Il Consiglio comunale di Modena, nella seduta di martedì 29 giugno, ha approvato quattro delibere collegate alla Tari. In particolare, ha approvato le tariffe per il 2021 e la presa d’atto del Pef 2021 calcolato con il metodo Arera/Mtr e predisposto da Atersir, per un valore complessivo di circa 35 milioni di euro, con il voto della maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena civica) e il voto contrario di Lega Modena, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia (escluso il consigliere Baldini, astenuto). Il Regolamento per l’applicazione della Tari è stato approvato con il voto a favore della maggioranza, quello contrario di M5s e FI e l’astensione di Lega Modena e Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia. Voto a favore della maggioranza, contrario del M5s e astensione di Lega Modena, FI, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia per la presa d’atto del Pef 2020 e la conferma del conguaglio stabilito nel dicembre dello scorso anno (inserito nel bilancio 2021) che consente di evitare l’aumento da rateizzare nei prossimi anni.
Via libera (voto a favore dei gruppi di maggioranza, contrario di Lega Modena, M5s, FI, Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) anche alla Convenzione che affida a Hera spa la gestione ordinaria della Tari per il triennio 2022-2024.
Aprendo il dibattito, Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha detto che il Comune di Modena “non ha impiegato nuove risorse per ridurre la Tari alle utenze domestiche e, quindi, non si è attivato per dare un ulteriore aiuto ai cittadini in difficoltà”. Ha sostenuto, inoltre, che il Comune non ha sfruttato “per motivi politici” la possibilità, prevista dal decreto Rilancio, della domiciliazione bancaria delle bollette, “che permetterebbe di ridurre del 20 per cento i tributi contribuendo anche alla lotta all’evasione”. Per la consigliera “non si vogliono ridurre le entrate. Le risorse il Comune le ha, si poteva e si doveva, quindi, fare uno sforzo maggiore per prevedere riduzioni ulteriori rispetto a quelle concesse”.
“Prendiamo atto che le leggi nazionali hanno ulteriormente limitato gli spazi dei Comuni nella gestione delle tariffe e dei rifiuti in genere”, ha affermato Giovanni Bertoldi (Lega Modena) che poi, a proposito della domiciliazione bancaria delle bollette, “una modalità facile e con scontistica interessante”, si è detto dubbioso “sugli insormontabili problemi tecnici: credo, invece, che sia mancata la volontà da parte di Hera e che il Comune non sia riuscito a imporsi. A dimostrazione – ha concluso – che il Comune è subordinato a Hera, mentre dovrebbe essere l’opposto”.
Per Enrica Manenti (Movimento 5 stelle) il Pef 2021 “non è convincente: l’impianto è farraginoso e, di fatto, completamente in mano al gestore, con costi elevati per i cittadini, sia economici che ambientali, e non si vedono passi concreti verso un cambio di rotta nella gestione complessiva dei rifiuti. Non aumentare le tariffe non basta, perché la Tari è pesante, il servizio non migliora e gli obiettivi ambientali non vengono perseguiti”. E anche l’affidamento della gestione a Hera, “non è corretto, perché si tratta di una società per azioni che non ragiona in termini di bene collettivo”.
Per il Pd, Marco Forghieri ha sottolineato l’entità “importante” degli sconti applicati, “di media il 20 per cento con punte del 60 per cento sulla parte variabile per le categorie più impattate dal Covid, rispettando gli impegni assunti anche su sollecitazione del Consiglio con l’approvazione di ordini del giorno, e investendo risorse proprie. Da qui – ha aggiunto – dobbiamo concentrarci sulla gara e sulle nuove metodologie tariffarie”. Stefano Manicardi, dopo aver ricordato che la gestione in equilibrio “evita il rischio di rialzi tariffari nei prossimi anni quando cesseranno le risorse del governo per l’emergenza”, ha ribadito “la volontà politica dell’amministrazione di intervenire dove c’è più bisogno, con riduzioni diverse e mirate”, tenendo sempre ben presente che “tutti i servizi erogati devono essere coperti economicamente”.
Aprendo il suo intervento, Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) ha ricordato le tante proposte del centrodestra sul tema della Tari “a sostegno di cittadini e imprese, bocciate pregiudizialmente dalla maggioranza”. Pur riconoscendo gli sforzi dell’amministrazione (“comunque tardivi e insufficienti”), il consigliere ha affermato che il sistema “vede ridotto al minimo il ruolo e il peso politico dei Comuni e dei Consigli che possono solo ratificare le scelte delle agenzie di ambito dove le rappresentanze del Pd non hanno mai disturbato i grandi soggetti decisori, mentre invece avrebbero potuto fare molto”, e che con Hera “è attivo un sostanziale e mal camuffato regime di monopolio in deroga”.
In dichiarazione di voto, Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha detto che “l’invarianza delle tariffe è già un ottimo risultato, visto che dura da diversi anni e dimostra lo sforzo dell’amministrazione perché questi servizi non pesino troppo sulle tasche dei cittadini. Si potrebbero proporre ulteriori diminuzioni – ha aggiunto – ma poi dovremmo trovare i fondi tagliando da altre parti, perché i servizi hanno costi che vanno pagati”.
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