16/03/2023

MARCO BIAGI, IL RICORDO DI “UN AUTENTICO RIFORMISTA”

Il sindaco Muzzarelli al convegno “Transizione verde e qualità del lavoro” intitolato al giuslavorista assassinato il 19 marzo di 21 anni fa dalle Br

“Persona perbene, autentico riformista, un uomo convinto che si potesse cambiare in meglio, con le idee giuste, la società in cui viviamo”. Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha ricordato così Marco Biagi aprendo oggi, giovedì 16 marzo, il 20° convegno internazionale dedicato al giuslavorista assassinato il 19 marzo del 2002 da un gruppo di terroristi delle Nuove Brigate Rosse. E il 16 marzo ricorre anche il 45° anniversario della strage di via Fani, con il rapimento di Aldo Moro e l’uccisione degli agenti della scorta a opera delle Brigate Rosse.

Lo scorso anno, a vent’anni dalla morte, a Biagi è stata conferita dal Consiglio comunale all’unanimità la cittadinanza onoraria postuma, a sottolineare il profondo legame che lo studioso e docente di Diritto del lavoro aveva con la città e con l’Università di Modena e Reggio Emilia.

Un legame che si rinnova ogni anno con il convegno a lui dedicato, promosso da Unimore e dalla Fondazione Marco Biagi, per declinare nell’attualità le sue illuminanti intuizioni: “Biagi aveva una visione ampia e proiettata nel futuro che non si fermava certo alla riforma del lavoro – ha sottolineato Muzzarelli – ma arrivava a occuparsi anche di istruzione, di Europa e di transizione ecologica”.

Proprio il tema del convegno di quest’anno dedicato a “Transizione verde e la qualità del lavoro: legami, implicazioni e prospettive”.

Per il sindaco si tratta dell’ennesima conferma “che il terrorismo non può fermare le idee, e che nel nome di Marco Biagi si continua la ricerca per migliorare le regole del mercato del lavoro, della finanza e dell'impresa, in una prospettiva che deve necessariamente tenere insieme diritti e doveri, flessibilità e protezione sociale, libertà di mercato e responsabilità d’impresa”. Per Muzzarelli la sostenibilità è un elemento centrale della sfida del futuro, non deve essere vissuta come un ostacolo, ma come un’opportunità per intercettare i nuovi bisogni nella complessità della situazione ambientale in cui viviamo.

 

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