18/10/2001

PER LA SEDE IL COMUNE HA SPESO 3 MILIARDI

Recuperato l'edificio di via Giardini ed eliminate le barriere architettoniche. Nel sottotetto, destinato ad archivio, impianti di conservazione all'avanguardia in Italia
"Il Comune di Modena ha speso quasi 3 miliardi 300 milioni per trasformare l'ex scuola elementare di san Faustino nella sede delle Raccolte fotografiche modenesi Giuseppe Panini. Due miliardi 980 milioni sono serviti per opere edili e impianti e 300 milioni per arredi e attrezzature. Nata come villa residenziale verso la fine dell'Ottocento, trasformata in edificio scolastico nei primi anni del secolo successivo, la struttura si sviluppa su quattro piani (seminterrato, rialzato, primo e sottotetto), con accesso pedonale principale su via Giardini e ingresso carrabile da viale Barozzi. Il fabbricato, che si sviluppa su 1600 metri quadrati e ha un portico centrale esterno con grandi colonne doriche e una lapide in marmo dedicata ai caduti della prima Guerra mondiale, è stato completamente recuperato dai tecnici del Settore edilizia e attrezzature urbane del Comune di Modena, che hanno rispettato lo stile architettonico e utilizzato materiali e colori tradizionali locali. Accanto a interventi di consolidamento strutturale, al risanamento complessivo dell'immobile, all'adeguamento funzionale e igienico-sanitario e ai massicci interventi per la realizzazione delle nuove reti impiantistiche, sono state eliminate le barriere architettoniche, con percorsi accessibili agli handicappati all'esterno e all'interno dei percorsi espositivi, rifatti pavimenti, intonaci e infissi e ridisegnata l'area esterna, con nuovi percorsi pedonali, aree verdi e parcheggi. Il piano terra dell'edificio è ora destinato all'accoglienza dei visitatori, all'esposizione permanente delle attrezzature fotografiche e alle attività didattiche e informative. Il primo piano è destinato al personale e ai ricercatori esterni, quindi rivolto ad attività di ricerca, conservazione e archiviazione, laboratorio e amministrazione. Gli spazi del sottotetto sono invece stati destinati a deposito e archivio del materiale fotografico e dotati di impianti all'avanguardia in Italia nel campo della conservazione del patrimonio fotografico. Per evitare shock termici alle pellicole durante il passaggio dalle camere climatizzate ai laboratori fotografici è stata infine realizzata una "camera di decantazione" nella quale avverrà il graduale passaggio dalle più basse temperature di conservazione a quelle più elevate degli ambienti di lavoro. "

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