05/04/2022

ANCHE MODENA REVOCA LA CITTADINANZA A MUSSOLINI

Riconoscimento conferito nel 1924, in pieno fascismo. Muzzarelli: “Ora è un gesto opportuno”. Poggi: “Occasione per riflettere sui rischi delle democrazie”

Anche Modena si appresta a revocare la cittadinanza onoraria concessa nel 1924”, come avvenne in quel momento storico in tante altre città italiane, a Benito Mussolini, allora “capo del Governo e Duce del Fascismo”.

La proposta è del sindaco Gian Carlo Muzzarelli che, raccogliendo una sollecitazione avanzata dall’Anpi e da altre associazioni del territorio, ha promosso una ricerca negli archivi storici verificando che quella delibera, assunta nella seduta del Consiglio comunale del 21 maggio del 1924, presieduta dal sindaco Fausto Bianchi, e approvata per acclamazione, non è mai stata formalmente revocata.

“È opportuno farlo ora, in vista delle celebrazioni istituzionali in programma per la Festa della Liberazione – sottolinea Muzzarelli – e credo che la proposta sia in linea sia con la storia di Modena, città premiata con la Medaglia d’oro al Valor militare per la Resistenza, sia con il lavoro di approfondimento sulla memoria e sul valore della democrazia sviluppato dal Consiglio comunale in questi anni”. E il sindaco ricorda, in particolare, l’iniziativa che nel 2021 ha ricordato i 100 anni dalle dimissioni di Ferrucci Teglio, “l’ultimo sindaco democraticamente eletto prima dell’avvento della dittatura fascista”.

La delibera per la revoca della cittadinanza a Mussolini potrebbe essere discussa giovedì 21 aprile, alla vigilia dell’anniversario della Liberazione della città. È la proposta che il presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi ha fatto ai capigruppo con l’obiettivo “di organizzare in quella seduta anche un momento di riflessione sul significato dell’atto, che non deve essere interpretato come un tentativo di cancellare la storia: quella cittadinanza onoraria rimane il segno della fascistizzazione del Paese che avvenne in quell’epoca, ma revocarla formalmente può essere l’occasione per riflettere sui fascismi contemporanei e su quali sono oggi i rischi per le democrazie”.

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