30/01/2015

DUP, IL DIBATTITO / 2 – GLI INTERVENTI DELL’OPPOSIZIONE

“L’amministrazione ha scelto la strada più facile, quella di tassare ulteriormente i cittadini. Gli investimenti non sono sufficienti a far ripartire l’economia”

Aprendo gli interventi per il Movimento 5 stelle Marco Bortolotti si è detto consapevole delle difficoltà incontrate per comporre la manovra ma ha accusato il Dup di contenere troppi slogan e di essere vago sugli investimenti. “Continua il percorso di privatizzazione dei servizi scolastici che abbiamo già denunciato – ha detto il capogruppo di M5s – e vorrei capire come mai si tagliano due milioni di euro alla cultura nell’anno dell’Expo. Pensiamo che l’incremento di agenti della Polizia municipale in realtà non sia tale ma basti solo a coprire i vuoti creati da pensionamenti e trasferimenti, con un totale invariato. La task force contro l’evasione fiscale è sacrosanta ma anche qui crediamo che non si usino al meglio le forze interne. Sugli investimenti: lo Sblocca Modena impatta negativamente sul piccolo commercio perché favorisce i grandi distributori, che non garantiscono il lavoro, e disperde le competenze artigiane, senza contare che la chiusura dei piccoli porta alla desertificazione dei quartieri”. Mario Bussetti ha apprezzato gli 80 milioni di investimenti previsti nei tre anni rilevando però che “nel 2017 saranno solo 12 milioni e che nello stesso Dup c’è scritto che un investimento tra i 9 e i 15 milioni non è sufficiente. Dovremmo essere capaci di preparare un sistema flessibile che ci consenta di sopportare i colpi che arriveranno anche in futuro”. Per Marco Rabboni “bisogna fare qualcosa perché il Governo sblocchi i fondi che ci spettano e prendere posizione perché non si può continuare così a livello nazionale e con l’Europa che ci penalizza” e Luca Fantoni ha aggiunto che nel Dup “non si parla di sicurezza e di giustizia all’interno del Comune, vorremmo che si potessero inserire nel bilancio”.

Secondo Adriana Querzè, di Per me Modena, “siamo tutti consapevoli che la legge di stabilità 2015, come le precedenti, è una manovra recessiva e che penalizzare i Comuni riduce i servizi e mette in difficoltà la classe media e le imprese. Eppure non una voce si è alzata per chiedere al governo amico di modificare questa situazione. Il Dup è costruito sulla base di intenzioni condivisibili e legittime che però non coincidono con la parte strutturale, le indicazioni di quelle che saranno le diverse poste in bilancio. La descrizione della spesa corrente non è abbastanza dettagliata e non dà sufficienti informazioni sulle intenzioni dell’amministrazione. L’unica manovra anticiclica sono gli investimenti ma 80 milioni in tre anni non potranno avere un impatto sul territorio tale da far ripartire l’economia. L’incremento della spesa per la sicurezza riguarda agenti, telecamere e educazione alla legalità ma non basta se non si allarga il concetto di sicurezza a qualcosa che crei socialità e partecipazione e che resti sul territorio. Infine le tasse: è importante definire una priorità come per esempio escludere dal pagamento dell’Imu le attività produttive”.

Per Forza Italia Giuseppe Pellacani si è concentrato sull’aumento dell’Imu affermando che “la casa è il bene sul quale tutti gli italiani hanno con fatica investito redditi già tassati, non è un bancomat. Ora i modenesi si troveranno un aumento significativo dell’imposta su questo bene primario, una tassazione che fa perdere fiducia e fa crollare un investimento tradizionale come quello del mattone e questo non fa ripartire il paese. Tra l’altro più della cifra in più che si spende sarebbe interessante conoscere l’aumento in termini percentuali per capire il valore del maggior costo sopportato dai cittadini”. Secondo il consigliere inoltre “molte voci di spesa meritano riflessioni perché le cure si fanno sulle spese significative non su quelle da zero virgola”. Secondo Adolfo Morandi “a forza di cifre modeste che si aggiungono una sull’altra, la somma diventa pesante e incide in modo negativo. Non per niente anche le associazioni di categoria si sono lamentate. Il sindaco aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per evitare l’aumento delle tasse ma evidentemente erano solo chiacchiere: il Pd rimane il partito del tassa e spendi, sempre con la scusa della coesione sociale che però non dipende solo dalle elargizioni del Comune, sta anche in una società che lavora. Un revisore esterno dei conti sarebbe stato utile per individuare tagli alla spesa più ampi e seri di quelli che sono stati fatti”.

Antonio Montanini di CambiaModena ha sostenuto che “aumentare anche di un solo euro la pressione fiscale è un segnale estremamente negativo e agitare il rischio del taglio dei servizi è una forma di ricatto. La coesione sociale non si crea esasperando il welfare ma attuando condizioni di opportunità e occasioni di occupazioni, generando ricchezza, possibilmente distribuita equamente. C’era la strada di razionalizzare i costi, ma si è scelta la quella più facile di aumentare le tasse, applicando una patrimoniale locale. Il problema è che cittadini e imprese di soldi non ne hanno più. Il Dup segue una politica ancorata a vecchi schemi, ci vorrebbe invece il coraggio di cambiare verso, dando il via a una nuova politica di sviluppo”. Anche per Luigia Santoro di Ncd “non è possibile che ogni volta si aumentino le tasse con la minaccia di dover tagliare i servizi, perché i servizi si possono mantenere anche riducendo le spese. Forse si poteva trovare il modo di lasciare quei 9 milioni nelle tasche dei cittadini. Magari risparmiando sui costi di riscossione di Imu e Tari, riportandole in gestione all’interno del Comune e ottenendo anche il risultato di valorizzare il personale”.

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