17/07/2021

“PRENDIAMOCI CURA” / 2 – ANZIANI, CRA E SERVIZI DOMICILIARI

Come dovranno cambiare assistenza residenziale e a domicilio alla luce di pandemia e invecchiamento della popolazione. Focus su demenze e assistenti familiari

Il Comune di Modena ha una spesa pro-capite per servizi sociali tra le più elevate in regione, ciononostante la realtà cambia in continuazione e richiede ai servizi capacità di adattarsi e cogliere le nuove sfide. Due di queste sono strutturali: demografia (invecchiamento e immigrazione) ed economia (crescita delle disuguaglianze); una, la pandemia, è congiunturale, ma avrà ripercussioni di lungo periodo.

L’analisi dei cambiamenti in atto – aumento della popolazione anziana e di conseguenza del peso finanziario dell’assistenza, crescita della povertà e reddito di cittadinanza, ruolo del Terzo settore attraverso la coprogettazione – apre il documento PrendiaMOci Cura, le Linee di indirizzo per il Welfare del Comune di Modena 2021-2024, prima di focalizzare l’attenzione su una serie di temi che non esauriscono gli ambiti del Settore Servizi sociali, ma che sono centrali nel delineare le principali strategie d’intervento per un Welfare che cambia .

Per quanto riguarda la popolazione anziana non autosufficiente, alla luce delle esperienze conseguenti alla pandemia e a fronte della stima di un aumento del bisogno di assistenza pubblica residenziale, oltre che domiciliare, si auspica “il coinvolgimento degli Enti Locali nella revisione della normativa sull'accreditamento regionale delle strutture residenziali che ospitano anziani non autosufficienti e disabili. Nella definizione delle Politiche per la non autosufficienza è fondamentale – si legge nel documento - riaffermare il ruolo strategico di governo del Comitato di Distretto al quale competono funzioni di indirizzo, programmazione, regolazione e verifica in stretto raccordo con la Conferenza Territoriale sociale e sanitaria”. Inoltre, le Cra devono essere inserite a pieno titolo all'interno dei sistemi sociosanitari territoriali e vanno studiate nuove sinergie con Ospedali di Comunità e Case della Salute per garantire ai cittadini la continuità della cura. 

Le linee di indirizzo individuano poi una serie di fattori su cui concentrare le azioni. Si va dalla qualificazione e responsabilizzazione dei soggetti gestori delle strutture residenziali per anziani (Cra), attraverso stabilità del personale, formazione e aggiornamento di tutti gli operatori, immissione nel mercato del lavoro di un numero sufficiente di Oss e infermieri, ma anche di psicologi, e di altre figure. In particolare, “la Regione deve rimuovere alcuni limiti strutturali circa la possibilità di reperire personale sanitario, con riferimento soprattutto agli infermieri professionali, insufficienti rispetto al fabbisogno, agendo sul Governo affinché questa carenza sia colmata sul piano formativo. È necessario riqualificare i percorsi di studio per disporre di personale sociosanitario adeguato e oltre alla qualificazione, ne va migliorata l'incentivazione e la motivazione, anche attraverso adeguamenti salariali.

Altre azioni riguardano poi la ridefinizione di alcune attività e il ripensamento, insieme ad Asl e Università, del percorso di studi per infermieri e Oss; il potenziamento dei percorsi di cura integrati Ospedale-Cra; l’assistenza medica qualificata tramite selezione del personale medico e attivazione di contratti da parte di gestore o Ausl per integrare meglio la gestione della Cra con la rete dei servizi sanitari; il potenziamento dell'assistenza infermieristica e riabilitativa; il ripensamento nelle strutture degli spazi esterni ed interni: più camere singole con bagno, ali compartimentate, diversificazione sale per attività comuni in piccoli gruppi per evitare assembramenti assicurando relazioni e rapporti.

Al tempo stesso, i servizi domiciliari devono diventare un punto di riferimento per le famiglie; fondarsi su progetti di assistenza individualizzati; sperimentare modelli innovativi di supporto domiciliare da attivare soprattutto in fase di dimissione ospedaliera (va rafforzato il Puass). E in prospettiva, sarà necessario superare la frattura tra servizi domiciliari e residenziali (la Cra potrebbe operare a sostegno dei servizi domiciliari). L’indirizzo generale è di promuovere un servizio più flessibile e più adattabile ai bisogni delle persone e di allungare il più possibile la permanenza degli anziani al proprio domicilio, andranno quindi sfruttate le sinergie con la Casa della Salute e con l’Osco, l’ospedale di Comunità in supporto a medici di medicina generale.

Viene inoltre riconosciuta la specificità della demenza e dell’Alzheimer, il più rilevante problema degli anziani non autosufficienti, emerso negli ultimi anni ed in aumento. Tuttavia, la gran parte delle persone colpite non sono nelle strutture, ma a casa, accudite da famigliari e badanti. Le azioni vanno quindi indirizzate ad aiutare chi aiuta, lungo tre direttrici: “meeting-center”, che affianchi e rafforzi l’attività dei Caffè Alzheimer e dei gruppi di auto mutuo aiuto; integrazione con l’attività di monitoraggio e intervento del Centro Disturbi Cognitivi e Demenze dell’Ausl; riconoscimento del ruolo di cura del famigliare caregiver e sostegno economico.

Un discorso a parte è infine dedicato alle figure degli assistenti familiari, colf e badanti: “da integrare nella rete promuovendone la formazione”. Con il servizio Amodo il Comune è intervenuto per introdurre trasparenza e qualità in questo mercato, che però non è facilmente programmabile. In provincia di Modena sono 13.200 i lavoratori regolari, per il 77% stranieri; per il territorio comunale si tratta quindi di circa 3.400 persone, che in realtà, raddoppiano se si considerano i lavoratori non in regola. “Di queste professioni abbiamo e avremo sempre più bisogno; in generale è urgente l’attivazione di nuovi flussi di ingresso di stranieri, senza i quali il welfare dei servizi rischia l’implosione. Nelle linee di indirizzo si ribadisce quindi “la necessità della regolarizzazione e della tutela, oltre che di percorsi di formazione mirata”.

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