L'inquinamento idrico è causato da differenti fattori quali gli scarichi di attività industriali o delle normali attività umane (come i liquami domestici) che giungono nei fiumi, laghi e mari senza opportuno trattamento.

Ci sono diversi tipi di inquinamento:

CIVILE: deriva dagli scarichi delle città, quando l'acqua si riversa senza alcun trattamento di depurazione nei fiumi o direttamente nel mare;

INDUSTRIALE: formato da sostanze diverse, la sua composizione varia a secondo del tipo di processo produttivo;

AGRICOLO: legato all'uso eccessivo e scorretto di fertilizzanti e pesticidi e allo spandimento dei liquami prodotti dagli allevamenti. Tali inquinanti, essendo generalmente idrosolubili, penetrano nel terreno e contaminano le falde acquifere o vanno a riversarsi nei corpi idrici superficiali.

Alcune sostanze chimiche presenti nell'acqua sono particolarmente tossiche per l'uomo e per numerose specie viventi, tra queste il rame, lo zinco, il piombo, il ferro, il manganese, il cromo, il mercurio, i solventi clorurati, gli oli minerali e di idrocarburi.

Le acque che, dopo l'utilizzo in attività domestiche, industriali e agricole, vengono immesse tramite una condotta in acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo o in pubblica fognatura vengono dette “acque reflue” o anche “acque di scarico”.

Gli scarichi idrici provenienti da attività produttive derivano spesso dall’utilizzo di acqua nel ciclo produttivo oppure dai lavaggi delle attrezzature e dei locali di lavorazione. Di conseguenza tali acque non possono essere scaricate in acque superficiali e/o pubblica fognatura senza un adeguato trattamento in un sistema di depurazione, necessario anche se sono destinate al riutilizzo nel ciclo produttivo.

Gli scarichi idrici di insediamenti civili che non recapitano in pubblica fognatura devono allo stesso modo essere condotti a sistemi di depurazione quali, ad esempio, degrassatori, fosse imhoff, depuratori biologici, fitodepurazione.

La normativa ambientale per la tutela delle acque dall’inquinamento stabilisce che, preventivamente all’attivazione dello scarico, debba essere conseguita specifica autorizzazione che fissa i limiti quali-quantitativi degli inquinanti scaricati.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito ARPAE