28/08/2015

VILLA SORRA, UNA FOTOINSTALLAZIONE PER RICORDARE PASOLINI

Il regista nel 1975 girò alcune scene del suo ultimo film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” nella dimora nelle campagne di Castelfranco. Quest’anno ricorre il 40esimo della morte

È la primavera del 1975. Pier Paolo Pasolini dirige macchine da presa e persone. Il poeta e regista si trova a Villa Sorra, nelle campagne di Castelfranco Emilia, per girare alcune scene del suo ultimo e discusso film: “Salò e le 120 giornate di Sodoma”. La villa è “blindata” e le riprese, che coinvolgono giovani comparse reclutate tra la gente di Castelfranco, sono avvolte nel mistero.

Oggi, a quarant’anni dalla morte di Pasolini e dall’uscita del film, si può ricostruire quel che accadde e dipanare il mistero: basta varcare la soglia di Villa Sorra e interrogare le sagome a grandezza naturale realizzate a partire dalle fotografie di Deborah Beer. Fu lei a registrare ogni istante di quei giorni, raccontando in un rigoroso bianco e nero la scena nel suo farsi, ripetersi e definirsi.

L’installazione - presentata alla stampa oggi, venerdì 28 agosto, dall’assessore alla Cultura del Comune di Modena Gianpietro Cavazza, dal sindaco di Castelfranco Stefano Reggianini, dall’autore Fausto Ferri e da Giuseppe Modena, della associazione “XVS Per Villa Sorra” – si compone di dieci sagome collocate proprio dove erano state scattate le foto: c’è il regista seduto su una panchina a riflettere, o intento a dare indicazioni davanti alla facciata della villa; ci sono gruppi di ragazzi a cui Pasolini spiega cosa devono fare, e maturi attori in posa nella Limonaia.

Il progetto espositivo, che si inaugura domenica 30 agosto a Villa Sorra alle 18 con la partecipazione di Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura della Regione Emilia – Romagna, e degli assessori alla cultura dei Comuni di Modena, Castelfranco, S. Cesario e Nonantola, si realizza nel 40esimo anniversario della tragica morte di Pasolini, commemorata dalla Regione Emilia - Romagna e dalla Cineteca di Bologna. E proprio la Fondazione Cineteca di Bologna ne è la promotrice, con il Centro Studi-Archivio Pier Paolo Pasolini e l'associazione per Villa Sorra - patrocinata dai comuni di Modena, Castelfranco Emilia, Nonantola e S. Cesario - con la collaborazione di Cinemazero di Pordenone che ha messo a disposizione le immagini del fondo Bachmann-Beer. Il progetto espositivo è a cura di Fausto Ferri, con il supporto organizzativo di Giuseppe Modena. Le fotografie da cui sono state tratte le sagome in scala reale sono di Deborah Beer, mentre le immagini che compongono la pubblicazione – catalogo sono di Massimo Trenti.

“Sono quindi le impronte riflesse dello sguardo di Pasolini – spiegano i curatori - le sagome fotografiche a grandezza naturale che occupano gli stessi luoghi che furono scena e teatro delle riprese, che ci permettono di rivivere ciò che accadde in quei giorni, gli ultimi che videro il regista dietro la macchina da presa. Sono memorie di un set, frammenti di un racconto che racchiudono in sé la magia del cinema ma allo stesso tempo ci appaiono nella loro grande umanità”.

Azioni sul documento