanza di Rossini (FdI-Popolo della Famiglia)

I Centri per le Famiglie, istituiti da leggi regionali, nascono e vivono per promuovere e sostenere il benessere delle famiglie e fanno parte di una rete di interventi orientati a promuovere e sostenere la genitorialità nelle diverse fasi, momenti di transizione e fasi critiche. La struttura delle famiglie si è profondamente modificata: i nuclei sono mediamente più piccoli e spesso più instabili, molte sono le famiglie di origine straniera, le famiglie ricomposte, giovani coppie che condividono l’abitazione con i genitori, famiglie monogenitoriali o in cui uno dei membri è il caregiver di un disabile. Per questo si usa il sostantivo “al plurale”; il Centro per le famiglie si rivolge a tutte le famiglie che attraversano fisiologici momenti di difficoltà o di cambiamento, che se non adeguatamente accompagnati e sostenuti possono provocare crisi importanti. 

Lo ha affermato l’assessora Roberta Pinelli rispondendo a un’interrogazione di Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della Famiglia) durante il Consiglio comunale di venerdì 11 giugno. L’interrogante, in riferimento al ciclo d’incontri sul tema  “Differenze” organizzati dal Centro per le famiglie e in particolare al concetto di “famiglie al plurale” e all’incontro “Tanta famiglia fa male”, chiedeva “a quali famiglie si rivolge l’attività del Centro; cosa intende il Comune per “famiglie al plurale”; a quanto ammontano le spese sostenute per gli incontri; per rispondere a quali esigenze si è deciso di organizzarli e se non si ritenga necessario procedere alla cancellazione dell’incontro “Tanta famiglia fa male”.

L’assessora Pinelli ha spiegato quindi che il ciclo “Differenze”, composto da tre conferenze programmate insieme alla Biblioteca Delfini fra aprile e maggio, ha avuto un costo complessivo di 1.100 euro: di questi 500 euro versati dal Consultorio Diocesano nell’ambito della convenzione stilata su questi temi e 600 euro messi a disposizione dalla cooperativa “Mediando” nell’ambito del progetto “Adolescenza” concordato con il Comune. 

Per quanto riguarda la conferenza “Troppa famiglia fa male”, che si è tenuta regolarmente lo scorso 6 maggio, il titolo trae origine dal sottotitolo dell’ultimo studio pubblicato dalla psicanalista Laura Pigozzi, relatrice della serata:  “Come la dipendenza materna crea adulti bambini (e pessimi cittadini)”, Rizzoli 2020.

Secondo Laura Pigozzi, la pandemia ha svelato la debolezza educativa del nostro paese nei confronti del bene comune. Educando i bambini, si è mirato solo alla loro riuscita come singoli contro tutti, non si sono preparati anche ad un impegno comunitario, ad un’etica sociale. “Teoria che si può condividere o meno - ha spiegato l’assessora Pinelli - ma che sicuramente richiama ad una riflessione sul come educhiamo i nostri figli. È sotto gli occhi di tutti quanti “individualisti allergici al sociale, contravvenendo alle disposizioni, hanno percorso la penisola per raggiungere la casa dell’infanzia o andare a sciare, sono usciti di casa quando era sconsigliato, hanno allestito pic-nic nei parchi pubblici o feste in case private. Il virus ha reso esplicita l’allergia alla vita comunitaria che la nostra società manifestava già da tempo”.

In replica, la consigliera ha segnalato che nell’incontro al Centro per le famiglie, “la cui finalità di dare sostegno a tutte le famiglie che attraversano problemi non è stato raggiunto in questa occasione”, è mancato il contraddittorio rispetto alla posizione della relatrice “che evidentemente rappresenta anche quella del Comune, visto che non è stato dato spazio ad altre sensibilità”. In particolare, Rossini ha segnalato che nell’iniziativa “la famiglia composta da due persone, padre e madre, è stata dipinta come negativa: questo è non veritiero e denigratorio”.

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