14/03/2022

VIA LIBERA ALLA REALIZZAZIONE DEL DAST ALLE EX FONDERIE

Il Consiglio ha approvato definitivamente il Programma di riqualificazione urbana che consentirà di far partire l’iter per la rinascita del comparto con i fondi Pnrr

Il Consiglio comunale ha dato il via libera al Programma di riqualificazione urbana del comparto ex Fonderie a Modena, che consentirà di far partire l’iter di realizzazione del Distretto per l’accelerazione e lo sviluppo della tecnologia attraverso i fondi già assegnati a Modena dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che con il cofinanziamento locale vedranno un investimento di oltre 15 milioni di euro su quest’area.

Dopo l’avvio del cantiere sul primo stralcio per la riqualificazione della futura sede dell’Istituto storico, e il prossimo avvio della gara per lo stralcio 2 A, con contributi della Regione Emilia-Romagna e di Fondazione di Modena, sarà ora possibile entrare nel dettaglio della progettazione del secondo stralcio B e del terzo stralcio, finanziati con risorse destinate dal Governo a Modena nell’ambito del cosiddetto bando Rigenerazione. Il Consiglio comunale, nella seduta di giovedì 10 marzo, ha infatti approvato definitivamente il Programma di riqualificazione urbana (Pru) del comparto ex Fonderie, che avrà anche valore di Piano urbanistico attuativo di iniziativa pubblica (Pua) e, in quanto tale, di Piano di recupero. Si sono espressi a favore Pd, Sinistra per Modena, Verdi e Modena civica, Lega Modena e FI, mentre si sono astenuti il M5s e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia. Insieme al Pru è stata approvata anche la Relazione di controdeduzioni alle osservazioni, recepimento dei pareri e delle valutazioni degli Enti coinvolti nella Conferenza dei servizi, che si è chiusa positivamente.

“L’approvazione del Programma – ha affermato l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli presentando la delibera – chiude un percorso iniziato molti anni fa. Il Programma di riqualificazione urbana ha un’impronta di tipo programmatico e diventa uno schema progettuale che condiziona i singoli stralci attuativi. In particolare, con l’apporto di Arpae è stato sviluppato in modo puntuale il sistema di monitoraggio per valutare gli impatti che i singoli interventi produrranno all’interno del comparto. Definisce inoltre un abaco di destinazioni importanti – ha aggiunto – ma il Distretto per l’accelerazione e lo sviluppo della tecnologia ha già una sua identità molto forte: abbiamo utilizzato l’acronimo Dast uscito dal concorso di idee degli anni 2000 ma lo abbiamo aggiornato e riallineato alle politiche dell’Amministrazione delle ultime due legislature in cui si è lavorato molto su due temi fondamentali: rigenerazione sostenibile e transizione energetica”.

Il Dast sarà un distretto sede di attività e funzioni per l’accelerazione dello sviluppo delle start-up che operano nel campo delle tecnologie legate al settore dell’Automotive e, più in generale, della mobilità sostenibile. Uno spazio aperto in cui singoli con idee, start-up e imprese potranno incontrarsi e sviluppare progetti per rispondere ai repentini cambiamenti del settore automobilistico, per mantenere competitività internazionale e favorire la nascita di nuove imprese che possano avere ruoli chiave nei nuovi contesti di mercato.

“Ciò che stiamo facendo – ha proseguito Vandelli – lo stiamo facendo con una visione tutt’altro che astratta e che vede tra la Sacca e la Crocetta la creazione di un comparto destinato allo sviluppo tecnologico e all’Automotive, con l’obiettivo di riqualificare e dare un’identità forte a questa parte della città ricucendola con il territorio. Stiamo dando concretezza e fattibilità a strategie che oggi hanno gambe e stanno correndo forte”. Il nuovo centro farà, infatti, parte di un più ampio progetto che vedrà come attori l’Università e la Facoltà di Ingegneria, Democenter-Sipe, l’Autodromo di Modena-Marzaglia e l’area per la prova in città delle auto a guida assistita (Modena Automotive smart area, Masa), realizzata nell’ambito del progetto ‘Bando Periferie’ all’ex Mercato Bestiame.

“Gli obiettivi cui il progetto dà corpo sono diversi – ha aggiunto l’assessora – dalla transizione ecologica e digitale alle politiche per la prossimità, dalla crescita e occupazione di qualità alla salute e resilienza, con bonifiche e con un aumento impermeabilizzazioni, alla coesione sociale e territoriale”.

Il progetto di recupero delle ex Fonderie rappresenta inoltre un’opportunità di sviluppo della città, senza consumo di suolo, in linea con gli obiettivi di rigenerazione che l’Amministrazione comunale si è posta con il Piano urbanistico generale (Pug). La rigenerazione di luoghi dismessi o non utilizzati nella città esistente, come quello delle ex Fonderie, si configura come un intervento di rilevante interesse pubblico, a partire dal riconoscimento della valenza storico identitaria dell’area. Negli schemi di assetto del nuovo Pug il complesso è identificato come luogo cruciale di una delle piattaforme pubbliche su cui il Piano sceglie di investire.

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