08/07/2015

AEDES MURATORIANA/1 – SCOPERTO AFFRESCO DEL XIV SECOLO

Ritrovato durante i lavori di restauro anche un calco della Tabula alimentaria di Veleia, di cui si era persa traccia, oggetto di studio del Muratori nel 1748-49

Il volto di un santo con la tunica rossa, la cui raffigurazione è inserita all’interno di una cornice dipinta a motivi geometrici. È riferibile al XIV secolo la porzione di affresco scoperta durante i lavori di restauro dell’Aedes Muratoriana, il complesso in piazzetta Pomposa che comprende la dimora in cui visse Ludovico Antonio Muratori (Vignola 1672 – Modena 1750) e la chiesa di Santa Maria Pomposa, di cui il grande studioso fu parroco dal 1716 fino alla sua morte. Il ritrovamento sarà oggetto in futuro di studi iconografici. E non è tutto, nello studiolo dell’Aedes Muratoriana, nascosto da un pannello che copriva l’intera parete, è stato trovato inoltre un calco della Tabula alimentaria di Veleia che risale presumibilmente agli anni 1748-49 e di cui si era persa traccia.

II ritrovamenti sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa durante la quale è stato fatto anche il punto sui lavori in corso all’Aedes Muratoriana. Presenti l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Modena Gabriele Giacobazzi, la dirigente del servizio Progettazione lavori pubblici ed edilizia storica Rossella Cadignani, il direttore dei lavori Giuseppe Mucci, la funzionaria della Soprintendenza alle Belle arti e Paesaggio per le province di Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara Annunziata Lanzetta, la componente del Cda della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Stefania Cargioli e alcuni rappresentanti della Deputazione di Storia Patria per le Antiche Province Modenesi e del Museo Muratoriano.

Obiettivo dell’intervento di restauro in corso, che ha ottenuto l’autorizzazione dalla Soprintendenza per i beni architettonici e paesistici per le province di Modena, Reggio Emilia e Bologna, è conservare e valorizzare questi importanti ambienti per il loro valore storico e culturale, mediante un restauro degli interni che riguarda principalmente le finiture, i paramenti murari, gli infissi e serramenti, gli impianti termici e d’illuminazione. I lavori, che hanno preso avvio a gennaio e termineranno entro il mese di agosto, sono coordinati dal settore Lavori pubblici del Comune di Modena e hanno richiesto un investimento di poco meno di 237 mila euro. Per l’intervento la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha concesso un finanziamento di 160 mila euro.

Nel complesso, ceduto al Comune nel 1932, è presente il Museo Muratoriano, composto da tre vani che contengono in buona parte gli arredi originali appartenuti a Muratori e alcuni suoi manoscritti, e trova sede, allo stesso piano, la Deputazione di Storia Patria per le Antiche Province Modenesi, dall’intensa produzione bibliografica su temi di storia locale fino al XIX secolo. La Deputazione di Storia Patria è composta da due grandi sale per lettura e conferenze, uno studiolo, un ripostiglio e un bagno.

L’affresco scoperto si trova nella camera da letto del Muratori, nel muro di controfacciata della chiesa che ha origini medievali e fu trasformata a partire dal 1717 dal Muratori stesso. Un ritrovamento importante, che si somma a quello di qualche anno fa all’interno del chiostro di San Biagio, e aggiunge un tassello alla conoscenza del Trecento modenese, di cui sono poche le testimonianze.

Il calco della Tabula alimentaria, sette pannelli in gesso che riproducono l’antica tavola in bronzo, con ogni probabilità veniva utilizzato dal Muratori per lo studio e la stesura dell’edizione critica della Tabula alimentaria di Traiano, scoperta nel 1747 nella cittadina di Veleia, sulle montagne del piacentino, e oggetto di analisi di molti eruditi del tempo. La fortunata scoperta, infatti, aveva fatto conoscere all’intero mondo antiquario l’esistenza del piccolo municipio romano di Veleia e di lì a qualche anno avrebbe portato alla fondazione, nella capitale del ducato, di uno dei primi musei archeologici aperti al pubblico, il Museo di Antichità di Parma, ufficialmente inaugurato nel 1760. Della Tabula originale in lamina bronzea, conservata al tempo dai canonici piacentini Giovanni Roncovieri e Antonio Costa, furono approntate copie e trascrizioni, tra cui le due prime edizioni di Ludovico Antonio Muratori a Modena, corredata da facsimili e calchi, e Scipione Maffei a Verona, uscite gli anni immediatamente successivi al ritrovamento.

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