17/05/2022

TASSONOMIA VERDE / 2 – IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE

Gli interventi dei consiglieri prima dell’approvazione dell’ordine del giorno

Il dibattito che ha preceduto l’approvazione dell’ordine del giorno proposto da Paola Aime per escludere dal regolamento della tassonomia verde dell’Unione Europea il nucleare e il gas come fonti energetiche sostenibili, è stato aperto da Barbara Moretti (Lega Modena). La consigliera ha suggerito l’adozione di una politica energetica “che aumenti l’indipendenza e la crescita dell’Italia e che, anche attraverso il nucleare, compensi e sostituisca l’utilizzo di fonti fossili. Questo non esclude – ha aggiunto – l’utilizzo di fonti rinnovabili che, anzi, deve essere aumentato al massimo. Ma serve più aderenza al principio di realtà”. Nell’ambito del mix energetico, Giovanni Bertoldi ha suggerito che con il nucleare, “arrivato alla quarta tecnologia, più sicura ed efficiente del passato” si potrebbe “iniziare a pensare al futuro, in particolare alla fusione nucleare, cioè la soluzione al problema energetico”. Sull’inquinamento, il consigliere ha ricordato anche che a Modena è presente un inceneritore “sulla cui necessità dovremmo interrogarci per valutarne la chiusura anticipata”.

Dopo aver espresso “perplessità” sulle prospettive nucleari e di estrazione del gas “perché il rilancio economico non deve concretizzarsi a discapito della qualità ambientale e di una seria transizione ecologica”, Vincenzo Walter Stella (Sinistra per Modena) ha osservato che a Modena è avviato un progetto per l’impiego dell’idrogeno pulito o rinnovabile: “Queste sono le iniziative da intraprendere – ha precisato – per garantire al mondo intero un futuro più sano ed ecologicamente sostenibile”.   

Per il Movimento 5 stelle, Enrica Manenti ha messo l’accento sul valore di continuare a fare pressione perché, sia in Italia sia in Europa, si individuino “politiche energetiche sostenibili e alternative, senza farsi condizionare dalla crisi degli approvvigionamento”. Manenti ha ribadito, quindi, che, come scritto nell’emendamento, “soggetti importanti per il Paese come Eni dovrebbero favorire scelte virtuose della politica in campo ambientale ed energetico”. Dopo aver ricordato che “anche il nucleare di quarta generazione è troppo costoso e comunque il popolo italiano, con i referendum, ha già detto no due volte a questa tecnologia”, Giovanni Silingardi ha sottolineato che “se in Italia si fosse partiti prima e con finanziamenti sulla ricerca per le energie rinnovabili, oggi saremmo in una situazione diversa e non dovremmo discutere di un ritorno al nucleare che sarebbe un passo indietro e un deragliamento dalla prospettiva corretta dell’Agenda 2030”. E Andrea Giordani ha richiamato le esortazioni “a risparmiare e ridurre che arrivano da più parti, anche da chi governa”, per sottolineare che “queste sono due delle nove parole con la ‘r’ che sostanziano la decrescita felice e mi fa piacere che si stia andando in questa direzione”.   

“I problemi energetici sono precedenti all’invasione russa e sono legati alla transizione su cui molti Paesi, tra cui l’Italia, sono in ritardo e la risposta non può limitarsi all’assistenzialismo statale”, ha affermato Paola Aime (Europa verde–Verdi). “Occorre un cambio di paradigma – ha detto – che escluda il nucleare, peraltro non immune ai rischi di approvvigionamento energetico, e che comprenda invece le energie rinnovabili e sostenibili, come per esempio il sistema eolico offshore” di cui è stato appena avviato un impianto in Puglia.

Per il Pd, Diego Lenzini ha sottolineato il valore della fusione nucleare: “Questa tecnologia è la soluzione per il futuro: occorrono maggiori finanziamenti e ulteriori progetti, perché la produzione di energia elettrica di questo tipo è democratica”. Le fonti rinnovabili “sono il futuro – ha aggiunto – ma al momento hanno ancora un problema di variabilità nel tempo che deve essere tenuto in considerazione, alla luce dei fabbisogni del Paese. Per ora, continuiamo a produrre energia elettrica nella maniera più sostenibile possibile con le tecnologie attuali”. Antonio Carpentieri ha inquadrato lo strumento finanziario della tassonomia verde nell’ambito del più ampio percorso dell’Unione europea verso un’economia ambientalmente sostenibile, nel quale rientra anche il Green Deal, condiviso da tutti i Paesi. “Possiamo discutere dell’opportunità o meno del nucleare o del gas, però non possiamo non tenere presente la crisi ucraina, con le preoccupazioni sull’approvvigionamento che comporta, e non dobbiamo dimenticare che tutte le transizioni ecologiche richiedono tempi lunghi”.

Elisa Rossini (Fratelli d’Italia-Popolo della famiglia) ha affermato che, nel parlare di approvvigionamento energetico, “non si può prescindere dal conflitto in Ucraina, anche se, giustamente, dobbiamo guardare in prospettiva e mantenere l’obiettivo delle rinnovabili. Dobbiamo, però, fare i conti anche con i tanti no detti in passato e con lo scenario attuale: abbiamo presentato in Regione una proposta per riattivare l’estrazione del gas in Adriatico, sottoscritta anche dai gruppi di maggioranza, perché o portiamo avanti il processo di transizione ecologica sul gas, anche con le estrazioni, o ci diamo alla decrescita felice”.

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