28/07/2021

SCUOLA / 2 – “ASSUMERE PIÙ INSEGNANTI PER RIDURRE LE CLASSI”

Ok del Consiglio comunale all’odg che chiede al Governo un piano straordinario di assunzioni di personale per riaprire in sicurezza e garantire qualità all’istruzione

Un piano straordinario di assunzioni di personale docente e tecnico-amministrativo per rilanciare il ruolo strategico della scuola, superando il problema del sovraffollamento, riaprendo in sicurezza e salvaguardando un’istruzione di qualità, contro i fenomeni di dispersione, abbandono e marginalità.

Lo chiede al Governo il Consiglio comunale di Modena che, nella seduta di giovedì 22 luglio, ha approvato l’ordine del giorno proposto dai gruppi di maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Modena civica, Europa verde-Verdi) che invita anche l’amministrazione comunale a farsi portavoce, tramite i propri rappresentanti nel Parlamento e nel Governo, per “accelerare radicalmente i percorsi di stabilizzazione del personale docente precario e rinforzare gli organici in dotazione”. L’ordine del giorno è stato approvato con il voto a favore anche di Movimento 5 stelle e Lega Modena; astenuto il gruppo Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia.

Il documento è stato presentato dalla prima firmataria Federica Venturelli (Pd) che ha ricordato come il sovraffollamento delle classi sia una delle grandi emergenze della scuola italiana: “Classi più piccole favoriscono, invece, una didattica più adeguata e una maggiore attenzione al percorso di crescita dei singoli alunni. È urgente, quindi, anche nel rispetto delle previsioni del Pnrr, operare per ridurre il numero di alunni per classe a partire dal prossimo anno scolastico, monitorando le condizioni di sicurezza e agibilità delle aule e degli istituti”.

Aprendo il dibattito per il Pd, Irene Guadagnini ha affermato che poter formare classi piccole, con 15 o 20 studenti, “è una delle riforme che servirebbero davvero alla scuola, anche senza la pandemia. Avere classi con meno alunni permetterebbe agli insegnanti di dedicarsi meglio a ogni ragazzo, con i programmi personalizzati previsti da quelle indicazioni nazionali che, in queste condizioni, sono fantasmagoriche. Ma consentirebbe anche di risolvere l’enorme e sottovalutato problema dei nuovi ingressi ad anno iniziato di quei ragazzi che si accorgono di aver sbagliato strada. Più spazi e più insegnanti: un paese civile dovrebbe investire in questo”.

Motivando il voto di astensione, Antonio Baldini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha detto che, “come ammesso anche da esponenti del governo, oggi non ci sono sufficienti risorse per finanziare una riforma della scuola, come si vede anche dal fatto che a Modena meno della metà dei docenti è di ruolo. Per porre fine alle classi ‘pollaio’ servirebbero investimenti a medio e lungo termine, a partire appunto dall’assunzione di personale, ma io non credo – ha concluso – che questo governo sia in grado di perseguire questo obiettivo e nemmeno che si prefiguri di raggiungerlo”.

Secondo Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) “l’emergenza sanitaria ha solo reso più evidente la condizione della scuola. Serve, quindi, un intervento immediato del governo e delle istituzioni per stabilizzare i docenti precari e rinforzare gli organici, in modo da salvaguardare la qualità dell’istruzione; per mettere in sicurezza e ampliare gli edifici scolastici, anche attraverso i fondi del Pnrr; per garantire servizi efficaci, a partire da trasporti accessibili e sicuri. Sulla scuola – ha aggiunto – serve dunque un deciso cambio di passo che la rimetta al centro delle priorità: se non saremo in grado di farlo in questa fase difficile, perderemo una straordinaria occasione”.

La scuola “è la prima infrastruttura strategica del Paese – ha detto per il M5s Giovanni Silingardi – sulla quale ci giochiamo il futuro delle prossime generazioni. È necessario modificare il modo di approcciarsi a servizi come la scuola e, se è necessario fare tagli, selezionare quelli utili, senza agire indiscriminatamente”.

Per Giovanni Bertoldi (Lega Modena) la maggior parte del lavoro di sostegno della scuola spetta al livello nazionale, “ma anche a livello locale si può intervenire, soprattutto in fase Covid, per avere classi meno numerose e maggiore distanziamento, favorendo quindi la possibilità di svolgere quanta più possibile attività didattica in presenza”.

Paola Aime (Europa verde-Verdi) ha affermato che “l’impressione è che, già da anni, l’educazione dei giovani interessi poco a questo paese. Si trovano i soldi per le infrastrutture ma non per la scuola e per formare classi con meno studenti, che è la condizione di base”. Per la consigliera, inoltre, “è fondamentale valorizzare il ruolo e il lavoro degli insegnanti, anche pagandoli di più”.

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