18/06/2022

“FAVORIRE LA PARTECIPAZIONE DELLE PERSONE STRANIERE”

Approvata in Consiglio comunale la mozione presentata da Reggiani (Pd) che chiede di avviare progetti “per aumentare il coinvolgimento nelle politiche cittadine”

Favorire la partecipazione delle persone straniere o con un background migratorio alla vita e alla politica cittadine, sviluppando e ampliando i progetti all’interno del programma “Modena città interculturale”. È questo l’invito contenuto nell’ordine del giorno sui temi dell’interculturalità presentato da Vittorio Reggiani per il Pd, e sottoscritto anche da Europa verde – Verdi, approvato dal Consiglio comunale di Modena nella seduta di giovedì 16 giugno col voto pure di Sinistra per Modena e Movimento 5 stelle. Contrari Lega Modena, Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia e Forza Italia. Assenti Modena civica e Modena sociale.

Presentando il documento in aula, il consigliere Reggiani ha sottolineato che “sono circa 30mila le persone di origine straniera residenti a Modena, però nemmeno il tre per cento di loro ha acquisito la cittadinanza italiana”. Alla maggioranza di queste persone, dunque, “è preclusa la partecipazione politica attraverso il diritto di voto”, nonostante peraltro si tratti “di cittadini che desiderano partecipare alla vita sociale e amministrativa del territorio”.

La mozione ricorda, quindi, che da quattro anni Modena aderisce alla Rete delle Città interculturali del Consiglio di Europa e che nel 2021 è stato rivisto l’assetto organizzativo del progetto Modena città interculturale, riprogrammando le attività attraverso la collaborazione tra soggetti diversi del territori. Rendendo, perciò, l’intercultura un asse strategico a diversi settori di intervento dell’Amministrazione comunale e, più in generale, delle politiche cittadine. E proprio con l’obiettivo di coinvolgere maggiormente le persone straniere “nelle scelte che riguardano la collettività, il tema è ripreso anche da ‘PrendiaMoci cura’, il documento delle linee di indirizzo per il welfare del Comune di Modena per il triennio 2021-2024”, aggiunge l’ordine del giorno. Tra le varie azioni messe in campo, quella dei Servizi sociali che, attraverso la progettazione di Modena Città interculturale, hanno costituito un tavolo intersettoriale di coordinamento composto, tra gli altri, dal Centro stranieri, dalla Casa delle Culture e dagli uffici del Progetto Europa. “Da questo confronto – ha spiegato Reggiani – nascono contatti esplorativi per coinvolgere cittadini stranieri o con background migratorio, associazioni e gruppi della società civile, attivi per individuare strumenti operativi volti alla convivenza e all’integrazione”.

Con queste premesse, l’ordine del giorno suggerisce di dare seguito alle azioni proposte da ‘PrendiaMoci cura’ “attraverso l’opera del tavolo intersettoriale e del Programma Modena Città interculturale e con iniziative che allarghino il coinvolgimento dei cittadini stranieri o con background migratorio nelle politiche cittadine e ne favoriscano la partecipazione alla vita della città”. Tra le varie ipotesi, l’apertura dello stesso tavolo intersettoriale a rappresentanti esterni e l’organizzazione di assemblee interculturali aperte alla cittadinanza “per incentivare la conoscenza reciproca tra persone provenienti da esperienze e appartenenze culturali diverse. La mozione invita pure a valutare la nomina di persone straniere “nei consigli di Quartiere, magari ipotizzando quote numeriche minime e costanti”, e suggerisce di promuovere “i principi della non discriminazione, anche adeguando il linguaggio amministrativo interno all’Amministrazione (ad esempio adottando il Manifesto per la comunicazione non ostile e inclusiva) e avviando campagne di comunicazione interculturale”.

Aprendo il dibattito per Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia, Elisa Rossini ha affermato che l’Amministrazione dovrebbe favorire l’integrazione delle persone straniere “attivandosi affinché imparino la lingua e trovino un lavoro. Inoltre, dobbiamo dare a queste persone la libertà di rappresentare le proprie esigenze, senza inquadrarli in percorsi decisi ‘dall’alto’ nei tavoli interculturali”.

Giovanni Bertoldi (Lega Modena) ha invitato a riattivare “istituti ben funzionanti e altamente democratici come la Consulta degli stranieri, che peraltro poteva avere un confronto col Consiglio comunale”. Più in generale, il consigliere ha auspicato che “vengano uniformate i percorsi per gli stranieri per arrivare a ottenere la cittadinanza italiana”.

“Consentire ai cittadini di avvicinarsi alla ‘cosa pubblica’ modenese senza ostacoli” è l’invito all’Amministrazione di Enrica Manenti (Movimento 5 stelle), “e senza far ricadere le persone in percorsi rigidi”. La consigliera ha ricordato la proposta del suo gruppo: “Istituire un albo nei Quartieri, aperto a tutti, da cui sorteggiare tutti i cittadini, senza differenze, che si sono iscritti perché vogliono dare una mano per il territorio, facendoli entrare nel Consiglio di Quartiere”.

Intervenendo sul tema della partecipazione al voto, Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) ha auspicato “maggiore coerenza”, dal momento che “da una parte si invoca il diritto al voto per gli stranieri, nell’ambito del riconoscimento dei diritti e dei doveri per queste persone, mentre allo stesso tempo alcuni gruppi di sinistra hanno invitato a non partecipare al recente referendum, espressione principale di voto in una democrazia”

Per Camilla Scarpa (Sinistra per Modena) il valore della mozione “è costituito dal fatto che si allontana da una visione etnocentrica e promuove, invece, un approccio interculturale, che rappresenta un arricchimento per la comunità”. Questo modus operandi, ha aggiunto, “dovrebbe essere applicato a tutte le azioni sviluppate dai servizi comunali, affinché siano sempre più accessibili a tutti”.

Per il Pd, Stefano Manicardi ha fatto presente che l’integrazione viene favorita da azioni trasversali alla comunità, “coinvolgendo quindi le varie comunità in istituti ‘aperti’ alla città”. Il consigliere ha auspicato che le procedure per ottenere la cittadinanza “diventino più agevoli, in particolare per coloro che, nati a Modena, sono figli di immigrati”. Dopo aver respinto l’approccio “che vuole le persone straniere in una condizione di subalternità”, Federica Di Padova ha sottolineato che il ruolo dell’ente locale è di mettere in condizione tutte queste persone di essere parte della comunità, costruendo percorsi, come appunto si prefigge di fare la mozione. E i percorsi devono prevedere doveri e diritti, a partire dal diritto alla cittadinanza”. Precisando che “l’istituto delle Consulte è ormai superato”, Antonio Carpentieri ha osservato che “l’integrazione, come suggerito anche dalle istituzioni europee, deve svilupparsi nel contesto del confronto tra culture diverse. Questa azione porta a un arricchimento reciproco, evitando che una cultura ‘inglobi’ l’altra”.

Il Comune rappresenti per le persone straniere “una sorta di sponsor che avvicina e accompagna questi cittadini”, ha dichiarato Paola Aime (Europa verde – Verdi). I percorsi devono essere finalizzati, ha aggiunto, a rendere queste persone consapevoli dei loro diritti e doveri, come peraltro deve avvenire anche per gli italiani, affinché a beneficiarne sia l’intera comunità”.

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