15/03/2023

WELFARE DATALAB / 2 – POVERTÀ E BISOGNO ABITATIVO

Sono i primi ambiti in cui il progetto dovrà produrre dati e informazioni. Tra le finalità anche indagare le correlazioni tra problematiche sociali e stato di salute

Dal 2017 al 2022 la spesa del Comune di Modena per prestazioni erogate ai cittadini bisognosi attraverso la rete dei Servizi sociali è passata da circa 2 milioni e 800mila euro a quasi 5 milioni e 370mila euro. Di pari passo i nuclei beneficiari sono passati da 1.334 a 2.397, anche se nel 2021, per effetto dei sostegni volti a ridurre l’impatto socio-economico della pandemia, furono addirittura 3.193 i nuclei beneficiari.

Questi i dati aggregati che, al di là delle statistiche, non aiutano molto a capire i problemi e come affrontarli. Quali caratteristiche hanno le famiglie che chiedono assistenza, quali problemi hanno (casa, lavoro, salute…) e dove abitano? Perché sono cadute in povertà, come sono cambiati nel tempo i problemi socio-economici delle famiglie modenesi e come incide la povertà sul loro stato di salute. Chiedono gli aiuti a cui avrebbero diritto e in quale misura i problemi dei genitori si trasmettono ai figli?

Sono interrogativi da porsi se si vuole analizzare i tanti aspetti della povertà a Modena per poter orientare politiche di welfare sostenibili in grado di incidere sulle disuguaglianze. A questo intende contribuire il progetto Welfare Data Lab, (promosso nell’ambito dell’Osservatorio per la sostenibilità territoriale) a cui hanno dato vita Comune di Modena, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Ausl, Agenzia Regionale per il Lavoro e Inail di Modena.

La condivisione delle banche dati, insieme all’analisi dei nuovi rischi sociali, potrà consentire di ottenere quel patrimonio di conoscenza indispensabile per programmare politiche sociali sostenibili.

Accanto alle povertà, l’abitare è uno dei primi ambiti su cui il Welfare DataLab sarà impegnato. A Modena ci sono 2.705 alloggi Erp (Edilizai residenziale pubblica) ma oltre mille domande in lista d’attesa. Sono oltre 500 gli alloggi dati in locazione attraverso Agenzia Casa, dove l’intermediazione del Comune offre garanzie al piccolo proprietario che accetta di affittare a canoni concordati, ma restano in lista d’attesa di un alloggio 1.200 famiglie. E a fronte dei 1.500 contributi alla locazione assegnati lo scorso anno grazie alle risorse del Fondo regionale per l’affitto, le domande totali sono state addirittura 3.800.

Il bisogno abitativo costituisce, quindi, una criticità non solo per le famiglie fragili seguite dai Servizi sociali per problematiche sociali complesse, alle quali la casa viene garantita con interventi di supporto. Dall’Osservatorio del servizio sociale emerge, infatti, che anche a Modena ci sono sempre più famiglie “vulnerabili” in difficoltà nel pagamento dei canoni di locazione sul libero mercato, che storicamente non si rivolgono ai servizi sociali, poiché il loro problema è di natura principalmente economica. Quante famiglie sono a rischio di non poter mantenere la propria casa, quali caratteristiche hanno e dove vivono, quanto incidono sul loro reddito i costi abitativi? Sono domande a cui il Comune vuol dare risposta per affrontare il problema all’interno di politiche abitative che favoriscano il reperimento di un alloggio a canone calmierato e per agire in un’ottica di prevenzione evitando per alcune famiglie “scivolamenti” nella povertà.

Interessante sarà, inoltre, capire quali connessioni ci sono tra povertà, problematiche abitative e sanitarie. In particolare, la collaborazione dell’Azienda sanitaria consentirà la condivisione di risultati di analisi statistiche sui data set anonimizzati delle sorveglianze Passi (18-69enni) e Passi d’Argento (ultra 64enni) che raccolgono informazioni sugli stili di vita e fattori di rischio comportamentali connessi all'insorgenza delle malattie croniche. Poter incrociare i dati e indagare l’associazione tra stato di salute, unhealty days, prevalenza di alcune patologie croniche, stili di vita e adesione ai programmi di screening oncologici con le variabili demografiche e socio economiche (come età, genere, cittadinanza, livello di istruzione, difficoltà economiche, condizione lavorativa, stato civile) consentirà di alimentare modelli statistici e simulazioni fondamentali per programmare interventi e politiche.

Inoltre, integrare i dati a disposizione di diversi settori dell’amministrazione comunale con quelli di Inail e Centro per l'Impiego permetterà di avere un quadro completo di tutti gli interventi erogati a sostegno di ciascun nucleo beneficiario e di sapere se ci sono rioni dove i problemi sono più concentrati o categorie di persone che si trovano vicino alla soglia di rischio povertà abitativa, lavorativa, culturale, educativa o sanitaria.

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